La Turchia si prepara alle elezioni. Per il 31 marzo sono fissate le elezioni comunali. 57 milioni di elettrici ed elettori sono chiamati a recarsi alle urne e ad esprimere il proprio voto. Ma nelle elezioni in Turchia non c’è da aspettarsi il rispetto degli standard democratici. Già nel referendum costituzionale del 16 aprile 2017 e nelle elezioni parlamentari del 24 giugno 2018 ci sono state massicce violazioni. Così anche questa volta tutto fa pensare che difficilmente il giorno dopo le elezioni dai risultati elettorali non sarà possibile leggere le vere intenzioni degli elettori.
Eppure l’alleanza di governo di AKP e MHP prima delle elezioni è preoccupata. La ragione è soprattutto l’HDP filo-curdo e la crescente resistenza sociale in Kurdistan del nord (Turchia sudorientale) contro il blocco di potere che governa il Paese.
Fattore scatenante di questa crescente ondata di resistenza è lo sciopero della fame della deputata HDP Leyla Güven, che ormai dura da 104 [130] giorni. L’hanno seguita nello sciopero della fame a oltranza oltre 300 persone dentro e fuori dalle carceri. È palese che le azioni di sciopero della fame e l’ondata di attività politica che le accompagna, rendono nervosi i governanti. Solo così si riesce a capire anche che l’AKP procede con la massima violenza di polizia anche contro la protesta più piccola, perfino quando questa viene condotta da deputati dell’HDP.
Il Presidente Erdogan ha comunque dichiarato l’HDP organizzazione terroristica. E alcuni candidati sindaci dell’HDP nelle elezioni comunali sono stati arrestati già adesso. E molti sindaci che in precedenza sono stati destituiti dal Ministero degli Interni turco si trovano tuttora in carcere.
Inoltre il governo sposta in Kurdistan del nord »elettrici ed elettori« a lui fedeli, perlopiù forze di sicurezza dello Stato, che dovranno aumentare in modo determinante la quota di voti dell’AKP nelle località contese. Quindi già oggi possiamo prevedere che le imminenti elezioni comunali in Turchia degenereranno in una farsa. L’AKP probabilmente in questa o quella località curda uscirà come »vincitore« anche con la violenza e con i brogli. Ma questo naturalmente non significa che i risultati elettorali alla fine dei conti godranno di una qualche legittimità.
Anche l’HDP è consapevole di questa partita truccata. Nonostante questo ce la metterà tutta per mobilitare i suoi circa sei milioni di elettori e per creare fino alle elezioni un’atmosfera di svolta contro il blocco di potere al governo. Ovunque in Kurdistan del nord, dove i suoi sindaci sono stati destituiti illegittimamente, l’HDP punterà di nuovo ad ottenere la maggioranza. Nei luoghi in cui le prospettive di un successo elettorale sono meno promettenti, quindi in particolare nell’ovest della Turchia, sosterrà candidati democratici contro l’AKP – qualora ce ne siano. Questa strategia costituisce una base importante per la campagna elettorale contro il blocco di potere sempre più fascista in Turchia.
Per quanto riguarda le restanti forze dell’opposizione in Turchia, purtroppo [la situazione] non appare molto promettente. Il CHP agisce in modo estremamente esitante e passivo, cosa che non suscita particolare fiducia nella popolazione.
Iyi Parti invece rappresenta una scissione dell’MHP fascista, ma nel suo atteggiamento questa divisione non è effettivamente riconoscibile. Così per esempio i rappresentanti dello Iyi Parti hanno proclamato di non presentare propri candidati nella provincia di Iğdır nel Kurdistan del nord, ma che sosterranno il candidato AKP-MHP. Il pensiero dietro a questa decisione è il desiderio di impedire un successo elettorale dell’HDP a Iğdır.
La storia ci ha insegnato che le dittature fasciste non si possono eliminare semplicemente con le elezioni. L’HDP considera le elezioni comunali uno strumento di lotta politica per fare i conti con i governanti. Ma la vittoria contro chi detiene il potere in Turchia, alla fine verrà conquistata dalle masse nelle piazze.
È evidente che questa strategia alla fine sarà legata a grandi sacrifici. Ma questa vittoria alla fine costituirà la base per un futuro democratico della Turchia.
Il politico curdo Hatip Dicle sui segnali antidemocratici per le elezioni comunali in Turchia
Hatip Dicle, nato nel 1954 a Diyarbakır è un politico curdo.
https://www.neues-deutschland.de/artikel/1114374.kommunalwahlen-in-der-tuerkei-wahlen-als-abgekartetes-spiel.html?pk_campaign=SocialMedia