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Kurdistan

La ricostruzione di Kobanê: bilancio intermedio e difficoltà

La città di Kobanê durante i brutali attacchi dello Stato Islamico (IS) ha dovuto pagare un prezzo elevato. Gli attacchi di occupazione di Stato Islamico su Kobanê hanno inferto un grave colpo agli sviluppi iniziali negli ambiti sociale, culturale, politico, cittadino, che venivano intrapresi in parallelo alle condizioni rivoluzionarie determinatesi in Siria.

Mentre la città con la fase rivoluzionaria intraprendeva passi di cambiamento in molti ambiti, gli attacchi hanno rigettato indietro di anni gli sviluppi. A seguito degli attacchi è completamente collassata l’infrastruttura dei servizi cittadini. Il sistema idrico ed elettrico sono stati completamente danneggiati, circa l’80% della città è stato distrutto. La maggior parte delle strade dopo la guerra era a stento utilizzabile. Gli ospedali e i presidi sanitari erano parzialmente o completamente distrutti. Mentre prima della guerra nella città erano presenti nel complesso 26 scuole (elementari, medie e secondarie), dopo la guerra non c’era più alcuna scuola utilizzabile. Tutte le scuole sono state danneggiate, una maggioranza delle scuole è stata completamente distrutta. Anche le abitazioni erano per la maggior parte distrutte, tanto che le persone erano costrette a vivere nelle tende o all’interno delle rovine.

La resistenza eroica delle Unità di Difesa del Popolo e delle Unità di Difesa delle Donne, YPG e YPJ, ha avuto eco in tutto il mondo e con il tempo Kobanê è diventata simbolo della resistenza contro IS. Questa resistenza che era alimentata dal sostegno della società è riuscita a liberare la città da IS. Dopo la liberazione la popolazione di Kobanê – dopo che aveva dovuto lasciare la città a causa degli attacchi – è tornata.

Soprattutto dopo che la popolazione aveva iniziato a tornare a Kobanê, l’amministrazione autonoma del cantone ha fondato un comitato per la ricostruzione di Kobanê per rimuovere il prima possibile la distruzione in città. Dopo che gli attacchi di IS avevano ridotto la città in una grande rovina e in macerie e cenere nel vero senso del termine, si è avviato il lavoro di riordino. Con macchine da lavoro le macerie delle case e delle strade distrutte sono state trasportate all’esterno dei confini cittadini. Questo lavoro di riordino ha richiesto un tempo lungo. Mentre da un lato veniva svolto questo lavoro di riordino, in parallelo veniva riorganizzata l’amministrazione cittadina perché potessero riprendere i servizi per la vita pubblica.

In prima istanza si è iniziato con la costruzione dell’approvvigionamento idrico ed elettrico e durante i lavori di riparazione le forniture idriche per la popolazione sono state garantite con la distribuzione mobile quotidiana. Attualmente la costruzione dell’infrastruttura per l’approvvigionamento e lo scarico idrico è concluso. La città è completamente fornita di acqua. All’inizio il fabbisogno elettrico è stato coperto in modo limitato da generatori che erano stati distribuiti nei quartieri della città. Più tardi è stato possibile coprire questo fabbisogno dopo la liberazione della diga di Tishrin. Attualmente Kobanê c’è elettricità per 24 ore. Anche i lavori di canalizzazione e sgombero delle strade sono stati eseguiti dalla comune. L’asfaltatura delle strade è stata avviata con i mezzi a disposizione.

Nell’ambito dei lavori di ricostruzione è stata rimessa in funzione una ex fabbrica di cemento. Il cemento che vi viene prodotto viene distribuito alla popolazione per la ricostruzione delle loro abitazioni e delle loro case. Nell’ambito dei lavori del comitato per la ricostruzione si è iniziato a costruire nuovi spazi abitativi per coloro le cui case sono inabitabili. Per la copertura del fabbisogno di farina e di pane sono stati sia riparati e rimessi in funzione vecchi mulini, che costruiti di nuovi.

Una panoramica sul lavoro nel settore dell’istruzione e le cure sanitarie

Per il lavoro nel settore della formazione sono state riparate e riaperte 13 scuole (nel primo anno sette, nel secondo anno sei). Le due zone della città dove non ci sono scuole sono state provviste di scuole costituite da container prefabbricati per garantire l’istruzione degli allievi. Nei villaggi circostanti sono state aperte quasi 320 scuole di villaggio e nei luoghi dove questi ancora mancano, continuano i lavori di costruzione e la formazione degli insegnanti. Per i banchi, tavoli, sedie e lavagne e altri materiali scolastici mancanti, sono state distribuite le risorse a disposizione e riparati i vecchi materiali e distribuiti alle scuole. Ma c’è ancora carenza di materiale e accessori per le scuole. Anche se si cerca di seguire le scuole superiori con la formazione nuovi insegnanti, il numero degli insegnanti resta insufficiente.

Nell’ambito del lavoro nel settore sanitario sono state svolte un grande numero di attività. In particolare gli ospedali hanno continuato il loro lavoro nella fase di guerra. Dopo la guerra hanno continuato a sviluppare la loro organizzazione per poter rispondere ai bisogni della società. Nella città un ospedale generale e uno privato hanno svolto il loro lavoro senza interruzione. Inoltre in questa fase hanno iniziato il lavoro l’ospedale aperto da Heyva Sor a Kurdistane (“Mezza Luna Rossa Curda”) e la clinica ginecologica costruita dall’organizzazione ICOR e consegnata a Heyva Sor. Inoltre medici dell’organizzazione “Medici senza Frontiere“ hanno contribuito in diverse zone della città al lavoro nel settore sanitario. Nonostante i problemi medici e tecnici nel settore della sanità, i lavori sono stati portati avanti con le possibilità esistenti. Anche nella piccola città araba di Sirrin (Sarrin) all’esterno del centro cittadino e in alcuni villaggi centrali, sono stati costruiti centri sanitari e forniti approvvigionamenti medici. Heyva Sor inoltre provvede in modo significativo all’approvvigionamento medico dei bambini e della società.

L’embargo intralcia in modo massiccio i lavori di ricostruzione

Nello svolgimento di tutti questi lavori l’embargo contro il Rojava è il punto problematico. Le risorse date per i lavori di ricostruzione e per soddisfare le necessità della società sono limitate e insufficienti. La mancanza di sostegno dall’esterno rende più difficili i lavori. In questo modo non c’è la possibilità di realizzare la qualità dei lavori desiderata. I servizi all’interno dipendono in modo diretto dalle attività politiche e diplomatiche condotte all’esterno. L’ostilità dei paesi regionali nei confronti del Rojava paralizza in particolare i lavori di costruzione nel Rojava, nonché i servizi pubblici. In questi punti la maggior parte dei problemi si concentrano nei settori della sanità, dell’istruzione e dell’amministrazione. Nel settore della sanità un grande problema sono i medicinali. Vaccini per bambini, apparecchi sanitari di base, la mancanza di formazione dei lavoratori della sanità e la mancanza di strumenti tecnici sono i problemi nei quali incontriamo ostacoli nei lavori nel settore sanitario a livello sociale. Le carenze a livello tecnico portano problemi nella diagnosi di malattie e la mancanza di medicinali porta problemi nei trattamenti.

Anche i danni agli edifici scolastici e la mancanza di materiale scolastico creano grandi problemi nel settore dell’istruzione. Danni irreparabili agli edifici scolastici nel centro città e nei villaggi sono la ragione per la mancanza di scuole in molte località a problemi di capienza per numeri eccessivi di allievi nelle classi. Ci sono problemi anche con i libri scolastici. In particolare la mancanza di una tipografia porta difficoltà nella stampa di libri e materiali scolastici. Questo è un ostacolo per la stabilizzazione del sistema formativo. In città manca ancora una biblioteca all’altezza del fabbisogno formativo.

Per i lavori comunali costituiscono un problema i mezzi e strumenti limitati nella realizzazione della qualità dei lavori desiderata. Anche nell’approvvigionamento idrico ed elettrico e l’allestimento degli impianti infrastrutturali ci sono problemi seri. Le riparazioni e il rinnovamento delle apparecchiature esistenti non bastano. Esiste inoltre il problema che dall’esterno non viene fatto passare alcun apparecchio nel Rojava o a Kobanê. La causa principale dei nostri problemi esistenti quindi è la politica di embargo nei confronti del Rojava e di Kobanê.

I residui di esplosivo continuano a essere un problema

Un altro problema sono i residui bellici che si trovano ancora nel nostro territorio. In particolare esplosivo inesploso e mine mettono in pericolo la sicurezza della società. Anche se ci sono diverse iniziative da parte di istituzioni militari, i materiali bellici non sono stati tutti raccolti per mancanza di personale specializzato e di materiali. Molte persone, tra cui anche bambini, hanno perso la vita a causa di trappole esplosive. Anche se sono state prese misure di sicurezza a breve termine, non è stata trovata una soluzione a lungo termine.

Quello di cui Kobanê continua ad avere bisogno con maggiore urgenza è il sostegno politico per rompere la politica di embargo contro il Rojava. La costruzione di pressione sociale e politica sulla Turchia, la Siria e il governo del Kurdistan meridionale può ottenere alcuni risultati e accelerare la ricostruzione di Kobanê. L’embargo ha oltrepassato il livello di un atteggiamento politico. È la ragione per la maggior parte dei problemi nella soddisfazione dei bisogni principali della società in settori come la sanità e l’istruzione. L’attuale embargo non è un atteggiamento politico, ma rappresenta una misura punitiva nei confronti di una società. L’embargo va inteso come un problema umanitario e sviluppato un atteggiamento contrario.

Molte organizzazioni di aiuti e Stati non hanno mantenuto le loro promesse 

Nella fase passata molte istituzioni internazionali e Stati hanno visitato la città di Kobanê e fatto promesse che fino ad ora non hanno portato cambiamenti a livello pratico. In particolare l’approccio sensibile di organizzazioni di aiuti della società civile nei confronti di Kobanê nella prima fase, avevano risvegliato in noi la speranza e ci avevano dato forza. Ma le promesse di molte organizzazioni di aiuti a livello internazionale sono rimaste inadempiute. Anche se alcune organizzazioni di aiuti prestano un sostegno molto prezioso, questo non vale per tutte. Ringraziamo tutti gli enti che hanno messo in pratica le loro promesse di aiuto. Ma va sottolineato che questi purtroppo rappresentano solo l’eccezione.

In questo senso la solidarietà internazionale rispetto a Kobanê ha un grande significato. È in primo luogo per la motivazione morale che una città nella lotta contro IS per la difesa dei valori umani non è stata lasciata sola a livello internazionale. Siamo consapevoli del significato ideale di questa solidarietà e la apprezziamo molto.

Ma la ricostruzione e le difficoltà ad essa collegate hanno indubbiamente bisogno di un sostegno materiale per Kobanê. Per questa ragione vogliamo in questo ancora una volta fare appello alle persone a partecipare perché sia ricostruita e riempita di vita la fortezza di resistenza di Kobanê.

Civaka Azad

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