Oggi con l’arrivo della delegazione dei Centri Sociali del Nordest, c’è stato l’incontro con lastaffetta romana per Kobane e insieme abbiamo incontrato la dottoressa Arzu, un medico volontario che lavora nei campi autogestiti a Suruc.
Qual è la situazione sanitaria nei campi autogestiti? Quali sono le maggiori difficoltà?
I principali problemi riguardano le condizioni igieniche dei bagni, la diffusione di parassiti intestinali e pidocchi nei bambini. Questi aspetti per fortuna sono in via di risoluzione. Tuttora c’è scarsità di cibo, soprattutto latte ed uova, a causa delle difficoltà di conservazione. Riscontriamo carenza di proteine per le donne, che aumentano le problematiche legate al sangue.
Stiamo cercando di allestire una cucina per preparare il cibo per i bambini sotto i tre anni. Infatti nei campi sono ospitate molte donne incinte e abbiamo qualche difficoltà nella gestione dei parti. Per migliorare le condizioni igieniche generali stiamo ultimando lavori di canalizzazione dell’acqua per evitare allagamenti e problemi fognari.
Quanto personale medico è impiegato?
Per coprire le esigenze di 5 campi si alternano come volontari 3 dottori e 3 infermieri, che arrivano a turno da tutta la Turchia. Ad esempio domani tornerò a Istanbul per coprire il mio turno lavorativo in ospedale e poi ritornerò qui. E’ difficile avere a disposizione medici specializzati, come ad esempio i dentisti, perchè mancano prima di tutto i macchinari e la strumentazione necessaria. Alcuni feriti vengono mandati negli ambulatori, che però non sono sufficienti a coprire la mole di persone richiedenti aiuto. Ricordiamoci che Suruc normalmente sarebbe una cittadina di 30.000 abitanti ed attualmente invece ne ospita 90.000.
Come è impostato il lavoro della commissione salute?
All’interno dell’organizzazione dei campi, è stata creata la commissione salute composta dal personale medico volontario e dagli abitanti del campo stesso. Si cerca di non perdere nessun paziente, mantenendo il contatto con la gente. Si interviene immediatamente sulle ferite per arginare l’infezione. Il personale medico fornisce formazione agli altri volontari della commissione, in modo tale che in mancanza di un medico, l’assistenza sanitaria sia garantita in ogni caso.
Qual è la situazione con i medicinali? Che tipo di intervento, come internazionali, si può fare?
Le organizzazioni internazionali portano aiuti in modo discontinuo. Se non fosse per quelli portati dai volontari, la situazione sarebbe molto problematica. Non è semplice fare arrivare medicinali dall’estero in grande quantità, perchè spesso la Turchia li blocca alla dogana. Forse la cosa migliore sarebbe farli arrivare in piccole quantità, ma continuamente.
Abbiamo prioritariamente bisogno di antibiotici contro le infezioni intestinali, vitamine, disinfettanti, rimedi contro la tosse ed asma. Stiamo preparando una lista dettagliata e consigliamo di scrivere sempre in inglese il tipo di medicinale sulla confezione, così anche il personale non strettamente medico sappia riconoscerli.
di Staffetta romana per Kobane