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Iran

Serve una nuova coscienza ambientale

Cause e danni delle recenti inondazioni in IranEbad Rouhi (Assistente per il Diritto Internazionale, Facoltà di Scienze Giuridiche presso l’Università Islamica Azad, sede di Sanandadj, Kurdistan, Iran)

Introduzione

L’inondazione è una delle catastrofi naturali che ogni anno causa danni nella maggior parte dei Paesi del mondo. Le cause variano da Paese a Paese. L’Iran dispone di una superficie enorme e di zone climatiche diverse: da calda, asciutta, deserto, fino a fredda e montuosa e a mite e boscosa. È un territorio con diversi pericoli naturali ogni anno. Le inondazioni come catastrofe naturale hanno cause diverse e in genere portano a grandi danni nelle diverse zone dell’Iran. Le ragioni per questo possono essere di natura umana e essere causate da interventi distruttivi per l’ambiente a ampio raggio in nome di programmi economici complessivi e della politica di sviluppo nazionale del Paese, o anche dall’uso aggiuntivo di risorse e programmi di sviluppo senza riguardo a considerazioni ecologiche. Ma le inondazioni possono essere causate anche da altri fattori come il cambiamento climatico e piogge impreviste, come finora è stato possibile osservare in Iran.

Ogni anno ci sono danni da inondazione in fattorie, terreni agricoli, strade, dighe e ponti, causando in alcuni casi la morte di molte persone e animali, compromettendo la struttura sociale e lasciandosi dietro perdite finanziarie e umane.

Dal marzo 2019, la popolazione in alcune città e regioni dell’Iran è confrontata con un diluvio gigantesco che ha causato grandi danni a infrastrutture e ambiente e ha avuto come conseguenza la morte di molte persone e la distruzione del loro sostentamento. Queste inondazioni continuano e i danni sono così immensi che un ripristino e una riparazione non sarà possibile tanto presto e un risarcimento delle vittime quindi è estremamente difficile. Ci sono molte cause per le inondazioni in Iran, e queste variano da una regione all’altra del Paese. Dunque gli effetti e i danni sono differenziati. Per questo qui in primo luogo verranno analizzate le inondazioni in Iran dal punto di vista storico e poi l’inondazione più recente, nonché le loro cause e i danni. Seguono infine alcune proposte di soluzione per impedire le inondazioni in Iran.

Panoramica storica

L’Iran si trova in Asia occidentale e confina con il Mar Caspio, il Golfo Persico e il Golfo dell’Oman. Con oltre 81 milioni di abitanti, è il diciottesimo tra i Paesi più densamente popolato al mondo. La sua superficie comprende 1.648.195 km² e con questo è il secondo Paese più grande in Medio Oriente, a livello mondiale è al diciassettesimo posto. Nel nordovest confina con l’Armenia e la Repubblica dell’Azerbaijan, a nord con il Mar Caspio, nel nordest con il Turkmenistan, a est con Afghanistan e Pakistan, a sud con il Golfo Persico e il Golfo dell’Oman e a ovest con la Turchia e l’Iraq. La sua posizione centrale in Eurasia e in Asia occidentale e la sua vicinanza con il passaggio di Hormus gli conferiscono un’importanza geo-strategica. Teheran è la capitale, la città più grande e il maggiore centro economico e culturale. Con undici di tredici zone climatiche, il clima iraniano è variegato e lungo la costa del Mar Caspio e i boschi settentrionali da secco a semi-secco, fino a subtropicale. Sul margine settentrionale del Paese (la pianura costiera caspica) le temperature cadono di rado sotto il punto di congelamento e la zona resta umida per il resto dell’anno. Le temperature estive raramente superano i 29° C. La quantità annua di precipitazioni nella parte orientale della pianura ammonta a 680 mm e nella parte occidentale a più di 1700 mm.

A ovest gli insediamenti nel bacino dello Zagros hanno temperature più basse, inverni rigidi con temperature inferiori alla media e forti nevicate. Il bacino orientale e centrale sono secchi con meno di 200 mm di pioggia, e sporadicamente presentano deserti. Le temperature estive medie raramente superano i 38° C. Le pianure costiere sul Golfo Persico e sul Golfo dell’Oman nell’Iran meridionale hanno inverni miti e estati molto calde e umide. Le precipitazioni annue qui vanno dai 135 ai 355 mm.

In generale in Iran ci sono molti pericoli naturali che risultano da condizioni specifiche, sulla base di influenze geologiche, ecologiche e umane. Delle questioni ambientali fanno parte pericoli naturali come siccità e inondazioni, tempeste di polvere e di sabbia, terremoti lungo il confine occidentale e nel nordest – dei temi attuali fanno parte l’inquinamento dell’aria in particolare nelle zone urbane e date da emissioni di veicoli, raffinerie e acque di scarico industriali; disboscamento, desertificazione, inquinamento da petrolio nel Golfo Perisco; perdita di aree umide per la siccità; riduzione della qualità dei terreni (aumento della salinità), insufficiente approvvigionamento di acqua potabile in alcune zone; inquinamento delle acque per rifiuti industriali e acque di scarico non depurate; urbanizzazione. Accanto alle suddette minacce, la storia iraniana è attraversata dalle inondazioni come pericolo naturale. Le aree di protezione nelle vecchie città accanto ai fiumi ne sono un esempio.
Lungo la valle di Haraz, in alcuni luoghi si vedono grotte spinte nei declivi delle montagne. Queste grotte, che in passato erano spazi di vita umani (e che vengono perfino usate tuttora per il bestiame), sono riconoscibili a tutti i livelli a diverse centinaia di metri di distanza dal letto dei fiumi. È chiaro che la base del letto del fiume nel tempo è scesa, ma di certo queste abitazioni fin dall’inizio, anche se l’acqua è facilmente accessibile per le persone, sono state costruite a grande distanza dall’acqua. In altre parole, l’esperienza o il sapere delle persone centinaia di anni fa, ha insegnato loro che le acque tranquille a volte possono essere molto infuriate e pericolose e che le loro vicinanze andrebbero rispettate.

In Iran negli ultimi decenni ci sono state molte inondazioni distruttive che hanno causato i danni più diversi nella vita della popolazione.

La popolazione considerava le inondazioni a nord quelle più catastrofiche, ma l’inondazione sulla piazza Tajhrish a Teheran il 26 luglio 1987 per via del numero di vittime, è la seconda più devastante nel Paese. Si è verificata nel nord di Teheran a causa di forti piogge e inondazioni nelle valli di Darband e Goladdareh. Ciò che però ha reso più gravi i danni dell’inondazione, è stata la rottura della diga costruita sul Goladdareh. Improvvisamente un’enorme quantità di acqua è fluita sulla piazza Tajhrish e nella via Shariati e nelle zone circostanti.

Poco dopo si è rovesciato un enorme flusso del Goladdareh e sul suo percorso ha distrutto la diga e ha trasportato centinaia di tonnellate di fango e macerie dai fiumi Goladdareh e Jhafarabad alla piazza Tajhrish. Anche l’inondazione di Neka e Masuleh negli anni ‘90, l’inondazione Kuhdasht di Lorestan, quella di Qom e Behschahr, nonché l’inondazione di Teheran e Ilam dello scorso anno, negli ultmi decenni hanno portato la morte di oltre 300 persone.

Inondazioni distruttive in Iran:

Inondazione

Anno

Morti
 Golestan I

  2001

oltre 500 morti e dispersi
 Tadshrish

  1987

  oltre 300 morti e dispersi
 Neka

  1999

  oltre 60 morti e dispersi
 Masuleh

  1998

  57 morti
 Golestan II

  2002

  50 morti
 Teheran & Mazandaran

  2015

  28 morti
 Bazaft & Shahrekord

  2008

  14 morti
 Ilam

  2015

  8 morti
Qom

  2009

  7 morti


La devastante inondazione del Golestan dell’11 agosto 2001, la più grande catastrofe alluvionale del Paese, ha portato la morte e la sparizione di oltre 500 persone. L’entità della distruzione data dalle inondazioni, è riconducibile esclusivamente alla distruzione di boschi e pascoli nel bacino idrografico a monte del fiume Gorgan, circa 5000 chilometri quadrati. Le Nazioni Unite nell’agosto 2001 hanno dichiarato che l’inondazione del Golestan presentava a livello mondiale il numero più alto di vittime causate da inondazioni di quell’anno. Come conseguenza sono state mosse migliaia di tonnellate di terreni agricoli che hanno riempito il bacino della diga di Golestan. Decine di migliaia di animali morti e la diffusione del colera tra le vittime dell’inondazione, hanno amplificato la catastrofe. Nel 2002, 2003 e 2005 l’inondazione del Golestan si è ripetuta puntualmente nell’anniversario della prima inondazione, portando alla morte di oltre 100 persone.

Dopo la forte pioggia iniziata il 19 gennaio 2017 nella parte meridionale di Sistan e nella provincia iraniana del Belucistan, fiumi stagionali uscirono dagli argini e alla fine furono chiuse 15 strade principali e laterali in questa provincia. Circa 3000 case furono danneggiate nelle zone di Iranshahr, Sarbaz, Nikshahr, Konarak e altre regioni. Per via del vicino fiume, tre villaggi furono completamente evacuati e a causa del fiume Kaju esondato, circa 8000 abitanti dei villaggi nella regione Saburak rimasero isolati.

Il venerdì, il 14 aprile 2017, nel nordest dell’Iran ci fu una grande inondazione. Secondo quanto riferito dall’organizzazione meteorologica, le precipitazioni medie erano di circa 40 mm, cosa considerata senza precedenti da 15 anni. Il numero di vittime fu di 48, le perdite più alte furono comunicate da Adshabashir e Azarshahr.

Dal giovedì, il 10 agosto 2017, si arrivò a inondazioni in cinque province iraniane. Forti piogge nelle province Golestan, Gilan, Razavi-Chorasan, nord-Chorasan e Semnan portarono a inondazioni e alla morte di 14 persone, una nella provincia nord-Chorasan, quattro nel Golestan e nove nel Razavi-Chorasan. In quest’ultima e in nord-Chorasan sono disperse quattro persone, una persona è morta.

Il venerdì, 5 ottobre 2018, iniziò nuovamente una forte pioggia. Nelle città delle province nord-Chorasan, Mazandaran, Golestan e Gilan ci fu una grande ondata di alluvioni e per le forti piogge morirono almeno nove persone.

Nella primavera del 2019 le città situate lungo i fiumi Ghareh Sou e Gorganrud di Gonbad Kawas, Gomishan, Bandar Turkmen e Agh Qala furono colpite duramente. Inoltre le città orientali di Mazandaran e Shiraz a Fars subirono grandi perdite finanziarie e si lamentarono almeno 39 morti.

L’inondazione del 2019

Nel marzo 2019 l’Iran è stato confrontato con una delle inondazioni più distruttive del presente. Si è verificata a causa di fattori naturali e climatici come siccità decennali e disboscamento, costruzione di dighe e uso di letti dei fiumi per l’urbanizzazione, uso agricolo e progetti petroliferi. L’inondazione ha colpito 28 province e circa il 70 percento del territorio iraniano, in modo più violento nel Chuzestan, Golestan e Lorestan. Ci sono stati anche molti feriti nelle province di Kermanshah, nord-Chorasan, Mazandaran, Sistan e Belucistan, Fars, Ilam e Kurdistan.

L’inondazione di Shiraz ha causato strade allagate e auto in diverse parti della città sono state travolte. Nel giro di dieci minuti, lungo la porta Koran all’inizio della strada da Teheran a Shiraz, per via dell’alluvione sono state trascinate via circa 200 auto causando 22 morti e oltre 190 feriti.

La piena del fiume Alvand a Sarpol-e Zahab ha portato problemi nella quotidianità degli abitanti del posto che dal terremoto a Kermanshah vivono in tende e altre sistemazioni. Qui una persona in uno dei villaggi è rimasta uccisa e sulla riva del fiume presso Harsin, il 4 aprile è stato trovato il cadavere di un’altra persona.

Come conseguenza della rottura della diga e dell’allagamento nei villaggi di Arvandkenar, sono morti due bambini dell’età di tre e sei anni nel centro di Arvandkenar presso il torrente Qasr. L’acqua alta in quella zona è stata causata dalle maree e dai fiumi in piena nei villaggi. Anche dopo la liberazione di acque accumulate nel corso superiore del Karun, il volume del fiume è aumentato in modo impensabile nella parte a valle nei pressi Chorramshahr.

Nella prima ondata di piena nel Lorestan hanno perso la vita cinque persone. Con l’inizio della seconda ondata il 1 aprile, la provincia ha subito gravi perdite come smottamenti di terreno e la sommersione di parti di Horramabad, Maamoulan e Poldochtar. Pochi giorni dopo l’acqua alta ha sommerso gli insediamenti e villaggi intorno a Poldochtar e il numero di vittime nella provincia è salito a 15 (cinque persone nella prima ondata e dieci nella seconda). Il Lorestan, tra le province iraniane è quella che ha avuto il maggior numero di vittime.

La provincia di Ilam nell’ultima settimana di marzo ha subito ancora più danni e il 1 aprile le linee telefoniche sono rimaste interrotte per ore.

Piogge estreme hanno causato allagamenti in alcuni quartieri di Bandar Abbas; come conseguenza di queste piogge nella periferia delle città è anche stata inquinata l’acqua.

Le piogge dal pomeriggio del 30 marzo fino alla mezzanotte del 1 aprile hanno portato un’esondazione del fiume Choskehroud a Arak e in seguito sono stati colpiti diversi villaggi ai margini della zona umida di Mighan. Gli allagamenti a Arak hanno portato gravi danni economici per gli abitati delle città di Arak e Komishan e si è reso necessario evacuare diversi villaggi.

Cause dell’inondazione

Anche se le inondazioni vengono classificate come catastrofi naturali, in Iran si verificano più eventi del genere che di solito, cosa riconducibile a un’influenza umana inadeguata. L’inondazione del 2009 a Qom ne è stata solo un esempio. La distruzione di boschi e pascoli, il pascolo eccessivo di bestiame al di sopra delle dighe e la cementificazione dei fiumi dominanti, sono altre ragioni per l’aumento delle inondazioni nel Paese, dighe, costruzioni nei letti dei fiumi e costruzione di strade sono interventi umani. Disboscamento e deposito di sedimenti sono state le cause delle ultime inondazioni nell’Iran settentrionale.

Il territorio iraniano, determinato da condizioni climatiche secche e semi-secche, è suddiviso in zone a alto rischio. La quantità di precipitazioni ammonta a meno di un terzo della quantità media a livello mondiale. La distribuzione temporale e locale delle precipitazioni nel Paese non è paragonabile a altre regioni, p.es. quelle miti. Diverse cause a livello regionale portano a inondazioni diverse regione per regione, di cui in Iran la maggior parte si verifica per le seguenti ragioni:

1. Fattori naturali e climatici

La maggior parte delle precipitazioni in Iran cadono durante l’inverno, e nelle regioni occidentali in primavera. La penetrazione di masse d’aria umide in primavera può portare a una quantità di precipitazioni gigantesca che corrisponde a quella di un intero anno, p.es.. 50 mm durante un periodo delle piogge in Lorestan. Queste precipitazioni dopo due decenni di siccità hanno causato molti problemi.
Il verificarsi di alluvioni, ossia di elevate quantità di precipitazioni in un breve periodo di tempo, è il risultato dell’arrivo di masse d’aria umide da ovest e sudovest. Le inondazioni sono la conseguenza di un improvviso aumento del volume di acqua a causa di precipitazioni o altri fenomeni immediati, come l’improvviso scioglimento di nevi o la rottura di dighe. Le condizioni geografiche dell’Iran, come alture, mancanza di vegetazione e pascoli e precipitazioni, possono aumentare la probabilità di inondazioni. Fenomeni climatici come precipitazioni in zone secche, non seguono un piano temporale fisso e possono ripetersi. Il dato di fatto che vengono accompagnate da un lungo periodo di siccità, può portare al fatto che la gestione delle acque alte e il momento della sorpresa vengono dimenticati.

2. Fattori umani

La maggior parte delle città in Iran, in particolare a ovest e nordovest, si trovano su pendii e valli. In zone situate a valle dei fiumi come il Chuzestan, come punto di intersecazione di grandi fiumi nella parte occidentale dell’Iran, la grande pendenza della pianura e la scarsa altezza della zona porta a una redistribuzione dell’acqua e con questo inondazioni.

Il nord dell’Iran ha una quantità di precipitazioni di circa 2000 (a Gilan) fino 450 mm (in Golestan). Per questo in queste zone ci sono boschi che rispetto alla varietà di ecosistemi, sono unici al mondo. Uno dei compiti importanti di questi boschi è il controllo delle acque di superficie che scorrono dai pendii settentrionali delle montagne di Elburs al Mar Caspio. Dopo le siccità degli ultimi cinquant’anni, l’Iran del nord è stato popolato da coloro che che si potrebbero definire migranti climatici. L’aumento della quantità di popolazione nella zona ha aumentato drasticamente il fabbisogno di acqua e la zona abitata, facendo sì che una parte dei boschi è stata abbattuta, le rive di fiumi annesse alle zone urbane. Per rifornire le città di acqua, il governo ha iniziato la costruzione di dighe tra le montagne di Elburs e il Mar Caspio.

A causa dei fattori citati, la superficie dei boschi del nord si è ridotta da 3,4 a 1,8 milioni di metri quadri. Prelievo di legname, costruzioni nel bosco e sovrapascolo nel nord dell’Iran, qui hanno portato a numerose inondazioni. Il Golestan ha vissuto più inondazioni delle altre due province settentrionali, Gilan e Mazandaran.

La crescente popolazione cittadina e la collegata estesa edificazione dei fiumi e delle zone con letti dei fiumi regolamentate, portano al fatto che i fiumi non abbiano più spazio sufficiente per far defluire le piene e così l’acqua scorre nelle strade e nei vicoli.

La costruzione di dighe per il rifornimento di acqua potabile e di energia per l’agricoltura e l’industria, indipendentemente dai loro fattori ecologici, ha enormemente danneggiato la natura e le popolazione in Iran. In questo contesto si possono considerare il lago Uromiyeh e la palude Gavkhoni. La costruzione di dighe ha prosciugato i fiumi e molti laghi (p.es. a Uromiyeh) e effettivamente prosciugato e abbandonato molte zone umide da molti anni.

Misure di edificazione nei fiumi, lo scavo dei letti dei fiumi e la distruzione della pendenza naturale, hanno limitato lo spazio per lo scarico delle piene e le hanno deviate in abitazioni, negozi e strade. Letti di fiumi e torrenti quindi si riducono e vengono sequestrati del tutto. Qui ora vengono fatte costruzioni urbane come strade, abitazioni e strutture turistiche. Esempi di spicco sono le valli verdi a nord di Teheran come Ken, Farahzad e così via. La valle accanto alla porta Koran a Shiraz è stata riempita e trasformata in un viale; così all’acqua è stata sbarrata la strada, cosa che nel marzo 2019 ha portato inondazioni e grandi danni.

Durante l’ultima inondazione nella provincia di Golestan, l’esondazione di dighe ha portato al fatto che grandi inondazioni siano arrivate in zone urbane e agricole. Il fatto che nonostante l’annuncio dell’istituto meteorologico iraniano, le paratie delle dighe non siano state aperte tempestivamente, in queste zone ha causato grandi danni.

Le dighe dell’Iran sono state costruite con il pretesto di controllare la velocità delle acque o di realizzare progetti petroliferi a livelli bassi (p.es. a Huralazim e Chuzestan), ma in effetti hanno causato inondazioni e tempeste di polvere come una una delle maggiori crisi ambientali del Paese. Nel novembre 2015 in un rapporto del giornale »Shargh«, veniva riferito che in Iran sono state costruite 700 dighe senza analisi della necessità.

Il suolo dei boschi è allentato quando vengono abbattuti alberi e il bosco viene distrutto, così sparisce la resistenza del suolo e il terreno viene facilmente trascinato nei fiumi lungo le zone scoscese. Come risultato aumenta la concentrazione di sedimenti nei fiumi e questo porta a grandi catastrofi, dato che aumenta il volume dell’acqua alta e il flusso più selvaggio delle acque aumenta la profondità e l’estensione delle inondazioni.

Linee ferroviarie come quella Teheran–Nord e Teheran–Tabriz, che in passato sono state prosciugate, attraversano molti corsi d’acqua, ossia questi sono stati muniti di ponti durante la costruzione della ferrovia per non bloccare l’acqua. Ma lungo il percorso di Aghghala non c’era un ponte e l’acqua alta non ha potuto defluire, inasprendo l’inondazione.

Danni causati dall’acqua

La Croce Rossa Internazionale ha comunicato che le recenti inondazioni in Iran hanno colpito dieci milioni di persone e che almeno due milioni di loro necessitano di aiuti umanitari. Il portavoce dell’organizzazione iraniana per la gestione delle crisi ha dichiarato che sono colpite 259 città e 5148 villaggi. Secondo dati del Ministero della Salute iraniano, sono morte 78 persone, 1173 sono rimaste ferite e circa 300.000 espulse.

Secondo il vice-Ministro dell’Agricoltura circa un milione di ettari di superficie coltivata è stata colpita da inondazioni, di cui circa il 55 percento è stato danneggiato tra il 25 e il 55 percento. Sarebbero distrutti circa 250.000 ettari di superficie agricola produttiva e circa 150.000 di terreni coltivati e danneggiate 6000 strutture di allevamento di pollame e circa 100 di strutture di itticoltura.

Il Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo Urbano dell’Iran ha fatto sapere che sarebbero state danneggiate circa 150.000 unità abitative in città e villaggi, di cui 50.000 unità sono state ricostruite, 100 unità devono essere riparate e restaurate. Inoltre più di 14.000 chilometri di strade principali, provinciali e di campagna sarebbero danneggiate in oltre 6800 punti e sarebbero danneggiate oltre 10.000 costruzioni tecniche e 725 ponti completamente distrutti.

Secondo dati dei media del 5 aprile 2019, nell’inondazione dell’aprile 2019 sono morte 50 persone nelle province meridionali e occidentali: 21 a Shiraz, 3 a nord-Chorasan, 2 a Kohgiluyeh e Boyerahmad, 15 in Lorestan, 5 nella provincia di Hamedan, 2 a Kermanschah, 1 in Chuzestan, 1 nella provincia di Semnan e 1 a Razavi-Chorasan. Inoltre durante le inondazioni in Golestan e Mazandaran sono morte rispettivamente 8 e 5 persone. Il Ministro degli Interni iraniano ha ha stimato i recenti danni da inondazione in un ammontare che va da 30 a 35 bilioni di Rial iraniani (IRR), sarebbero state allagate 25 province e oltre 4400 villaggi nel Paese. Il Ministero dell’Energia ha fatto sapere che l’ultima inondazione ha causato danni in impianti di fornitura di energia per quanto riguarda acqua e elettricità,icità di 2352 villaggi.

Secondo la medicina forense iraniana, nell’ultima inondazione nel Paese sono morte 76 persone.

Misure di prevenzione

Ci sono molte possibilità di impedire inondazioni, che possono essere utilizzate singolarmente o insieme. Rispetto alle ultime inondazioni in Iran e all’influenza sull’ambiente da parte dell’uomo, queste soluzioni possono essere usate per impedire o ridurre i danni dati dalle acque alte:

  • introdurre migliori sistemi di allarme acqua alta;
  • modificare le case perché resistano alle inondazioni;
  • proteggere le zone umide e progettare la piantumazione di alberi in modo strategico;
  • riportare fiumi nei corsi originari;
  • migliorare le caratteristiche del terreno;
  • costruire più muri di protezione dall’acqua altra;
  • piantare alberi e allargare le superfici coltivate intorno ai villaggi nelle regioni rurali;
  • impedire la distruzione e l’abbattimento di alberi nei boschi e proteggere le superfici da pascolo;
  • istituire sistemi di allarme e informare pubblicamente sulle inondazioni e la loro erosione;
  • modificare le regole sull’uso dei terreni e impedirei il disboscamento e l’uso delle superfici boschive;
  • istruire gruppi di aiuto volontari e professionali;
  • verifica seria della politica sulla popolazione e la distribuzione;
  • verifica del modello di coltivazione tenendo conto della sicurezza alimentare nazionale sulla base della disponibilità di risorse regionali e dell’efficienza economica;
  • controllare e sorvegliare i diritti di sfruttamento delle acque in ogni settore;
  • migliorare la gestione delle acque e rafforzare l’organizzazione ambientale;
  • formare, allenare e rafforzare la cultura ambientale della società;

Obbligo dello Stato e dell’economia di eseguire preventivamente e regolarmente per ogni progetto una verifica sull’impatto ambientale.

Conclusione

Uno degli insegnamenti più importanti che si possono trarre dall’ultima inondazione in Iran, è la necessità di una revisione fondamentale del pensiero rispetto alla strumentazione per la gestione delle acque e agli effetti distruttivi degli interventi umani sull’aumento dei danni causati dai pericoli naturali, dal prosciugamento di aree umide e laghi, fino all’aumento di poveri a causa della minore umidità del terreno nelle zone a valle delle dighe e migliaia di altri pericoli. Gli interventi umani hanno ridotto in modo significativo la tolleranza di diverse regioni geografiche. Essendo bassa la frequenza di precipitazioni, gli effetti della siccità sono grandi come se la siccità fosse durata dieci anni. La più recente inondazione ci dimostra che la distruzione ambientale data dall’abbattimento di alberi, sovrapascolo, modifica del corso dei fiumi, costruzione di insediamenti nei letti dei fiumi e sulle rive dei fiumi, scambio di acque tra zone di popolamento, mancanza di verifiche sull’impatto ambientale per progetti di sviluppo, politica di costruzione di dighe e crescente sfruttamento delle falde acquifere, possono distruggere ogni forma di vita e rendere lo spazio vitale pericoloso e insicuro.

Da Kurdistan Report n. 204 |luglio/agosto 2019

http://www.kurdistan-report.de/index.php/archiv/2019/68-kr-204-juli-august-2019/850-ein-neues-umweltbewusstsein-muss-her

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