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Human Rights Watch: L’AKP viola i diritti degli elettori

Human Rights Watch ha detto che “la destituzione da parte del Ministero degli Interni turco di tre sindaci democraticamente eletti nelle maggiori municipalità delle regioni sudorientali e orientali curde viola sfacciatamente i diritti degli elettori e sospende la democrazia locale.”Il Ministero degli Interni turco il 19 agosto ha rimosso il sindaco di Diyarbakır, Adnan Selçuk Mızraklı; il sindaco di Mardin, Ahmet Türk; e la sindaca di Van, Bedia Özgökçe Ertan.

Hugh Williamson, direttore per l’Europa e l’Asia Centrale persso Human Rights Watch, ha detto: “Il governo del Presidente Erdogan ha effettivamente cancellato i risutlati delle elezioni di marzo nelle tre maggiori città del sudest e dell’est curdo rimuovendo sindaci scelti dal voto degli elettori, tutti candidati validi, e prendendo il controllo di queste municipalità.”

Human Rights Watch ha ricordato che “La Corte Europea per i Diritti Umani ha aspramente criticato la Turchia per le sue azioni perseguendo per accuse di terrorismo prive di fondamento membri eletti del Parlamento.”

I tre sindaci destituiti il 19 agosto avevano conquistato gli incarichi nelle elezioni locali del 31 marzo scorso, Mızraklı con il 63 percento dei voti, Türk con il 56 percento, e Özgökçe Ertan con il 53 percento. È la seconda volta che sindaci eletti nella parte sudorientale del Paese vengono rimossi dall’incarico e sostituiti da persone nominate da Ankara.

Human Rights Watch ha aggiunto che queste mosse da parte del governo di Erdoğan contro funzionari democraticamente eletti viola gli obblighi della Turchia ai sensi della legislazione sui diritti umani a livello internazionale e regionale.

Queste azioni violano il diritto alla partecipazione politica, il diritto a libere elezioni e il diritto alla libertà di espressione ai sensi delle convenzioni internazionali sui diritti civili e politici e della Convenzione Europea sui diritti umani.”

RETROSCENA

Nel settembre 2016 è stata modificata la legge sulle municipalità nell’ambito di un decreto dello stato di emergenza per facilitare la rimozione di sindaci accusati di legami con il terrorismo e sostituirli con i governatori delle province.

Novantaquattro sindaci del Partito Democratico delle Regioni (DBP) filo-curdo furono quindi rimossi e molti sono stati tenuti in carcere per periodi prolungati.

Fonte: ANF

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