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Rassegna Stampa

La resistenza continua

Esercito turco e jihadisti entrano nella città siriana di Afrin. Le YPG annunciano il passaggio alla lotta di guerriglia- L’esercito turco e i mercenari jihadisti dell’ »Esercito Siriano Libero« (ESL) domenica, 58 giorni dopo l’inizio della loro guerra di aggressione lesiva della legalità internazionale contro Afrin nel nord della Siria, hanno fatto ingresso nella città. L’avanzata non ha incontrato una grande resistenza. Le Unità di Difesa del Popolo e delle Donne YPG e YPJ avevano abbandonato le loro postazioni di combattimento per evitare altre vittime nella popolazione civile e la distruzione della città. Negli ultimi giorni l’esercito turco aveva massicciamente aumentato i suoi attacchi aerei e di artiglieria alla città assediata.

Così venerdì sera l’ospedale di Afrin è stato colpito dalle bombe uccidendo almeno 16 persone. Sabato, secondo informazioni fornite dall’agenzia stampa ANF, in un attacco aereo a un convoglio di profughi sono state uccise centinaia di persone. Per non diventare »vittime di un genocidio«, una gran parte della popolazione sarebbe stata evacuata nella limitrofa regione di Sheba, ha dichiarato il co-Presidente del Consiglio Cantonale di Afrin, Asman Sheik Isa, domenica durante una conferenza stampa. La vice-Presidente dell’organizzazione di aiuti Mezza Luna Rossa Curda, Cemile Heme, ha riferito a ZDF [NdT: importante canale televisivo tedesco] di un esodo di massa, al quale si sono uniti quasi tutti i circa 900.000 abitanti del catone.

Dal municipio di Afrin, davanti al quale ha preso posizione un carro armato Leopard-II di produzione tedesca, gli occupanti hanno issato bandiere della Turchia e degli jihadisti. Miliziani dell’ESL hanno marciato per le strade vuote dandosi al saccheggio. Gli islamisti hanno festeggiato il loro successo con coltelli sguainati e il gesto della mano usato anche da »Stato Islamico« (IS) con l’indice alzato. Secondo quanto riferito dall’agenzia ANF,  due combattenti YPG/YPJ fatti prigionieri sono stati decapitati. In aggiunta a questo, miliziani dell’ESL pochi giorni prima della festa del Newroz che si celebra il 21 marzo, al grido di »Allah è grande«, con un gesto simbolicamente significativo hanno abbattuto la statua dell’eroe nazionale curdo Kawa. Nella mitologia del Newroz vecchia di 4.000 anni, il fabbro è considerato il liberatore dalla tirannia.

»La resistenza di Afrin continuerà«, hanno assicurato l’amministrazione cantonale e le YPG/YPJ in una dichiarazione congiunta. »Gli occupanti oggi possono sventolare le loro bandiere, ma non costringeranno mai il nostro popolo alla capitolazione.« Le YPG continuano a essere presenti in tutte i distretti di Afrin,  così il loro portavoce Brusk Hasake ha smentito le voci su una ritirata delle unità di difesa. Domenica in un attacco dinamitardo nel centro città di Afrin secondo ANF sono state uccise dozzine di soldati e mercenari. Questo potrebbe essere l’inizio del passaggio annunciato dalle YPG dalla guerra di posizione alla guerra di guerriglia alle spalle dell’occupante.

A Hannover sabato circa 20.000 curdi, nonché la sinistra tedesca e turca, hanno partecipato a una manifestazione nazionale per il Newroz. Sulla piazza del teatro dell’opera sono state sventolate centinaia di bandiere con le insegne delle YPG e YPJ, oltre che – nonostante il divieto della polizia – con l’immagine dell’ideologo del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), Abdullah Öcalan. Oratori come il leader del partito della Linke Bernd Riexinger, e l’ex capo-borgomastro di Hannover Herbert Schmalstieg, hanno criticato la fornitura di armi alla Turchia e il silenzio del governo federale sulla guerra a Afrin. L’attore Dieter Hallervorden nel suo saluto ha dichiarato: »Viva il PKK!«.

di Nick Brauns

 

https://www.jungewelt.de/artikel/329207.widerstand-geht-weiter.html

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