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Diritti umani

Si deteriora la salute degli accademici dismessi mentre proseguono nello sciopero della fame

Le condizioni di salute dei due accademici rimossi in Turchia comincia a deteriorarsi mentre sono giunti al 60° giorno di sciopero della fame. Nuriye Gülmen e Semih Özakça stanno svolgendo un presidio davanti alla Statua dei Diritti Umani nel quartiere Kizilay ad Ankara da oltre sei mesi per aver indietro il loro lavoro. Mentre la loro richiesta è rimasta inascolata sono stati posti in detenzione diverse volte. Gülmen e Özakça hanno cominciato uno sciopero della fame ai primi di marzo.

Migliaia di accademici in Turchia sono stati dismessi dai loro posti di lavoro nel quadro della legge di emergenza dichiarata dopo il fallito colpo di stato. Mentre i funzionari del governo rimangono insensibili alla gravità delle conseguenze della loro repressione, numerose piattaforme e gruppi della società civile, così come politici dell’opposizione hanno cercato di sostenere le vittime delle leggi dello stato di emergenza e di richiamare l’attenzione sulla violazione dei loro diritti.

In una recente visita a Gülmen e Özakça al luogo della manifestazione a Kızılay, rappresentanti di HDP e del CHP hanno espresso il loro sostegno per tutti coloro che sono colpiti dalle leggi di emergenza e hanno chiesto al governo dell’AKP di ” fermare le sue pratiche illegali”. Anche gli Accademici per la Pace dismessi erano presenti a sostegno delle loro colleghe.

Prima del fine settimana, una dichiarazione stampa è stata rilasciata dalla vice capogruppo parlamentare di  HDP Filiz Kerestecioğlu. Sostenuta dall’Accademia di Strada e  dell’Associazione dei Diritti Umani (IHD), Kerestecioğlu ha anche letto la loro lettera inviata alla Commissione Europea, nella quale è citato che ” Se un accademico fa lo sciopero della fame in un paese, questo è una vergogna per quel paese.”

Anche la celebre cantante e compositrice Sezen Aksu ieri ha condiviso un messaggio (8 maggio) sul suo sito web personale, chiedendo ai funzionari di governo di ascoltare le richieste degli accademici Gülmen e Özakça. Aksu ha intitolato il suo messaggio “Danno la loro vita”.

C’è anche un certo numero di altri accademici e professionisti che hanno cominciato uno sciopero della fame in carcere nel tentativo di far udire la loro voce ai funzionari di governo.

Bir Gun

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