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Diritti umani

Le condizioni che hanno portato allo sciopero della fame perdurano

Le condizioni umanitarie nelle carceri turche sono peggiorate e la repressione nei confronti dei prigionieri è stata inasprita con la motivazione dello stato di emergenza. Questo sviluppo si può evincere dai rapporti delle nostre istituzioni sulle carceri turche. Il 15 febbraio un gruppo di prigionieri ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Le richieste degli scioperanti possono essere riassunte come segue: miglioramento delle condizioni di carcerazione, fine dei fermi e degli arresti motivati dall’espressione di opinioni e dal lavoro politico, fine della repressione militare e politica nei confronti della popolazione e fine dell’isolamento di Abdullah Öcalan.

Il 19 aprile 2017 i prigionieri hanno dichiarato di aver concluso il loro sciopero della fame a tempo indeterminato iniziato il 15 febbraio nelle carceri T2 e T3-Gefängniss a İzmir Aliağa Şakran. Le richieste principali dei prigionieri in sciopero della fame erano la fine della repressione nelle carceri e il miglioramento delle condizioni di carcerazione. Possiamo elencare come segue le condizioni nelle carceri sia in base a nostre indagini che in base a quanto affermato dai prigionieri in sciopero della fame:

Dopo il fallito golpe militare sono state arrestate 45.000 persone, soprattutto con l’accusa di partecipazione al golpe militare e di appartenenza all’organizzazione di Fetullah Gülen. In base alla pressione della giustizia sono stati arrestati oltre 10.000 oppositori, soprattutto oppositori curdi. I fermi e gli arresti continuano senza sosta. Questo porta al fatto che le carceri sono sopraffollate e che lì non è più possibile una vita che rispetti la dignità umana. Secondo rapporti del Ministero della Giustizia turco il 1 novembre 2016 si trovavano in carcere 197.297 persone, ma supponiamo che siano oltre 210.000. Anche l’amnistia occulta dell’OHAL nei confronti di criminali non ha risolto il problema del sovraffollamento delle carceri.

La dichiarazione dello stato di emergenza e i successivi decreti legislativi hanno portato a limitazioni die diritti di legge esistenti e anche da questo sono nati gravissimi problemi di diritti umani. La pratica dell’isolamento nelle carceri, trattamenti arbitrari di qualsiasi tipo, tortura e maltrattamenti, trasferimento di prigionieri, pene disciplinari arbitrarie, impedimento nell’accesso a trattamenti sanitari di prigionieri malati e il mancato di rilascio di prigionieri con malattie gravi, sono solo alcuni dei molti problemi.

È responsabilità del Ministero della Giustizia rimuovere le suddette condizioni negative che perdurano nonostante la conclusione dello sciopero della fame. In conformità con le convenzioni internazionali relative ai diritti e alle libertà fondamentali, prime tra tutte le prescrizioni penali e la Carta dell’ONU e raccomandazioni relative ai diritti dei detenuti, queste condizioni negative devono essere rimosse al più presto.

Le nostre istituzioni anche in futuro saranno attente ai diritti dei detenuti e proseguiranno i lavori in modo ancora più efficace perché sia messa fine a queste condizioni negative.

È necessario che le cure mediche die prigionieri in sciopero della fame dopo la conclusione dello sciopero, avvengano in base ai principi dell’Ordine dei Medici Turco (TTB).

In trattamento e l’alimentazione orale e intravenosa (parenterale) dopo lo sciopero della fame deve essere eseguito secondo i protocolli di trattamento (indicazioni) dell’Ordine die Medici Turco che sono stati inviati ai medici nelle carceri, perché possano essere minimizzati i problemi medici che derivano da alimentazione e trattamenti errati dopo uno sciopero della fame. L’intero personale medico che dopo la fine dello sciopero della fame è responsabile per l’alimentazione e il trattamento dei prigionieri può e deve consultare le raccomandazioni di trattamento nel sito indicato qui di seguito.

È molto importante che gli enti responsabili per le carceri, in collaborazione con i medici carcerari mettano a disposizione i necessari alimenti, perché l’alimentazione e il trattamento possano essere eseguiti secondo le raccomandazioni per i trattamenti.

Allo stesso tempo è importante che il Ministero della Giustizia cerchi il dialogo con l’Ordine dei Medici e ammetta un controllo medico da parte di medici indipendenti.

Condanniamo l’atteggiamento antidemocratico del governo che durate lo sciopero della fame ha ignorato tutti i nostri appelli al dialogo. Nei colloqui con i deputati o rappresentanti delle nostre associazioni con il Ministero della Giustizia, il nostro appello al dialogo non è stato raccolto positivamente e così la soluzione del problema è stata rinviata. Questo atteggiamento si distingue dall’atteggiamento del Ministero della Giustizia in occasione di precedenti scioperi della fame.

Riassumendo possiamo dire: le condizioni negative che hanno portato allo sciopero della fame a tempo indeterminato perdurano ancora. Continueremo a impegnarci per contribuire alla fine di questa situazione e per l’introduzione die diritti dei detenuti.

Dichiarazione comune sullo sciopero della fame giunto a termine in Turchia, 20.04.2017

Associazione per i Diritti Umani – İNSAN HAKLARI DERNEĞİ (İHD)

Fondazione Turca per i Diritti Umani – TÜRKİYE İNSAN HAKLARI VAKFI (TİHV)

Piattaforma dei Giuristi Libertari – ÖZGÜRLÜKÇÜ HUKUKÇULAR PLATFORMU (ÖHP)

Associazione dei Giuristi Progressisti – ÇAĞDAŞ HUKUKÇULAR DERNEĞİ (ÇHD)

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