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Appelli

Appello all’iniziativa per i detenuti politici in sciopero della fame da 26 giorni

Mentre prosegue lo sciopero della fame giunto al 26° giorno, la portavoce dell’Iniziativa di solidarietà con le carceri Selma ha diffuso un appello di emergenza e ha sottolineato che una delegazione deve visitare il carcere prima che si verifichino delle morti. 26 detenuti politici nel carcere di Izmir Aliağa Şakran hanno lanciato uno sciopero della fame il 15 febbraio per chiedere la fine dell’isolamento aggravato del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan  e delle violazioni dei diritti umani e delle torture fisiche e psicologiche in carcere.

Il carcere di Şakran si è trasformato in centro di tortura sistematica e ogni giorno nuove incidenze della violazione dei diritti umani vengono alla luce. Le famiglie che vi si recano pe le visite sono soggette a maltrattamenti e a tortura fisica in carcere e le comunicazioni sulla salute dei detenuti sono impossibili a causa delle penalizzazioni comminate ai detenuti. L’amministrazione del carcere e altri funzionari non possono essere raggiunti per avere informazioni sulla salute dei detenuti. Ai detenuti viene dato cibo inadeguato e di bassa qualità, le loro necessità mediche non vengono soddisfatte e sono costretti a indossare manette quando vengono portati all’ospedale.

Le famiglie dei detenuti di Şakran sono preoccupati. Essi sono soggetti ad abusi verbali e fisici entrando in carcere o durante le perquisizioni, e se protestano ricevono divieti mensili di visita. Una donna incinta è stata picchiata da guardie maschili e femminili, con i quali aveva avuto un diverbio mentre era stata perquisita per una visita.

Selma Altan ha affermato che i detenuti nel carcere di Şakran Prison hanno sofferto violazioni dei diritti umani che macchiano l’onore e l’umanità per lungo tempo, e ha affermato quanto segue:

“I detenuti non possono vedersi gli uni contro gli altri quando escono in cortile per prendere aria fresca e devono stare all’attenti durante l’appello. Funzionari hanno incominciato a controllare le scarpe dei detenuti quando vanno in giardino. Le necessità mediche non vengono soddisfatte e non ricevono cure nemmeno quando vengono portati all’ospedale perchè sono costretti a indossare manette. Tutte le aree sociali, incluso la libreria sono proibite, e il cortile è coperto da fili metallici.”

Altan ha affermato che gli avvocato hanno dichiarato che i detenuti hanno un buon morale e sono determinati a proseguire con lo sciopero della fame, aggiungendo: “La spaventosa situazione nel carcere di Şakran è ancora da risolvere. Noi attualmente non simo in grado di incontrare l’amministrazione carceraria ed il procuratore su questo tema. Invitiamo i difensori dei diritti umani e l’opinione pubblica a fare qualcosa contro questa faccenda.”

Altan ha evidenziato che anche i detenuti nel carcere di tipo T di Menemen vengono torturati fisicamente e psicologicamente, e sono soggetti a controllo attraverso le telecamere installate nei reparti del carcere per 24 ore.

Detenuti in sciopero della fame

Şakran sezione T2 : Eren Tekin, Sinan Ekmekçi, Mustafa Akaş, Cengiz Doğan, Necdet Kaya, Erhan Ergüz, Murat Duran, Kasım Özdemir.

Şakran sezione chiusa T3 : Zana Yaktın, İhsan Balkaş, Özgür Güçlü, Özkan Yaşar, Aslan İlhan.

Şakran sezione T4 : Abdullah Aksu, Yusuf Özdemir, Roni Yavuz, Muhammet Bıru, Şivan Bilik, Ahmet Azad, Nayif Yargın, Veysi Kaya.

Şakran sezione femminile: Hürriyet Doğan, Mahsune Şedal, Cihan Asi, Meryem Söylemez, Gurbet Öztürk.

 

Le richieste dei detenuti in sciopero della fame nel carcere di Şakran sono le seguenti:

-La fine dell’isolamento imposto al leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.

– Prestare attenzione medica e cure ai detenuti malati

-La fine dell’attenti durante l’appello

-La fine delle irruzioni di massa nei reparti da parte delle guardie.

– La fine dei maltrattamenti durante le visite

– La fine delle limitazioni sulle attività sociali ed  sui libri

– La fine della politica di contrassegnare il nome

-La fine dell’oppressione sistematica in carcere

 

 

ÖZGÜR AYDIN

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