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Terrorismo di Stato nel Kurdistan del nord: cosa succede a Xerabê Bava e Talatê?

Dall’11 febbraio la zona di Omeryan, che si trova nei dintorni del capoluogo d Nisebîn (provincia Mêrdîn/Mardin) è esposta agli attacchi dell’esercito turco. Il primo obiettivo delle operazioni militari è stato il villaggio di Xerabê Bava. Poi sono seguiti attacchi simili al villaggio di Talatê. Lo schema degli attacchi è che nei villaggi prima viene proclamato il coprifuoco e poi vengono assediati dall’esercito. Nessuno può entrare o uscire dal villaggio. Questa situazione a Xerabê Bava dura da 18 e a Talatê da 8 giorni. In entrambi i villaggi sono stati giustiziati diversi civili, gli abitanti del villaggio esposti a tortura sistematica, le case vengono bruciate e il piccolo bestiame degli abitanti che serve al loro sostentamento viene ucciso.

Perché lo Stato attacca la zona di Omeryan?

Dopo che lo Stato turco nel 2015 e 2016 ha condotto una guerra di annientamento contro città curde che sono considerate roccaforti della resistenza contro il colonialismo in Kurdistan, ora i villaggi resistenti sono entrati nel mirino dell’esercito turco. La zona di Omeryan è composta da circa 90 villaggi ed è la regione nella quale il Movimento di Liberazione curdo già molto presto ha goduto di grande sostegno da parte della popolazione rurale. Qui i partiti politici che simpatizzano con le idee del Movimento di liberazione curdo tradizionalmente ricevono un notevole appoggio. E così Omeryan dagli anni ’80 è diventato più volte obiettivo dello Stato turco. La popolazione della regione è nota per la sua resistenza contro il potere dello Stato sulla ben oltre la provincia di Mêrdîn.

Il primo obiettivo Xerabê Bava

Per questa ragione lo Stato turco ha scelto Omeryan come obiettivo di una prima grande ondata di attacchi di quest’anno. L’11 febbraio nei villaggi di Yavruköy, Büyükkardeş, Küçükkardeş, Akarsu e Xerabê Bava è stato proclamato il coprifuoco. Il giorno successivo l’esercito turco ha iniziato ad attaccare il villaggio di Xerabê Bava con armi pesanti. Inizialmente gli uomini del villaggio sono stati riuniti nella piazza principale del villaggio e lì sottoposti a pesanti torture. Poi dozzine di persone sono state arrestate. Anche nei giorni successivi ci sono state perquisizioni domiciliari e continui arresti e episodi di tortura.

Ma gli eventi non sono finiti qui. L’esercito alla fine ha iniziato a incendiare le case del villaggio e ad uccidere il piccolo bestiame degli abitanti. Gli altri abitanti sono stati chiusi nelle loro case. Altre case sono state trasformate in basi d’appoggio dell’esercito. Anche se a Xerabê Bava sono state interrotte le fornite elettriche ed idriche, i militari non hanno lasciato che nel villaggio arrivassero aiuti. Così le persone dopo appena una settimana hanno iniziato a soffrire della scarsità di alimenti e acqua. Finora è noto che nel villaggio sono state giustiziate cinque persone. Numerose altre persone sono rimaste ferite a causa delle torture. Alcune persone per via delle ferite e delle malattie collegate sono state ricoverate in ospedale. Altre persone che hanno bisogno di cure mediche vengono ancora trattenute nel villaggio.

Anche se l’esercito cerca con ogni mezzo di nascondere gli avvenimenti nel villaggio, l’immagine del sessantenne Abdi Aykut ha raggiunto l’opinione pubblica. Questa immagine è diventata il simbolo della crudeltà dello Stato turco a Xerabê Bava. Il Ministro degli Interni ha immediatamente dichiarato che l’uomo è un terrorista. Aykut è stato pesantemente torturato dai militari durante un raid nella sua casa e poi arrestato. Solo quando durante il fermo da parte dei militari le sue condizioni hanno avuto un grave peggioramento è stato ricoverato in ospedale. Ieri poi è stato arrestato di nuovo. Secondo quanto riferito la sua salute è in condizioni critiche.

Secondo comunicati ufficiali intanto 29 delle 33 persone arrestate nel villaggio sono state rilasciate. Gli abitanti del villaggio rilasciati hanno riferito delle torture subite. Hanno dichiarato che dopo le torture sono stato trattenuti per giorni in celle gelide e sovraffollate.

Il prossimo obiettivo è Talatê

Nel decimo giorno degli attacchi contro Xerabê Bava l’esercito ha esteso i suoi attacchi al villaggio di Talatê. Questo villaggio è stato circondato il 21 febbraio e poi bombardato. Poi numerose case sono state abbattute con le ruspe. Anche qui sono state interrotte le forniture elettrica ed idrica. Molti abitanti del villaggio sono stati arrestati. Di Mahmut Uzun e Abdurrahman Ülker non si hanno notizie o segni di vita.

Sedat Sur

 

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