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Verso il Kurdistan-Comunicato stampa

La situazione che, come Associazione Verso il Kurdistan Rete Kurdistan Italia, abbiamo riscontrato e appurato nelle città del Kurdistan turco, attraverso visite e colloqui, conferma, da una parte, la drammaticità degli eventi e, dall’altra, la pericolosità per il futuro.Le notizie che giungono qui in Italia sono frammentarie e comunque non rendono assolutamente conto della situazione.

Questo è ben presente alla popolazione kurda, ai dirigenti e amministratori locali che – ci hanno detto – non credono più all’interessamento dei governi europei e sperano solo nell’aiuto e nelle informazioni che possono riportare le organizzazioni di cooperanti e solidali internazionali che riescono a raggiungere le loro città martoriate.

Anzi, loro – giustamente – ritengono che gran parte della responsabilità rispetto alla situazione attuale, sia da imputarsi all’Europa e, in modo particolare, all’accordo disastroso UE – Turchia sui rimpatri.La nostra delegazione ha potuto raggiungere le città di Cizre e Van dove si sono tenuti incontri con le autorità locali del luogo e di altre città, giunte appositamente, con famiglie che hanno avuto parenti uccisi, scomparsi o incarcerati.

A Cizre abbiamo potuto osservare, guidati da membri delle associazioni cittadine, distruzioni mirate di quartieri abitate da kurdi. A Istanbul, presso l’Associazione Goc-Der (associazione profughi) e IHD (associazione dei diritti umani) ci hanno descritto un quadro generale della tremenda situazione del Kurdistan turco che successivamente abbiamo potuto riscontrare a Cizre e poi a Van.

A Van, ci ha poi raggiunto un membro di Meya-Der (Associazione dei martiri) di Iuksekova che ci ha illustrato la situazione di questa città quasi al confine con l’Iran. A Cizre, il coprifuoco è iniziato il 14-12-2015, ventiquattr’ore su ventiquattr’ore, ed è durato settantanove giorni. E’ passato poi a venti ore e attualmente è in vigore dalle ore 23 alle 5 del mattino.

In città, si vedono in continuazione blindati nelle strade e ci dicono che qui sono stanziati 10 mila soldati turchi che ora in parte operano a Sirnak. A Cizre i morti accertati dall’inizio del coprifuoco sono stati 258 (tutti civili) di cui 50 donne e alcuni bambini. Poi ovviamente, ci sono i “dispersi”. Gli edifici della città distrutti dai bombardamenti e dalle cannonate sono stati oltre 3 mila. Sono stati uccisi 80 giovani venuti dalle periferie per protestare contro questo massacro.

Gli abitanti sono rimasti senza luce e senz’acqua per 45 giorni e senza gas per il riscaldamento per 30 giorni. Molti corpi straziati sono stati sepolti insieme alle macerie dei palazzi distrutti e poi spianati dalle ruspe. Per sei mesi è vietata la ricostruzione delle case, ma poi arrivano i mesi invernali e, di fatto, tutto resterà fermo per più di un anno!

Molti corpi risultano bruciati perché l’esercito turco, supportato dai servizi segreti e da squadre di mercenari, ha incendiato gli edifici e le cantine dove queste persone si erano rifugiate dopo l’improvviso e ingiustificato attacco.

Lo scopo dei governanti turchi – ci viene detto – è quello di costringere la popolazione kurda a fuggire dalle loro zone devastate e sostituirla con altre etnie (arabi, ceceni ecc.) e, in modo particolare, con i profughi siriani cui sarebbe riconosciuta la cittadinanza turca in vista delle prossime elezioni, cercando così di ridimensionare il ruolo dell’HDP, il partito filokurdo, che, nell’area, ha la maggioranza dei consensi.

Una vera e propria pulizia etnica con il complice silenzio dell’Europa.

La nostra associazione ha consegnato, per le famiglie delle vittime, un primo contributo di aiuti, di 10 mila euro.I rappresentanti della municipalità di Cizre, cui il governo ha tolto quasi tutte le competenze tranne la pulizia delle strade, ci dicono che attualmente la situazione vissuta a Cizre, si sta vivendo in altre località, nello specifico nelle città di Sirnak e di Nusajbin, rispetto alle quali non si hanno notizie precise essendo in atto il coprifuoco totale, con le due città assediate dall’esercito turco.

La città di Van non è stata ancora colpita, ma i rappresentati della municipalità temono che possa succedere ciò che è successo a Cizre. Il rappresentante di Juksekova ci dice che anche nella sua città c’è stato il coprifuoco per 86 giorni, esattamente dal 21.2.2016.

Dal giugno 2015, sono state uccise 837 persone e ben 516 nel solo periodo del coprifuoco (152 guerriglieri, più 364 civili), qui i palazzi distrutti sono stati 412. A differenza di Cizre colpita di sorpresa, a Juksekova si è organizzata una resistenza; infatti, si parla anche di 400 soldati uccisi.

A Van, dove sono state consegnate le borse di studio alle ragazze del progetto “Berfin”, c’è molta tensione.Da capodanno, ci sono stato 40 uccisioni di civili e nei due giorni di nostra permanenza a un chilometro dalla città c’è stato un primo attacco dell’esercito turco che ha uccisi due guerriglieri, un dirigente politico e ferito gravemente un altro uomo, un civile. A questo, ha fatto seguito, il giorno successivo, un attentato a un blindato turco con sei militari uccisi.

Anche a Van, ci è stato riconfermato dai nostri interlocutori kurdi, il disegno del governo turco: costringere i kurdi a lasciare le loro abitazioni, le loro città, il Kurdistan e disperdersi nelle grandi città turche e in giro per il mondo e così sostituirli con persone di altre etnie e profughi siriani, al fine di recidere le radici sociali e culturali di un popolo, fiaccando e stroncando le loro lotte per la libertà e per una vera democrazia.

 

Delegazione nel Kurdistan turco di:

Associazione onlus Verso il Kurdistan– Rete Kurdistan Italia

Alessandria, 21 giugno 2016

 

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