Kurdistan

Siamo seriamente preoccupati per le modifiche costituzionali per la revoca delle immunità

Rispondendo a un appello del Congresso Democratico dei Popoli (HDK) e del Congresso Democratico della Società (DTK) a seguito dei recenti preoccupanti sviluppi nel Parlamento turco 254 organizzazioni della società civile, partiti politici, associazioni, fondazioni, sindaci e sindache e persone singole hanno pubblicato la seguente dichiarazione comune:

“Le immunità parlamentari rappresentano in primo luogo un principio democratico che garantisce ai rappresentanti del popolo eletti il diritto alla libera espressione delle loro opinioni. Questo diritto appartiene anche alle persone dalle quali i rappresentanti sono stati eletti. Perché i componenti del Parlamento hanno il dovere di esprimere la volontà del popolo nel cui nome agiscono. Avviare perquisizioni o arresti nei confronti di parlamentari perché questi hanno fatto uso del diritto alla libera espressione delle proprie opinioni rappresenta un intervento diretti contro la volontà del popolo. In questo contesto consideriamo il dibattito sulla revoca delle immunità nel Parlamento turco uno sviluppo pericoloso che rappresenta una campagna di vendetta politica.

Il fatto che in parallelo continuino le persecuzioni, gli arresti e le condanne di sindaci e sindache, consiglieri e consigliere comunali del Partito Democratico delle Regioni (DBP) con contemporanea destituzione dal loro, mostra quanto sia seria e minacciosa la situazione.

Inoltre al momento ci sono seri dubbi sull’imparzialità e l’indipendenza della giustizia turca. Perfino la Corte Costituzionale ha già espresso preoccupazioni a questo proposito. A fronte di questo scenario in particolare la persecuzione giuridica di esponenti dell’opposizione parlamentare porta con sé un particolare pericolo.

Siamo anche preoccupati per il fatto che il disegno di legge è rivolto in particolare contro i deputati e le deputate dell’HDP, cosa che in caso di implementazione non significa altro che poi la possibilità di una soluzione politica della questione curda verrebbe eliminata del tutto. Il conflitto allora entrerebbe in una nuova fase. Mentre siamo impegnati a rompere la spirale di violenza in questo conflitto, la chiusura dei canali politici sarebbe un duro colpo per qualsiasi ambizione di pace. È semplicemente incomprensibile perché si persevera con metodi che anche in passato hanno portato solo a rendere più profondi i problemi. Quello di cui ora abbiamo bisogno è l’apertura di uno spazio democratico nella politica.

Per questo chiediamo il ritiro immediato del disegno di legge che poterebbe alla fine della rappresentanza della comunità curda e di altre comunità marginalizzate nel Parlamento turco tramite l’HDP. Facciamo appello ai componenti del Parlamento turco a tenere ben presenti le conseguenze di questa possibile legge e a bocciarla in Parlamento. Perché una simile legge soffocherebbe il nostro futuro comune. Chiediamo la fine dell’oppressione politica di giornalisti/e, accademici/e e dell’autogoverno del DBP, nonché l’immediata liberazione e reintegrazione delle sindache e dei sindaci in carcere.“

Civaka Azad

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