Siediti e ascolta.È il titolo del volume di Necat Çetin, ricercatore kurdo, tradotto dal Kurmanji, la principale lingua kurda, e rielaborato servendosi del Turco come lingua-ponte, grazie a un lungo e paziente lavoro di ricostruzione a quattro mani insieme a Laura Anania, reso possibile dal decisivo sostegno finanziario di Antrocom Onlus (www.antrocom.org) e dalla sensibilità dell’Editore Pentàgora (www.pentagora.it) .
Necat ha percorso per più di dieci anni i villaggi dell’Anatolia sud-orientale, nell’ambito di un progetto di ricerca collettiva sulle tradizioni culturali più profonde del popolo kurdo, una ricerca che allora assumeva un carattere rivoluzionario.
In questo modo era riuscito a raccogliere una quantità notevole di testimonianze di ogni genere: annotazioni, registrazioni, fotografie, interviste, disegni… e racconti. Migliaia e migliaia di documenti, che avrebbero dovuto poi essere rielaborati in previsione di una pubblicazione.
Ma in quegli anni non era per niente facile occuparsi di questi argomenti; parte del materiale venne confiscato, parte fu bruciato dalla madre di Necat, che conviveva ormai da troppo tempo con il timore che l’impegno dei suoi figli continuasse a portarli ad affrontare la durezza delle repressione.
Si è salvato soltanto un fascicolo di racconti della tradizione orale, prestato a un amico e non restituito, finito casualmente tra le mani di un editore di Istanbul, che coraggiosamente, nel 2003, decise di pubblicarlo con il titolo del racconto più lungo, Pixço, andando incontro a una conseguente condanna (in quegli anni in Turchia era vietato pubblicare in lingua kurda) e a una salata multa, comminata anche allo scrittore..
L’edizione originale è stata pubblicata senza la revisione del testo da parte dell’Autore: si trattava soltanto di appunti destinati a un approfondimento e come tali sono stati dati alle stampe.Questa edizione italiana, nella quale a ogni racconto segue la sua versione originale in Kurmanji, rende ragione di questo prezioso lavoro di grande interesse antropologico, completando il lavoro almeno su quanto si è salvato, anche sul testo originale, che è stato, per quanto possibile, corretto.
Dal corpo dei racconti emerge intatta l’immagine della gestione della vita del villaggio, uno stile di vita, una collocazione spazio-culturale genuina, scevra da condizionamenti legati alla religione del macro-contesto con il quale la cultura kurda ha dovuto misurarsi da secoli.
Emerge chiaramente la matrice laica, fortemente terrena, che la caratterizza, legata a una forma religiosa originaria ben diversa dalle religioni rivelate, e che, benché duramente messa alla prova nel corso dei secoli, talvolta riaffiora.
Il testo è arricchito da una mappa indicativa realizzata espressamente da una disegnatrice e da diverse riproduzioni di opere di due artisti kurdi: Halise Çetin, sorella di Necat, artista molto produttiva, ancora attiva in Turchia, e Zennun Karakaş, un giovane profugo ancora in attesa di asilo politico in Italia.
Necat Çetin, SIEDITI E ASCOLTA: Racconti brevi della tradizione orale curda
Pentàgora, giugno 2015 – 220 pagine, 12 euro
Per ordinare il libro: ordini@pentagora.it – 019.811800