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Iran

Prigioniero politico curdo a rischio di esecuzione imminente trasferito in una localita’ segreta

[divider]14 Maggio 2013 [/divider]Habibollah Golparipour, un prigioniero politico nel braccio della morte, è stato convocato dai funzionari della prigione centrale di Semnan il 9 maggio e informato che deve prepararsi per il trasferimento in una località,lo ha riferito una fonte locale alla Campagna per i Diritti Umani in Iran.

Golparipour non è stato informato della ragione del suo trasferimento.La fonte ha riferito che, considerando che la condanna a morte del prigioniero politico è stata definita dalla Suprema Corte, si teme che la sua esecuzione possa essere effettuata imminentemente.

In un intervista con la campagna,un membro della famiglia Golparipour ha confermato questa notizia, ed ha aggiunto che Habibollah Golparipour ha chiamato la sua famiglia il 9 maggio e gli ha riferito di una breve telefonata dalla prigione centrale di Semnan e che doveva preparare le sue cose e prepararsi per il trasferimento Venerdi 10 Maggio.

La famiglia del prigioniero politico ha confermato che Golparipour non conosceva le ragioni del trasferimento, né la destinazione,e tutti i tentativi di trovare informazioni sulla sua situazione sono stati infruttuosi.La sua famiglia non è in grado di percorrere la distanza tra la loro residenza di Sanandaj nel Kurdistan e la sua ubicazione a Semnan.

Le forze di intelligence di Mahabad (IRGC) hanno arrestato Habibollah Golparipour il 27 settembre 2007 ,appena fuori Mahabad, e lo hanno imprigionato nei centri di detenzione di sicurezza di Mahabad,Orumiyeh, e Sanandaj.

Fonti vicine alla famiglia hanno riferito che mentre era in detenzione,”e’ stato soggetto alla piu’ severa tortura fisica e psicologica, al punto in cui il braccio e la gamba si sono rotte sotto tortura. “

Il detenuto e’ stato allora trasferito alla prigione di Mahabad e condannato a morte dalla Prima Sezione della Corte Rivoluzionaria di Mahabad il 14 Marzo 2010,in un processo durato un minuto, con l’accusa di appartenenza al Pjak,il Partiro della Vita Libera del Kurdistan.

Golparipour ha intrapreso uno sciopero della fame di 15 giorni il 12 maggio 2010, per protestare contro la sua condanna a morte. Tuttavia,la Trentunesima Sezione della Corte Suprema ha confermato la sua condanna a morte.

In una lettera aperta nel marzo 2012, Habibollah Golparipour ha scritto circa il tortura psicologica e fisica che ha subito negli uffici dell’intelligence nei centri di detenzione di Orumiyeh e Mahabad.

“Durante le mie detenzioni a lungo termine e a causa la tortura fisica e psicologica, ho rischiato di morire.Ho presentato una reclamo che ne spiega i dettagli e lo ha inviato a varie organizzazioni governative, ma in questo paese, le nostre voci non passano nemmeno per le nostre celle di prigione, figuriamoci se trovano ascolto. “

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