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Iran

Nell’anniversario dell’assassinio di Jina Mahsa Amini il popolo del Rojhilat si dichiara in sciopero generale

Si organizza uno sciopero generale nel primo anniversario dell’assassinio di Jina Mahsa Amini avvenuto durante la detenzione da parte della cosiddetta polizia morale a Teheran. Oggi si celebra il primo anniversario della rivolta in Iran e nel Rojihilat (Kurdistan orientale) a seguito dell’assassinio della donna curda Jina Mahsa Amini, avvenuto durante il fermo di polizia a Teheran il 16 settembre 2022.

Il femminicidio di stato di Jina Mahsa Amini scatenò una rivoluzione al grido di “Jin, Jiyan, Azadî”(Donna, Vita, Libertà) in tutto il paese. Le rivolte guidate da donne, che si estesero dal Rojhilat a tutto l’Iran, hanno prodotto una rivoluzione rispetto alla quale le persone pensano che non si possa tornare indietro; la repressione delle manifestazioni ha causato la morte di almeno 500 persone e ne ha ferite a migliaia. Nonostante la denuncia della famiglia contro i responsabili della morte di Amini, fino ad oggi non è stata adottata alcuna misura.

I partiti e i movimenti politici del Rojhilat (Kurdistan orientale / Iran occidentale) hanno indetto uno sciopero generale in Kurdistan il 16 settembre, nel primo anniversario della resistenza “Jin, Jiyan, Azadî”. Definendo la ribellione che scoppiò un anno fa come l’insurrezione più grande e duratura nella storia della Repubblica Islamica, le organizzazioni e i partiti curdi hanno chiesto al “popolo combattente del Kurdistan” di ricordare i martiri di questa nuova rivoluzione, di mostrare il proprio sostegno ai prigionieri politici e di mantenere vivo il movimento politico.

I partiti che indicono lo sciopero includono: il Partito per una Vita Libera nel Kurdistan (PJAK), il MOvimento per la Libertà e la Democrazia nel Rojhilat (KODAR), il Movimento Democratico del Kurdistan-Iran (HDKÎ), Komele (Partito Comunista dell’Iran), Sazimanî Xebat (Organizzazione di Lotta del Kurdistan iraniano), PAK (Partito della Libertà del Kurdistan) e Komeleya Zehmetkêşên Kurdistanê (Comunità dei Lavoratori del Kurdistan).

Oggi nel Kurdistan orientale i negozi restano chiusi e la gente non va al lavoro. Lo sciopero ha luogo in diverse città, comprese: Saqiz, Sine, Diwander, Meriwan, Bokan, Bane, Kamyaran, Kirmaşan, Urmiya, Mahabad, Dehgolan.

Secondo le relazioni che arrivano dal territorio, la città di Saqez, soprattutto l’area intorno alla casa della famiglia Amini e le strade che conducono al cimitero di Aichi, è circondata da forze di sicurezza completamente armate e da personale militare. La presenza militare è stata notevolmente incrementata anche nelle altre località curde.

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