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Opinioni e analisi

Intrighi nel palazzo

Dopo il caos prima del divieto di uscita in Turchia, Erdogan mantiene il suo Ministro degli Interni Soylu come uomo di faticaUn divieto di uscita per il contenimento del coronavirus in Turchia ha acceso il gioco di intrighi per il potere della cerchia del Persidente Recep Tayyip Erdogan. Il Ministro degli Interni Süleyman Soylu ha agito secondo il dictum del costituzionalista nazionalsocialista Carl Schmitt – »Sovrano è chi decide lo stato di emergenza« – quando venerdì sera alle 22 ha annunciato un divieto di uscita per 31 grandi città il fine settimana che sarebbe entrato in vigore due ore dopo. La decisione ordinata dal Presidente dello Stato non era stata concordata né con il Ministro della Salute Fahrettin Koca né con i sindaci dell’opposizione kemalista delle città particolarmente colpite dal coronavirus Istanbul, Ankara e Izmir che però avevano chiesto una simile misura già da tempo.

La popolazione in molti luoghi ha reagito con il panico all’annuncio con un preavviso estremamente breve. Centinaia di migliaia di persone, violando la distanza fisica disposta, sono accorse nei supermercati esponendosi così a un elevato rischio di infezione. In più occasioni ci sono state risse. Solo in una successiva precisazione, Soylu ha assicurato che panetterie e farmacie sarebbero rimaste aperte. Il divieto di uscita controllato dalla polizia è stato sostanzialmente rispettato. Domenica sera il Ministro degli Interni, diventato oggetto di dure critiche da parte dell’opposizione, si è assunto la piena responsabilità politica per le scene di panico di venerdì, »che non sono in linea con questo processo gestito perfettamente«. Successivamente Soylu ha annunciato le sue dimissioni. Ma Erdogan, che in questo modo è stato assolto dalle sue responsabilità, non ha accettato la rinuncia all’incarico del suo Ministro degli Interni. Un portavoce del Presidente fa fatti riferimento ai particolari meriti di Soylu, che ha assunto l’incarico dopo il fallito golpe del luglio 2016, nella lotta contro »il terrorismo«. Soylu, che agisce con durezza contro l’opposizione curda, ha avuto copertura anche da Devlet Bahceli, il capo dei »Lupi Grigi« fascisti alleato di Erdogan. Dopo aver avuto una tale assoluzione, Soylu lunedì ha dichiarato di voler continuare come Ministro degli Interni. La sua offerta di dimissioni così appare dovuta meno a un pentimento, quanto invece a una manovra ben calcolata per il consolidamento della sua autorità nel Palazzo presidenziale.

Che il »Gruppo Pelikan«, come viene chiamato con riferimento a un thriller politico il circolo di potere all’interno dell’AKP intorno al poco amato Ministro delle Finanze e genero di Erdogan Berat Albayrak finora trattato come successore del Presidente, accetterà tanto facilmente l’ascesa di Soylu come nuovo principe ereditario, non c’è da aspettarselo. Il »Game of Thrones« turco con questo entra nel prossimo round – sulle spalle di una popolazione duramente provata da crisi economica, pandemia da coronavirus, repressione politica contro l’opposizione di sinistra e guerra nelle aree curde del Paese.

La Turchia, dove i governanti hanno a lungo ignorato il pericolo della pandemia da coronavirus, ormai è uno dei Paesi più colpiti dal flagello. Domenica il numero di infezioni confermate secondo il Ministro della Salute era di circa 57.000 casi, circa 1.200 contagiati erano già morti per Covid-19. L’associazione turca dei medici intanto ritiene che il numero di morti sia molto più elevato.

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/376367.t%C3%BCrkei-r%C3%A4nkespiel-im-palast.html

 

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