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KODAR e PJAK boicottano le elezioni in Iran

Le due organizzazioni del Kurdistan orientale KODAR e PJAK boicotteranno le prossime elezioni parlamentari in Iran. Le elezioni sarebbero una mera formalità, un cambiamento è raggiungibile solo attraverso la disobbedienza civile.

Il Movimento per la Libertà e la Democrazia del Kurdistan Orientale (KODAR) e il Partito per una vita Libera – Kurdistan (PJAK) boicotteranno le elezioni parlamentari del 21 febbraio in Iran. Lo si apprende da una dichiarazione comune delle due organizzazioni. Le elezioni sarebbero solo una questione formale, antidemocratiche e non sarebbero una risposta alle richieste della popolazione, si afferma nella dichiarazione, in cui si ricorda le richieste di una roadmap presentata dal KODAR nel 2018 per la democratizzazione dell’Iran.

Le possibilità di votare in Iran vengono limitate già alla vigilia delle elezioni, perché i candidati vengono ammessi o rifiutati dal Consiglio dei Guardiani. Il Consiglio è sottoposto direttamente al leader della rivoluzione Khamenei e insieme a lui è superiore al Parlamento.

KODAR e PJAK fanno sapere di poter sostenere solo elezioni democratiche. Chiedono il riconoscimento ufficiale del diritto di autodeterminazione del popolo curdo e di tutti gli altri popoli in Iran. In una dichiarazione viene fatto notare che le elezioni avvengono in un periodo in cui i conflitti all’interno del sistema dominante si inaspriscono. Allo stesso tempo sono cresciute le tensioni con l’estero. All’interno del Paese vigono caos e crisi economica e sociale, così le due organizzazioni del Kurdistan orientale.

La popolazione dell’Iran già nelle precedenti elezioni avrebbe scelto un cambiamento radicale, ma ogni volta si è trovata di fronte a falsificazioni dei risultati elettorali. „Noi sappiamo che anche il nuovo Parlamento rifiuterà in modo dispotico le richieste democratiche e legittime della popolazione“, scrivono KODAR e PJAK. Già oggi si sono verificati falsi in favore dei conservatori, il regime inoltre usa contraddizioni tra tribù, culture e confessioni a fini elettorali.

„Come tutte le altre istituzioni del sistema, il Parlamento non ha progetti di soluzione per i problemi dei popoli e in particolare dei curdi. Si tratta di una formalità“, così la dichiarazione. Il Parlamento finora non ha approvato alcuna legge per il rafforzamento dell’autonomia regionale e è diventato un ente che organizza la violenza e trae profitto dalla guerra. In primo piano c’è una politica della negazione e dell’annientamento, del sessismo e del liberismo con la quale la società è stata vaccinata.

Per via della politica bellicista e della totale mancanza di rispetto per i principi democratici le elezioni vanno boicottate, così PJAK e KODAR: „L’unico e radicale percorso contro la corruzione e il dispotismo è la disobbedienza civile.“

Fonte: ANF

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