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Iniziative

La rivoluzione delle donne. Jinwar: village of free women

È il 17 ottobre, sono passati nove giorni dall’inizio dell’offensiva turca contro il Rojava. La situazione è in continua evoluzione, di ora in ora il numero degli sfollati, insieme a quello delle vittime e dei feriti, cresce. L’esercito turco non si fa scrupoli ad attaccare gli ospedali e le postazioni delle organizzazioni impegnate sul campo nel contenimento della crisi umanitaria. Il progetto di Erdogan prevede l’invasione e occupazione di gran parte dei territori del Rojava e la totale sostituzione etnica, come già è avvenuto ad Afrin. Atrocità disumane, sparizioni, torture, stupri. Stati Uniti, Russia, Iran e i paesi dell’unione Unione Europea fanno solo dichiarazioni vuote in nome di interessi che poco hanno a che vedere con la salvaguardia delle vite dei civili siriani. Le alleanze messe in campo tra Erdogan e gli USA e sempre Erdogan con la Russia mostrano chiaramente i veri intenti di questa guerra: spazzare via l’unica esperienza al mondo di società democratica dal basso, femminista ed ecologista. Mentre i combattenti delle Ypg e Ypj, insieme a parte della popolazione che ha deciso di prendere le armi, difendono strenuamente civili, città e rivoluzione.

È il 17 ottobre e ci troviamo a dover aggiungere un paragrafo alle righe già stese, con le quali pensavamo di raccontarvi questo progetto. Mai ci saremmo aspettate che questa mostra, nata nell’intento di raccontare in modo semplice una realtà poco conosciuta, così da portarla a un pubblico ampio, potesse trasformarsi in una controffensiva, un urlo di protesta nel mezzo dei bombardamenti. E invece così è stato. Ci troviamo in questo assordante rumore di distruzione, a gridare e a chiedere a voi di gridare con noi, affinché le grida diventino canti di resistenza.

Nel novembre 2018 nel cantone di Cizîrê del Rojava, il Kurdistan siriano, viene inaugurato Jinwar – Free Women’s Village Rojava, un piccolo villaggio costruito interamente dalle donne per le donne. Le abitanti di Jinwar sono curde, arabe, yazide, assire, turcomanne, sono giovani e anziane, con figli e senza, vedove di guerra e non. Molte di loro sono impegnate in prima persona nella difesa dell’autonomia democratica del Kurdistan, altre sono a Jinwar perché in cerca di un rifugio, un tempo, una dimensione in cui riappropriarsi della propria storia e di ciò che è stato loro sottratto dalla società patriarcale.

Quella del popolo curdo è una delle delle poche rivoluzioni ancora in atto nel mondo. Una rivoluzione ispirata paradigma del confederalismo democratico tracciato da Abdullah Öcalan. Uno straordinario esempio di democrazia, che si erge sui principi della pacifica convivenza tra popoli di etnie, culture e religioni differenti; sul superamento dello Stato-nazione; una società femminista ed ecologista. A Jinwar e nel resto del Kurdistan i rapporti di potere che vedono l’uomo dominare sulla donna, il genere umano dominare la natura vengono di giorno in giorno erosi dalle loro radici culturali, nella ricerca e la messa in pratica di un’alternativa alla società capitalistica, che soffoca la voce di ogni minoranza, sacrificando la biodiversità naturale e culturale in nome di una smisurata crescita. Questo attraverso un’attenta amministrazione della società che, attraverso l’organizzazione in assemblee, comitati popolari e case delle donne, è in grado di dare voce e risorse a tutti, nel rispetto della parità di genere e nella difesa del bene collettivo. Ma anche attraverso un sistema sociale e produttivo ecologico, calibrato sugli equilibri dell’ecosistema, nel totale rispetto dell’ambiente, caratterizzato dalla presenza di cooperative agricole e sviluppato secondo il principio della differenziazione delle colture.

Tutte le reali rivoluzioni comportano un cambio di paradigma e per questo sono regolarmente messe sotto attacco da chi su certi modelli sta costruendo la propria espansione, a discapito degli equilibri globali. È per questo che la rivoluzione delle donne di Jinwar e del Rojava è una rivoluzione del pensiero che dobbiamo fare nostra. Noi donne e uomini europei possiamo fare parte di questo cambiamento, attraverso piccoli gesti quotidiani e attraverso una presa di coscienza, che passa dalla conoscenza e dall’informazione. Questa iniziativa non nasce con la pretesa di scrivere un racconto storico, stratificato e complesso nella sua interezza, bensì quella di schizzare in pochi, semplici tratti il disegno di una diversa possibilità per tutti noi.

La mostra presenta materiale video e fotografico di natura e provenienza diversa. Da una parte troviamo scatti che attiviste e ricercatrici impegnate nel sostegno alla causa curda (Giovanna Cardarelli, Cisda Milano; Laura Quagliuolo, Cisda Milano; Fabiana Cioni, Rete Jin – IUAV; Zi, comunità curda Londra) hanno realizzato nel corso di viaggi di conoscenza e di studio; dall’altra le immagini di fotografi e videomaker professionisti (Claudia Ferri e Giacomo Betti): due sguardi molto diversi, che insieme raccontano le contraddizioni di un paese in guerra. Si mostrano infine immagini realizzate e pubblicate dalle stesse abitanti di Jinwar e nell’ambito della campagna internazionale Make Rojava Green Again.

Al cuore della programmazione vi saranno inoltre incontri pubblici di approfondimento con combattenti internazionalisti, attivisti e giornalisti, insieme a proiezioni cinematografiche e una serata di musica. Saranno con noi gli ex combattenti YPG e YPJ Davide Grasso e Maria Edgarda Marcucci, l’attivista Cristina Cattafesta, la giornalista Bianca Senatore, la regista e giornalista Benedetta Argentieri e i musicisti Yalda abbasi e Ashti Abdo.

Un grande grazie va a tutti gli ospiti, agli autori dei materiali in mostra, a Paola Galassi, Chiara ✫ Licata, Diego Mayon e Laura Tanzi per il prezioso aiuto.

Infine, un ringraziamento speciale a Sara Ghebregzabher, Marta Mozzati, Laura Quagliuolo, Thelma Scott e Jessica Todaro, che hanno dedicato con generosità il loro tempo, la loro energia e la loro intelligenza alla lavorazione di questo progetto.

ACEA odv

www.aceaonlus.net

Acea Odv è un’Organizzazione di Volontariato (ai sensi del D.Lgs. 117/2017) che non ha fini di lucro e persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Agisce a favore di collettività, persone svantaggiate e a favore delle fasce deboli della popolazione, per la coesione sociale. Opera attraverso azioni culturali e formative volte ai diritti della persona, all’educazione e sensibilizzazione agli stili di vita eco-sostenibili e i comportamenti solidali, indirizzando in particolar modo le sue attività ad un pubblico più giovane, promuovendo lo sviluppo dei talenti, l’imprenditoria e la creatività giovanile e l’ingresso nel mondo dell’educazione e del lavoro; questo, attraverso l’adesione al programma di Servizio Civile Nazionale e Internazionale, alla rete MiGeneration-net, il network delle Politiche Giovanili del Comune di Milano, ma anche attraverso il diretto coinvolgimento di giovanissimi nel Direttivo dell’Associazione. Dal 2017 Acea è assegnataria del Lotto 10 alla Fabbrica del Vapore, a seguito della candidatura al bando Spazi al Talento del Comune di Milano, insieme ad altre realtà del mondo della produzione musicale, teatrale e artistica, che danno vita allo Spazio The Art Land. La cultura, l’arte e la creatività diventano per l’associazione strumenti nuovi attraverso cui portare avanti le battaglie sociali per la difesa dei diritti della persona che da sempre persegue: in una frase, per fare nuovi saperi per il bene comune.

CISDA onlus

www.cisda.it

Le donne del CISDA (Cordinamento italiano sostegno donne afghane onlus) sono attive nella promozione di progetti di solidarietà a favore delle donne afghane sin dal 1999. Il nucleo iniziale è stato costituito da un gruppo di Donne in Nero che ha invitato le donne afghane di due associazioni (RAWA e HAWCA) all’Onu dei Popoli di Perugia. Da allora, questo nucleo di donne ha continuato la sua attività, allargandosi anche ad altre associazioni e a singole donne che intendevano collaborare. L’Associazione (fondata nel 2004) ha come suo fondamento la condivisione dei valori umani di ogni persona, quali ne siano religione, origine, cultura e nazionalità; lo scopo prioritario è la promozione di iniziative di carattere politico-sociale, sia a livello nazionale che internazionale, sulla condizione delle donne che si trovano in situazioni svantaggiate dal punto di vista familiare, economico, sociale e politico, con particolare riferimento alle donne afghane. Nel 2015 alcune esponenti del CISDA si incontrano a Londra con alcune militanti della comunità curda britannica. Da quell’incontro, in cui visioni ed esperienze politiche si intrecciano e sempre più chiaramente si rivelano consonanti, nasce, dopo la liberazione di Kobane, il progetto di due delegazioni organizzate dal CISDA nel Kurdistan turco (Bakur) e nella stessa Kobane. In seguito il CISDA riesce a organizzare, sempre nel Bakur, una delegazione con attivisti politici afghani. Da allora l’associazione lavora per organizzare iniziative e raccogliere fondi a favore dei compagni del Rojava e del Bakur.

La rivoluzione delle donne. Jinwar: village of free women
a cura di Acea Onlus e Cisda

Una settimana di incontri, musica, cinema e immagini a sostegno della rivoluzione del Rojava
All’interno di Th!nkp!nk Festival II edizione | Milano

PROGRAMMAZIONE

Giovedì 14
–> 18.30 La rivoluzione delle donne. Jinwar: village of free women
Inaugurazione della mostra

Venerdì 15
–> 18.30 Come e perché raccontare qui una rivoluzione lontana, incontro con Davide Grasso (ex combattente YPG).
–> 21.00 Yalda Abbasi e Ashti Abdo in concerto a sostegno del Rojava
Il costo del biglietto è di 10 €.
Prevendite disponibili su EventBrite.com senza commissioni aggiuntive: https://bit.ly/2Ngdh68

Sabato 16
–> 18.30 @Asta-racconto a sostegno del Rojava, all’ora dell’aperitivo
Asta dei materiali in mostra a sostegno di Jinwar e Mezzaluna Rossa Kurdistan
Con il contributo di Giacomo Betti, Giovanna Cardarelli (Cisda Milano), Fabiana Cioni (Rete Jin), Claudia Ferri, Laura Quagliuolo (Cisda Milano), Zi (Comunità curda Londra). Condotto da Paola Galassi e Laura Tanzi.
Per partecipare all’asta segnalare la propria presenza a info.aceaonlus@gmail.com
–> 21.30 Proiezione del film Binxêt – Sotto il confine, di Luigi D’Alife

Domenica 17
–> 18.30 Territori di rivoluzione al femminile. Attivismo sul campo e a distanza
Incontro con Maria Edgarda Marcucci (ex combattente YPJ) e Cristina Cattafesta (Cisda Milano). Modera: Bianca Senatore
–> 21.00 Proiezione del film I Am The Revolution, in presenza della regista Benedetta Argentieri

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal 15 al 20 novembre, dalle 10.00 alle 19.00, ad ingresso gratuito. Gli incontri e le proiezioni sono a partecipazione libera e gratuita.

Il ricavato dell’iniziativa sarà interamente destinato a finanziare Heyva Sor a Kurdistanê e.V. (Mezzaluna Rossa Kurdistan), organizzazione umanitaria attualmente impegnata nell’assistenza sanitaria all’interno delle zone interessate dall’aggressione turca, e il villaggio di Jinwar, che non si arrende di fronte alla guerra e che continua a fiorire grazie alle cure, all’energia e alla voce delle sue abitanti.

Dove:

Spazio The Art Land, Fabbrica del Vapore
Via Giulio Cesare Procaccini 4, 20154 Milano

Per info e prenotazioni:
info.aceaonlus@gmail.com
3471388767
02 84259130

 

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