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Opinioni e analisi

Il Cremlino ferma la guerra

Putin e Erdogan legittimano l’occupazione turca in Siria del nord. Pattuglia russo-curda nei pressi di Kobani

Foto: manifestazione di curdi e arabi mercoledì a Qamishlo contro l’aggressione turca

La Turchia per ora vuole fermare la sua guerra di aggressione contro la Siria del nord iniziata due settimane fa. Dopo un accordo con la Russia, »nel momento attuale« non sarebbe necessaria una nuova operazione »all’esterno della zona di offensiva in cui si è operato finora« ha detto mercoledì il Ministero della Difesa turco. Si intende il tratto lungo circa 120 chilometri tra le città di confine occupate dalla Turchia di Tal Abiyad e Ras Al-Ain. In questa regione, che secondo la strategia di Ankara si vuole mettere in sicurezza per prima come testa di ponte all’interno del territorio autonomo della Siria del nord, anche mercoledì si è arrivati a scontri con le Forze Democratiche della Siria (FDS), la cui componente più forte sono le Unità di Difesa del Popolo curde (YPG).

Martedì sera il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo omologo russo Vladimir Putin dopo sei ore di colloqui nella russa Sochi si sono accordati su un memorandum di dieci punti in cui Mosca si impegna a »rimuovere«, insieme all’esercito siriano, entro 150 ore le YPG considerate terroriste da Ankara e le loro armi, lungo tutto il confine turco-siriano in profondità fino a 30 chilometri. Successivamente sono previste pattuglie congiunte russo-turche per dieci chilometri in profondità in territorio siriano.

Con il memorandum, a Ankara è stato concesso »di mantenere lo status quo« per quanto riguarda la zona tra Tal Abiyad e Ras Al-Ain. A fronte della così legittimata occupazione di questa striscia di terra da parte dell’esercito turco e dei gruppi di combattimento jihadisti suoi alleati, che hanno scacciato ampie parti della popolazione locale, l’ulteriore impegno per la »lotta al terrorismo« e a »piani separatisti« appare come una professione solo formale.

Secondo quanto affermato dal Cremlino, il Presidente siriano Bashar Al-Assad sostiene gli accordi russo-turchi. Il Presidente USA Donald Trump via Twitter ha parlato di un »grande successo«, i curdi ora sarebbero »sicuri«. Una dichiarazione ufficiale dell’Amministrazione Autonoma mercoledì ancora manca.

Il governo russo mercoledì ha invitato le milizie curde a ritirarsi volontariamente. In caso contrario le truppe di confine siriane e la polizia miliare russa verrebbero di nuovo ritirate dal confine e i curdi dovrebbero vedersela da soli con l’esercito turco, ha minacciato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskow. In base a un accordo stipulato tra Damasco e l’Amministrazione Autonoma sulla difesa comune dell’integrità territoriale della Siria, truppe siriane e russe ormai sono presenti sul confine con una forza simbolica. Secondo informazioni del servizio di notizie Rojava Network, mercoledì presso Kobani polizia miliare russa appena arrivata, e membri del consiglio militare della città legato alle FDS, hanno pattugliato insieme il confine.

Nell’accordo russo-turco vengono citate in modo esplicito le YPG, ma non l’alleanza militare multietnica FDS creata intorno a loro. Questo lascia spazio a interpretazioni. In un’interpretazione letterale dell’accordo, i consigli militari delle FDS, nelle città di confine potrebbero continuare a esercitare controllo. »Noi siamo pronti a sostenere ogni gruppo che condivide la resistenza popolare contro Erdogan e la Turchia«, aveva detto Assad ancora martedì con riferimento alle FDS.

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/365330.t%C3%BCrkei-gegen-syrien-kreml-stoppt-krieg.html

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