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Opinioni e analisi

La distruzione della memoria di una città: Nusaybin

Era la sera del Newroz del 1992. Io ero alla scuola superiore. Abbiamo celebrato il Newroz a Nusaybin senza violenza, ma più di 100 persone erano state uccise durente le celebrazioni a Cizre, un distretto confinante. La popolazione di Nusaybin era così triste. Mentre quella sera la gente parlava del massacro di Cizre. il Ministro degli Interni İsmet Sezgin aveva ringraziato in televisione la popolazione di Nusaybin per “non sostenere i terroristi a Cizre”. Questa dichiarazione aveva fatto infuriare la gente di Nusaybin ed essi avevano deciso di protestare per il massacro di Cizre.

Il giorno dopo, il 22 marzo 1992, ricordo di aver guardato un gruppo di persone mentre camminava verso il ponte sul fiume Çağ Çağ . Il gruppo di persone cresceva mente uno alla volta si sedevano sul ponte. Era una protesta pacifica. Avevo appena fatto la doccia. Io e mia sorella potevamo facilmente vedere il ponte dalla finestra. Abbiamo guardato con orrore mentre i veicoli blindati della polizia si avvicinavano al ponte da tutti i lati. Non c’era via di fuga per la gente sul ponte.

La gente urlava. Non c’era modo di andare, non c’era una via di fuga. Abbiamo guardato mentre i veicoli blindati correvano sulle persone come pezzi di carta. Da casa nostra abbiamo pianto ed urlato. Le gente cercava di scappare, ma era impossibile. I corpi speciali hanno colpito le persone che cercavano di fuggire, o di gettarsi nel fiume. Ho visto come un ragazzo giovane, che stava cercando di scappare era stato colpito alla schiena.

La nostra vita da allora non è più stata la stessa. Non abbiamo mai dimenticato quel giorno. Avevo appena fatto la doccia. Io non dimenticherò mai l’odore dello shampoo. Anche oggi quando sento l’odore di quello shampoo al supermercato rabbrividisco. Orora come un massacro”.

Queste sono le parole di uno dei miei amici, Fehmile Danış, un avvocato di Diyarbakir che mi ha raccontato questa storia. 16 persone erano state uccise e molte altre ferite su quel ponte. Dopo il massacro quel ponte è stato rinominato come il “Ponte dei Martiri”. Ogni anno il 22 marzo si è svolta una cerimonia commemorativa sul ponte.

Dopo 21 anni, il 21 marzo 2013, una statua commemorativa è stata eretta a Nusaybin per ricordare le persone che hanno perso la loro vita nel massacro. Era stato solo un giorno dopo che il processo di pace era stato ufficialmente dichiarato tra lo Stato turco ed il Partito dei Lavoratoti del Kurdistan (PKK). La cerimonia era stata anche riportata dai media turchi. C’era speranza nell’aria. Una speranza che non solo Nusaybin ma tutto il Kurdistan vorrebbero in futuro vedere in bei giorni e buone celebrazioni del Newroz!

Queste speranze sono scomparse rapidamente. dopo che il processo di pace è crollato nell’agosto 2015, gli scontri sono ricominciati nelle città curde. Questa volta però gli scontri erano nei centri delle città, una caratteristica che era diversa dai precedenti 30 anni di conflitto. Nell’Agosto del 2015, lo Stato aveva dichiarato il coprifuoco nelle città curde in tutta la Turchia sudorientale. All’inizio il coprifuoco durava un paio di giorni. Dopo un pò, il coprifuoco divenne regolare e durava mesi. Quasi 1,5 milioni di persone erano state interessate dal coprifuoco. In alcune città il coprifuoco è durato mesi ed anni.

Dopo 134 giorni di coprifuoco militare, il 19 luglio 2016, il coprifuoco era stato rimosso a Nusaybin. È stata dura riconoscere la città. I sei principali quartieri nel cuore della città erano stati completamente distrutti. Metà della città non esiste più. Era difficile credere che nella stessa zona c’erano abitazioni, scuole e negozi. La zona demolita è stata separata dal resto della città da un recinto di filo spinato alto 3 metri.

Anche il parco Musa Anter della città, confinante con la zona demolita, è stato distrutto. Circa 6.000 alberi nel parco sono stati bruciati. Non sarò mai in grado di dimenticare questa scena. Dopo che il coprifuoco è stato rimosso sono tornata a Nusaybin. La distruzione i quei quartieri prosegue. Enormi macchinari edili stavano continuamente lavorando nella zona.

La popolazione di Nusaybin guardava questa distruzione da dietro la recinzione di filo spinato. Ho incontrato alcune donne che piangevano mentre guardavano la distruzione. Avevo chiesto se le loro abitazioni fossero state distrutte. Una di loro rispose: ” Si, le nostre case sono state distrutte, ma no stiamo piangendo per le case, ma per i nostri ragazzi che si trovano ancora sotto le macerie”.

Circa 45.000 persone sono diventate senza tetto a Nusaybin. Alcune di loro si sono spostate nei distretti e villaggi circostanti, ed alcuni vivono nelle tende. Con la sindaca Sara Kaya (che ora si trova in carcere da più di 18 mesi) avevo visitato alcune famiglie che avevavo perso i ragazzi. Nel settembre del 2016, un amministratore dello Stato è stato designato per sostituire il sindaco eletto. Al posto dei quartieri demoliti lo Stato ha avviato la costruzione di enormi appartamenti. Hanno piantato nuovi fiori e nuovi alberi nel parco Musa Anter.

Alcuni giorni fa, il monumento che commemorava 16 persone che erano state uccise nel 1992 è stato demolito per ordine dell’amministratore dello Stato. Questo segue alla distruzione di altri monumenti eretti per commemorare politici, scrittori e intellettuali curdi morti e rgazzini curdi colpiti dalle forze di sicurezza. Il monumento è stato sostituito con una torre dell’orologio.

Distruggendo i nostri monumenti, lo Stato pensa che noi dimenticheremo i massacri e i nostri amati. Essi non hanno idea. Quell’orologio mostra sempre l’ora del massacro del 1992. I nuovi fiori ed alberi impiantati nel Parco Musa Anter odoreranno sempre di massacro. Un odore di cui tutti abbiamo familiarità.

 

di Nurcan Baysal

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