Interviste

Il Tribunale permanente dei popoli in sessione sulla Turchia e la repressione del popolo curdo

Il 15 e il 16 marzo, a Parigi, si è tenuta la sessione del Tribunale Permanente dei Popoli sulle violazioni di diritti umani e crimini di guerra operati dalla Turchia nei confronti del popolo kurdo.

Senzaconfine fin dal 1990 ha sempre operato a fianco del popolo Kurdo, seguendo le vicende legate all’asilo politico richiesto da Ocalan in Italia nel 1998, manifestando la propria solidarietà a tutte le iniziative promosse dall’Associazione UIKI che rappresenta la cultura e la storia di questo popolo in Italia e supportando, all’interno della Rete-Kurdistan, tutti gli eventi organizzati in favore della vicenda Kurda e i progetti di aiuto in favore delle popolazioni che lottano in Turchia e in Rojava per l’affermazione dell’autodeterminazione e la creazione del confederalismo democratico.

Due giornate di intenso lavoro hanno caratterizzato la sessione del Tribunale chiamato a giudicare le violazioni dei diritti umani operate dal governo turco e il suo Presidente, Erdogan, il quale non si accontenta di perseguitare le popolazioni civili nel sud est della turchia, in Kurdistan, ma commette omicidi mirati, con i suoi servizi segreti, perseguitando i resistenti kurdi, anche all’estero, come ha dimostrato il femminicidio di Parigi, che ha visto l’assassinio delle compagne Leyla, Fidan e Sara.

Numerose delegazioni da tutto il mondo erano presenti con avvocati, giornalisti, accademici e scrittori che hanno ascoltato dalla platea del Centro du Travaille di Parigi le strazianti testimonianze di uomini e donne reduci dall’esperienza di uccisioni indiscriminate, bombardamenti e distruzione di territori con abbattimenti di edifici e luoghi di culto, nonchè di città dichiarate patrimonio dell’umanità, protette dall’Unesco, vittime delle violenze condotte dal Governo Turco negli ultimi due anni nel sud est della Turchia, in Kurdistan.

Durante queste due giornate di lavori sono stati sentiti i cittadini di Sur, Diyarbakir, Sirnak, Cizre, che hanno raccontato i crimini, le violenze e i soprusi subiti dal 2014 a seguito dei bombardamenti e delle operazioni di pulizia etnica effettuate dal governo turco.

Hanno raccontato delle uccisioni dei loro familiari avvenute durante le incursioni di Polizia, dei raid che non hanno dato scampo neanche a chi si è rifugiato nei sotterranei delle cantine delle città: tutto questo ha straziato i cuori e le menti delle centinaia di persone presenti come osservatori internazionali venuti da numerosi Paesi del mondo, che hanno ascoltato le deposizioni delle vittime civili, dei giornalisti e degli avvocati dinanzi la Giuria del Tribunale. Tra due mesi a Brussels sarà pubblicata la sentenza che, se pure simbolica, potrà avere un forte impatto sull’opinione pubblica perchè emessa da giudici imparziali, conosciuti per le loro competenze in materia di diritto internazionale e di diritti umani, professori, accademici e giornalisti stimati per le loro posizioni di imparzialità nell’esame delle prove loro sottoposte nei numerosi processi svolti da questo Tribunale. Violazioni dei diritti umani emerse con evidenza dal lavoro svolto dall’accusa, diretta dallo studio del noto avvocato Belga Ian Fermont.

I/le partecipanti hanno sottoscritto un appello comune contro gli attacchi e i bombardamenti effettuati in questi giorni dal dittatore Erdogan che colpiscono la città di Afrin, in Siria, colpevole di aver dato rifugio a centinaia di migliaia di profughi civili fuggiti dagli assedi dell’Isis e oggi vittima della violenza delle armi turche.

Roma-Parigi , 15 e 16 marzo 2018

Presidente Senzaconfine

Simonetta Crisci

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