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Kurdistan

Prigioniero anche della Merkel

Sevim Dagdelen è la portavoce per le relazioni internazionali del gruppo Die Linke nel Bundestag [NdT Parlamento tedesco]. La casa editrice Westend-Verlag ha pubblicato il suo libro ” ll caso Erdogan. Come Merkel ci vende a un autocrate”.

Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan è un nemico della stampa libera. Ormai anche i giornalisti stranieri non sono più al sicuro. Questo è diventato chiaro con l’arresto di Deniz Yücel. Come il corrispondente di Welt, nelle galere turche si trovano oltre 150 giornalisti, i colleghi arrestati del quotidiano di opposizione Cumhuriyet si trovano in isolamento da 120 giorni.

Le accuse contro Deniz Yücel – “sostegno al terrorismo” e “sobillazione della popolazione” – sono inaudite e inaccettabili. Ricadono sul regime dell’AKP stesso. Visto che sono Erdogan e C., che hanno reso la Turchia la “piattaforma centrale di azione” di gruppi terroristici islamisti nel Medio Oriente. Questo è quanto ha ritenuto il governo federale l’estate scorsa, senza che questo però impedisse alla cancelliera Angela Merkel di continuare a restare fedelmente e saldamente al fianco del suo partner.

Quando Erdogan lo scorso anno ha allontanato dal pubblico impiego oltre 100.000 di diverso orientamento  e ha fatto incarcerare decine di migliaia di persone, la responsabile del governo tedesco si è detta “preoccupata” – e non ha fatto niente. Il “business as usual” di Berlino ha rafforzato il despota del Bosforo. La notizia sull’incarcerazione di Yücel viene ora valutata dalla cancelliera come “amara e deludente”. Questo fa parte dell’inganno della Merkel nei confronti dell’opinione pubblica in Germania. Perché il governo finge partecipazione per il destino di Deniz Yücel. Ma allo stesso tempo aumenta le esportazioni di armi verso la Turchia e lavora per un rafforzamento della Bundeswehr [NdT esercito tedesco] in Medio Oriente nella base militare di Incirlik. Anche dal punto di vista economico Merkel vuole dare una mano a Erdogan nella difficoltà, il luogo è troppo importante per il capitale tedesco. Così viene prospettato un allargamento dell’Unione doganale dell’UE, e i lucrativi aiuti pre-ingresso dell’UE per l’ammontare di 630 milioni di Euro annui ovviamente continuano a raggiungere Ankara. E non da ultimo, il governo federale omette tutto ciò che potrebbe impedire l’ingresso [in Germania] di Erdogan per poter eseguire la sua campagna pubblicitaria per la dittatura.

Deniz Yücel è prigioniero anche della Merkel. Tutto ciò che sarebbe possibile fare in termini di possibili pressioni per la sua liberazione non viene sfruttato. È invece in corso un teatrino di quart’ordine per ingannare il pubblico.

L’ampia solidarietà con Deniz Yücel è giusta e importante, rafforza anche i prigionieri politici di Erdogan. Ma questa solidarietà deve puntare anche alla Merkel perché la cancelliera non passi con la sua politica dell’inganno.

di Sevim Dagdelen

Junge Welt

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