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Kurdistan

Opposizione in galera

Turchia: Partito pro-curdo boicotta il Parlamento. Carcerazione preventiva per giornalisti e politici. Creata confusione intorno all’attentato a Diyarbakir. Con un boicottaggio del parlamento della Turchia il Partito Democratico dei Popoli (HDP) vuole reagire all’arresto di numerosi suoi deputati, sindacaci e funzionari. Il partito di sinistra pro-curdo che è il secondo più forte partito di opposizione nell’Assemblea Nazionale, domenica in una conferenza stampa a Diyarbakir ha parlato dell‘ “attacco più complessivo e più nero nella storia della nostra politica democratica”. Il partito nelle prossime settimane cercherà la discussione con la popolazione e le forze democratiche del Paese rispetto come continuare ad agire. Tutte le opzioni restano aperte – dalla rinuncia ai mandati parlamentari fino al ritorno al lavoro parlamentare, ha dichiarato il deputato HDP Ziya Pir.

Contro nove dei dodici deputati HDP arrestati venerdì, che la Procura dello Stato accusa di sostegno al Partito dei Lavoratori del Kurdistan PKK, sabato è stata disposta la carcerazione preventiva. I co-presidenti Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag sono stati portati in carceri rispettivamente a Edirne nell’estremo ovest del Paese e nella città di Kocaeli sul Mar Nero. “Non accetto di essere un figurante in una rappresentazione teatrale della giustizia che è stata scritta su ordine di Erdogan “, si legge in una dichiarazione resa dai deputati arrestati davanti ai giudici competenti per la convalida dell’arresto. Solo il popolo ha il diritto di, »giudicarmi per il mio atteggiamento e il mio agire politico«.

La carcerazione preventiva è stata disposta anche nei confronti del caporedattore del rinomato quotidiano liberale Cumhuriyet, Murat Sabuncu, così come per otto collaboratori del foglio arrestati una settimana fa. Anche la Presidente del Partito Democratico delle Regioni (DBP) curdo, Sebahat Tuncel, ferita dalla polizia venerdì durante il suo arresto in una manifestazione a Diyarbakir, domenica è stata posta in custodia cautelare.

A livello internazionale nel fine settimana ci sono state proteste contro gli arresti in Turchia. Nella manifestazione più grande che si è tenuta in Germania, a Colonia, sabato sono scese in piazza oltre diecimila persone. A Istanbul la polizia ha attaccato una manifestazione dell’HDP con gas urticanti, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Intanto la Commissione UE nel suo rapporto sui progressi annunciato per mercoledì, secondo informazioni della Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, lamenta una “grave regressione”nell’ambito della libertà di opinione e un uso “selettivo e arbitrario” delle leggi antiterrorismo in Turchia.

C’è confusione rispetto all’attentato contro una centrale di polizia a Diyarbakir che venerdì è costato la vita di dieci persone. Mentre il governo continua ad attribuire la responsabilità al PKK, sabato lo “Stato Islamico” su un sito affiliato, ha rivendicato per primo l’attacco. Domenica poi, i Falchi della Libertà del Kurdistan (TAK), che secondo alcune indicazioni si sarebbero staccati dal PKK, hanno dichiarato che uno dei loro combattenti avrebbe eseguito l’attentato suicida contro »lo Stato fascista turco«. Il deputato Ziya Pir rilasciato con la condizionale, ancora sabato presumeva che l’attacco, nel quale è rimasto ucciso anche un dirigente distrettuale dell’HDP, fosse rivolto alle dozzine di politici dell’HDP, tra cui la co-presidente Yüksekdag, trattenuti nel posto di polizia.

di Nick Brauns

Junge Welt

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