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Kurdistan

La longa manus di Erdogan

La spiritosaggine ha i suoi limiti-La Germania ha un’ampia gamma di media statali che non si chiamano così, ma a stento sono diversi da questo: organi del governo. L’apparato si autoproclama »giuridicamente-pubblico«, ma gli organismi decisionali sono paritetici, in tempi di grande coalizione occupati dai partiti al potere. Il divertimento viene finanziato dal contribuente, che voglia o meno consumare quello che paga. Condizioni da sogno in effetti.

Allora ci si chiede perché uno strumento così ben oleato, perché una fossa dell’orchestra così ben equipaggiata sembra non essere in grado di far ballare l’opinione pubblica secondo la propria musica. Che si vada contro Putin, che nella scala mediatica della cattiveria è collocato da quale parte tra Hitler e Gengis Khan, o che tagliagole islamisti in Siria ci vengano spacciati per »ribelli moderati«: la gente non è più disposta a subire qualsiasi cosa. La macchina dell’opinione ha perso slancio.

E poi arriva uno Jan Böhmermann, consapevole dei distinguo e tutt’altro che di sinistra, e trasforma un negozietto di merce varia sotto casa come il canale ZDF nella punta di diamante dell’umorismo sovversivo. Questo davvero nessuno se lo sarebbe aspettato, neanche il Consiglio di Amministrazione dell’emittente. Vi siedono cinque rappresentanti dei Länder e uno della federazione. Suona molto di andare-in-cantina-per-ridere, di piedi intorpiditi. Eppure: Il moderatore ZDF di Neo-Magazin-Royale da mesi domina l’agenda della satira. In modo così sovrano che [il giornalista] Dieckmann di Bild è costretto a inventarsi un’intervista con lui. E Titanic [N.d.T.: rivista satirica di sinistra] un’intervista con Dieckmann su di lui.

Una denuncia da parte dell’insofferente capo di Stato turco dopo la sua trasmissione del 31 marzo il satirico l’avrà pure messa in conto, perché quella per le cattiverie proclamate era quasi programmata. E sarebbe anche stato troppo divertente: il boss del Bosforo che a casa angustia la sua stampa, si spacca di denti con l’occidente libero e con una cancelliera incrollabile. Quasi un’antitesi all’accusa di »stampa bugiarda«.

Ma la satira reale l’ha fatta finita con la satira; la ragion di stato è al di sopra della libertà di opinione. La longa manus di Erdogan non arriva solo nelle stanze delle redazioni di Ankara e di Istanbul, ma da tempo fino a Magonza allo ZDF – e fino a Berlino, negli uffici della cancelleria. La Turchia in fondo sorveglia il confine con l’UE. Se Erdogan apre le sue porte, Merkel probabilmente può andarsene a casa, perché la sua manovra di salvataggio per il sistema della libertà di circolazione all’interno dell’Europa è stata comprata attraverso il patto con il despota. E lui ovviamente lo sa benissimo.

Per questo ora all’interferenza è stata messa fine. Erdogan resta »partner stretto« (Merkel), Putin l’incendiario mondiale e il paesaggio mediatico tedesco una natura morta su Valium. Böhmermann? Emigrare probabilmente non sarebbe l’idea più sciocca. E noi? Sarà meglio che per ridere andiamo in cantina. Altrimenti magari qualcuno ci sente.

 

di Sebastian Carlens

Foto:Umit Bektas/Reuters

Jungewelt

 

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