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Kurdistan

Marziani in guerra

Tra i già numerosi mantra autorassicurativi in genere cretini che l’Occidente si è inventato dinanzi agli attacchi in casa propria da parte di militanti ISIS e al Qaeda ci sono ora l’alleanza con i governi islamici “moderati” e l’urgenza del compattamento con l’Occidente di tutte le realtà medio-orientali a esso legate, in modo da effettivamente riuscire a spuntarla in Siria e in Iraq, cioè nei teatri fondamentali di guerra. Ma a pochi giorni dalle stragi di Parigi si sono verificati pressoché contemporaneamente più fatti che attestano come l’Occidente continui a evitare con grande cura la constatazione della realtà effettiva delle cose, e come altrettanto accuratamente si stia dando la zappa sui piedi.

Primo fatto. Si è “scoperto” che la frontiera turco-siriana non è blindata come si diceva ma un colabrodo. O meglio, che essa è blindata per quanto riguarda il passaggio dei turchi di Turchia in Siria in aiuto ai loro compagni curdi siriani che combattono contro l’ISIS, a Kobane e altrove. Gli occidentali che vanno in Siria o in Iraq a combattere nelle file dell’ISIS invece vanno avanti e indietro comodamente.

Ma era già stato documentato a suo tempo, a proposito di quale effettivamente sia la posizione del governo turco, come l’ISIS fosse assiduamente informato dall’intelligence turca, come i suoi miliziani potessero muoversi liberamente, per spostarsi da un punto all’altro della Siria, in territorio turco, anzi come loro gruppi fossero trasportati da mezzi militari turchi, come i loro feriti fossero curati in ospedali turchi, parimenti come il “misterioso” mercato nel quale l’ISIS vende il petrolio dei pozzi sotto suo controllo si chiami Turchia, ecc.

Secondo fatto. Israele ha recentemente bombardato miliziani hezbollah (sciiti libanesi) e pasdaran iraniani operanti in Siria a fianco del regime di Assad contro ISIS e al Qaeda, perché si erano avvicinati troppo al Golan siriano illegalmente annesso a Israele. Come contributo dell’occidentalissimo governo fondamentalista e colonialista israeliano alla comune battaglia di civiltà dell’Occidente contro il fondamentalismo islamico di ISIS e al Qaeda niente male.

Terzo fatto. I repubblicani statunitensi hanno criticato Obama per aver rifiutato l’inasprimento delle sanzioni all’Iran, essendo in corso trattative tra Occidente e Iran sul nucleare di questo paese. L’Iran è l’unico paese esterno al teatro di guerra medio-orientale che vi abbia mandato truppe significative a contrasto di ISIS e al Qaeda.

Quarto fatto. Rimangono nell’elenco occidentale delle organizzazioni terroristiche i curdi del PKK turco e del PYD siriano, inoltre vi rimangono Hamas palestinese e hesbollah libanesi alleati dell’Iran, cioè la gran parte dello schieramento effettivamente combattente contro ISIS e al Qaeda.

Quinto fatto. Il contributo dei governi arabi “moderati” alla battaglia occidentale di civiltà e contro il terrorismo si è arricchito di un nuovo episodio: due donne in Arabia Saudita sono state appunto accusate di terrorismo per aver guidato l’automobile senza accompagnamento maschile. Al tempo stesso buona parte della famiglia reale saudita continua a finanziare gruppi islamisti che collaborano con al Qaeda, anzi che ne sono succursali strette, continua a finanziare in tutto il mondo imam fondamentalisti, ecc.; e buona parte della famiglia reale del Qatar continua a fare a stessa cosa sul versante dell’ISIS.

Andando avanti così, questa conclusione sembra obbligata, il peggio deve ancora venire.

di Luigi Vinci -Il Becco

 

 

 

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