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Kurdistan

Nasce a Livorno l’associazione Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus

Kobanê. Si tratta della più grande organizzazione umanitaria per il Kurdistan, attiva in Germania dal 1993che da allora si occupa di raccolta fondi e beni di prima necessità.

Kur­di­stan è una nazione di circa 60.000.000 abi­tanti, discen­denti da uno dei popoli più anti­chi della Meso­po­ta­mia. La sua popo­la­zione, divisa tra Tur­chia, Siria, Iraq e Iran, soprav­vive con l’unico intento di man­te­nere la pro­pria auto­no­mia e iden­tità, tro­vando da sem­pre come rispo­sta da parte dei governi di que­sti paesi per­se­cu­zioni, ten­ta­tivi di geno­ci­dio, cam­pa­gne di assi­mi­la­zione cul­tu­rale e lin­gui­stica, discri­mi­na­zione e abusi.

E l’Europa, che ha offerto asilo poli­tico ai suoi pro­fu­ghi, ma man­tiene l’etichetta ter­ro­ri­sta per Oca­lan e il PKK, per molti anni è sem­brata ridurre l’analisi del mondo medio­rien­tale ai ter­ri­tori della stri­scia di Gaza, forse per non intac­care i deli­cati equi­li­bri e i patti segreti intes­suti tra le grandi potenze impe­ria­li­ste su que­sto ter­ri­to­rio pre­zioso a livello eco­no­mico e geo­po­li­tico. Oggi però, dopo un l’attacco che ci tocca da vicino alla reda­zione di Char­lie Hebdo a Parigi, la resi­stenza del popolo curdo con­den­sa­tasi in quella della città-simbolo di Kobanê, che tra otto­bre e novem­bre dello scorso anno è riu­scita a far riti­rare l’ISIS dai suoi con­fini, assume tutto un altro signi­fi­cato e gua­da­gna final­mente l’attenzione dovuta.

In que­sto sce­na­rio, nasce a Livorno il 30 dicem­bre l’associazione Mez­za­luna Rossa Kur­di­stan Ita­lia Onlus. L’associazione è la dira­ma­zione ita­liana di Heyva Sor a Kur­di­stanê, la più grande orga­niz­za­zione uma­ni­ta­ria per il Kur­di­stan, attiva in Ger­ma­nia dal 1993che da allora si occupa di rac­colta fondi e beni di prima neces­sità. I pro­getti di Heyva Sor sono sem­pre stati mirati all’aiuto e appog­gio alle migliaia di bam­bini curdi rima­sti orfani durante i con­flitti e le rap­pre­sa­glie interne e si sono inten­si­fi­cati dopo il mas­sa­cro dei curdi Ezidi di Şen­gal, nel nord dell’Iraq, e lo sfian­cante asse­dio dell’Isis a Kobanê, durato per più di due mesi, che ha già gene­rato circa 120.000 rifu­giati accolti, nono­stante il boi­cot­tag­gio della Tur­chia, nella regione di Urfa, a sud del paese, in campi-profughi curdi autogestiti.

«L’emergenza riguarda i generi e i mate­ria­li­per fron­teg­giare l’inverno e altri generi di prima neces­sità, come il latte in pol­vere per i bam­bini. Negli improv­vi­sati ospe­dali dei campi man­cano attrez­za­ture, medi­ci­nali, vac­cini e medici spe­cia­li­sti, in par­ti­co­lare orto­pe­dici, pedia­tri e chi­rur­ghi. In que­sto senso-spiega Şevda Sun­mez, segre­ta­ria della neo­nata asso­cia­zione ita­liana– stiamo già pen­sando anche a pra­ti­che di affi­da­mento a distanza per per­met­tere ai più di 5000 bam­bini orfani e pro­fu­ghi l’accesso a generi di prima neces­sità e mate­riali sanitari».

Una rispo­sta mirata e con­tin­gente per un popolo le cui pra­ti­che poli­ti­che, avreb­bero meri­tato l’attenzione dell’Europa anche prima che la duris­sima offen­siva dello Stato Isla­mi­colo ridu­cesse a sog­getto di una nuova emer­genza umanitaria.

«L’Europa sta capendo adesso cos’è l’Isis, ma i curdi lo sanno da tempo e dall’inizio della guerra civile in Siria sono riu­sciti a man­te­nere la regione del Rojava (il Kur­di­stan siriano, auto­nomo e orga­niz­zato secondo un sistema di con­fe­de­ra­li­smo demo­cra­tico, basato su libertà demo­cra­tica, eco­lo­gica e di genere) rela­ti­va­mente stabile-spiega Alberto Mari, mem­bro della dele­ga­zione ita­liana nei campi pro­fu­ghi del Kur­di­stan iracheno.

La demo­cra­zia dal basso pro­ba­bil­mente spa­venta non solo l’Isis, ma anche le nazioni che lo appog­giano.»Il pre­si­dente dell’associazione Mez­za­luna Rossa Kur­di­stan Ita­lia, Ali­can Yil­diz, spiega così le ragioni della nascita dell’associazione: «Vivo a Livorno da 7 anni e quando ho ini­ziato a rac­con­tare ai miei amici cosa stava suc­ce­dendo in Kur­di­stan, nes­suno mi cre­deva, per­ché sui gior­nali non se ne par­lava. Eppure que­sto è un luogo ricet­tivo per chi viene da fuori.

Sapevo che Livorno aveva già dimo­strato atten­zione alla que­stione curda. Sono entrato pre­sto in con­tatto con un gruppo di per­sone inte­res­sate e così è nata l’associazione, che ha il fine di por­tare aiuto alla popo­la­zione civile del Kur­di­stan». L’associazione è apar­ti­tica e acon­fes­sio­nale e nasce sotto il patro­ci­nio del Comune e della Pro­vin­cia di Livorno. Gio­vanna Cep­pa­rello, Pre­si­dente del Con­si­glio Comu­nale si dichiara «con­tenta e ono­rata di ospi­tare i pro­getti di que­sta nuova asso­cia­zione e di ini­ziare così a par­lare con one­stà intel­let­tuale di tutti i morti per mano dell’Isis, soprat­tutto di quelli che sem­brano tal­volta avere meno dignità rispetto ai morti occi­den­tali, ai quali ovvia­mente tri­bu­tiamo il nostro rispetto e la nostra soli­da­rietà».

Mez­za­luna Rossa Kur­di­stan Ita­lia Onlus verrà pre­sen­tata domani al Nuovo Tea­tro delle Com­me­die di Livorno, con una con­fe­renza dibat­tito alla quale, oltre al diret­tivo dell’associazione, com­po­sto da Ali­can Yil­diz, Bar­bara Man­cini e Şevda Sun­mez, pren­de­ranno parte anche Yil­maz Orkan (pre­si­dente dell’Ufficio Infor­ma­zione Kurdistan),Erdal Karabey(presidente dell’Associazione cul­tu­rale Kurdistan),Vahdettin Kilic(vice pre­si­dente di Heyva Sor a Kur­di­stane), Ivan “Grozny” Compasso(giornalista free­lance autore di un recen­tis­simo repor­tage su Kobanê) eAl­berto Mari(membro della dele­ga­zione ita­liana nei campi pro­fu­ghi del Kur­di­stan ira­cheno).

La serata si chiu­derà con una cena tra­di­zio­nale curda orga­niz­zata dalle comu­nità di Cecina e Pon­te­dera e il con­certo del musi­ci­sta Serhat Akbal.

In quest’occasione sarà pos­si­bile asso­ciarsi econ­tri­buire alla rac­colta di fondi per la quale è già stato creato un conto cor­rente. (C/C 1000/00132226 inte­stato a Mez­za­luna Rossa Kur­di­stan Ita­lia Onlus, IBAN: IT63 P033 5901 6001 0000 0132 226)

Virginia Tonfoni  

Il Manifesto

 

 

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