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Iniziative

Delegazione verso il Kurdistan del Sud (Nord Iraq)

Care amiche ed amici, cari compagni,stiamo organizzando, per la settimana che va da sabato 28 settembre a domenica 6 ottobre, una delegazione nel Kurdistan del Sud, con l’obiettivo di conoscere quella realtà, l’evoluzione dello stato autonomo in quella parte d’Iraq, incontrare partiti e società civile e vedere luoghi e siti che hanno fatto la storia dell’umanità.

Il percorso e il tragitto del viaggio comprendono le città di Erbil, Halabja, Kirkuk, Suleimanya, il campo profughi di Mahmura, il campo di profughi kurdi siriani sul confine e la città santa zoroastriana di Lalish (in allegato, la bibliografia). Come già detto, pianificheremo anche incontri con partiti, parlamentari e società civile kurda.

La partenza dall’italia è prevista per sabato 28 settembre, con arrivo ad Erbil (Hewler) attuale capoluogo del Kurdistan iracheno; il volo di ritorno è previsto per domenica 6 ottobre da Hewler per l’Italia, via Germania.

Il costo del viaggio è di circa 850 euro per il biglietto aereo ( a seconda delle tariffe correnti al momento della prenotazione). A questo, vanno aggiunti i costi personali per vitto e alloggio, per gli spostamenti e per l’interprete, a carico degli stessi partecipanti (costo complessivo presunto, variabile a seconda del numero dei partecipanti, tra 1.500 e i 1.800 euro).

Una volta inviata l’adesione con nome e cognome, indirizzo mail, recapito telefonico e con il versamento sul conto della nostra associazione di una somma di 1.000 euro, prenoteremo i biglietti, con i quali è assicurata la partecipazione alla delegazione.

La scadenza per l’iscrizione, incluso il pagamento, è il 1 settembre 2013 (affrettatevi per spuntare le migliori condizioni di prezzo dei voli aerei).

Ricordiamo a tutti i partecipanti che il passaporto deve avere 6 mesi di validità e non recare timbri dello Stato d’Israele.

Il programma definitivo potrebbe subire variazioni in corso d’opera.

Info per il bonifico bancario: Associazione Verso il Kurdistan onlus – Banca Intesa San Paolo – sede Alessandria – IBAN IT79 F030 6910 4001 0000 0402 675 – causale: partecipazione alla delegazione in Sud Kurdistan).

Colgo l’occasione per segnalarvi la bella mostra fotografica di Enzo Macrì – dal titolo “Popoli in fuga”- esposta nella nostra sede di via Mazzini, 118/122, in Alessandria, sui due campi profughi che abbiamo visitato nel 2012 durante il viaggio della delegazione nel Kurdistan iracheno: il campo profughi di Mahmura e quello di Domiz sul confine siriano.

Per informazioni: Lucia (tel. 333/5627137), Antonio (335/7564743)

Bibliografia : Erbil, Suleimanya, campo profughi di Mahmura, campo profughi di Domiz, Kirkuk, Halabia e la città santa zoroastriana di Lalish

Erbil (Hewler)

Da lontano, sulla collina, appare un enorme castello, con spesse mura merlate lunghe centinaia di metri. Oggi è quel che resta del primitivo insediamento di Erbil, risalente ad oltre 4.000 anni addietro.

La città è considerata il più antico insediamento umano continuativamente abitato.La capitale del Kurdistan del Sud, nota anche come Arbil o Irbil, su alcune mappe, risale all’epoca assira e conta qualcosa come 7.000 anni di storia.Erbil, in kurdo Hawler, oggi è la terza città irachena dopo Baghdad e Mossul.

Al centro della città, domina il bazar che si estende tutt’intorno in un labirintico intreccio di viuzze.

Da visitare in città anche la rovina del minareto pendente Sheikh Chooli, risalente all’XI secolo, il grandioso parco Sami Abdul Raman e il museo dei manufatti dell’artigianato kurdo.Oggi la città sta conoscendo un grande sviluppo economico ed industriale.

Suleimanya

Suleimanya è la capitale della provincia che corre fino al confine con l’Iran. La città giace tra due catene montuose, Gwezha e Glla Zard. Fu fondata nella regione di Sharazur nel 1786 da Pasha Ibraherem del principato di Baban e riuscì a mantenere l’indipendenza, nonostante l’espansione dell’impero ottomano fino ai primi del XIX secolo.La seconda città del Kurdistan iracheno è un centro universitario e culturale molto vivo e sede di un importante museo.

Kirkuk

Kirkuk, situata nel governatorato di Kirkuk, è la Gerusalemme kurda, città contesa che i kurdi vorrebbero come loro capitale.Si trova nel nord del paese, a circa 250 chilometri da Baghdad.La popolazione, stimata intorno agli 800.000 abitanti nel 2003, è composta da varie etnie, tra cui kurdi, assiri, arabi, turcomanni.

La presenza del più grande giacimento petrolifero del Paese, rende la città un importante centro petrolifero.La cittadella di Kirkuk è ubicata nel centro cittadino ed è la parte più antica. Si trova su un’altura artificiale alta 40 metri sulla piana oltre il fiume Khasa. Si pensa che l’altura sia stata costruita da re Ashurnasirpal II tra l’884 e l’858 come linea militare difensiva dui Arrapha.

In seguito, re Sluks costruì un muro difensivo con 72 torri e strade e due entrate con tracce di mosaici pre-mussulmani.Le mura odierne risalgono al periodo ottomano.

La cittadella è considerata dai turcomanni un importante pezzo della loro storia, al suo interno, un ampio numero di siti di importanza storica e religiosa, come una tomba che si crede essere del profeta Daniele.

Campo profughi di Mahmura

Nel campo profughi di Mahmura vivono, in stato di povertà economica oltre 13.000 persone fuggite, attraverso le montagne, dalla distruzione dei loro villaggi nel Kurdistan turco.

Il campo è organizzato come una vera e propria città, con Sindaco, amministrazione comunale, ambulatorio, scuole dove s’impara il kurdo e l’inglese.Il campo profughi è assistito dall’organizzazione delle Nazioni Unite.

In questo campo, l’associazione onlus Verso il Kurdistan, ha avviato il progetto “Hevi U Jiyan – La speranza e la vita”, per la costruzione di un piccolo ospedale dal costo preventivato di 53 mila euro.

Ed è proprio di questi giorni, la spedizione, verso il campo di Mahmura, di materiale sanitario e di attrezzature, donato dagli ospedali di Carpi e di Mirandola, per un ammontare di circa 60 mila euro.

Campo profughi di Domiz sul confine siriano, periferia di Duhok

E’ un campo profughi di kurdi siriani, che si trova al confine tra Iraq e Siria, ad un’ora di cammino dal confine.Nel 2012, quando l’abbiamo visitato, erano ospitate 3 – 4 mila rifugiati, ma i numeri cambiano di frequente.Nel campo, funzionano i servizi essenziali.Anche questo campo è assistito dalle Nazioni Unite.

Visita al tempio zoroastrianno della città di Lalish

 Lalish si trova in una piccola valle di montagna situata a 60 chilometri a nord-ovest della città di Mossul. Qui si trova il più importante santuario della religione zoroastriana ed è il luogo della tomba dello sceicco Adi, figura primaria della fede yazida.

Halabja

Halabja è la città martire del Kurdistan iracheno, dove è stato compiuto un vero e proprio genocidio.Il regime iracheno di Saddam Hussein ha usato napalm e armi batteriologiche durante la guerra contro la rivoluzione kurda per l’autonomia guidata da Mullah Mustafà Barzani (1961 – 1975). In seguito e fino all’invasione del Kuwait, il regime rade al suolo circa 5.000 villaggi e una ventina di città, deportandone gli abitanti.

Dal 1987, si sono aggiunti i bombardamenti con i gas letali per eliminare la popolazione: il 15 aprile 1987 vengono bombardati alcuni villaggi in provincia di Suleimanya e, in seguito, anche in provincia di Erbil.

Gli attacchi continuano, culminando nel bombardamento di Halabja: il 16 e il 17 marzo, la città è bombardata a tappeto dall’aviazione con un composto chimico letale, un miscuglio di iprite, acido cianidrico e gas neurotossici, come Sarin, Soman, Tabun e VX.

Ci furono almeno dodicimila vittime, tutte civili, e i danni si trasmettono ancora da una generazione all’altra; anche l’habitat è stato distrutto, cancellando ogni forma di vita.Alle proteste internazionali, non ha fatto seguito alcuna significativa reazione da parte dell’Onu.

I kurdi attendono ancora giustizia per i fatti di Halabja.

Incontro con una delegazione di parlamentari europei

Ad Hawler, se i tempi ce lo permetteranno, avremo la possibilità di incontrare una delegazione di parlamentari europei.

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