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Kurdistan

Procuratore respinge l’indagine sulla morte di Ceylan Önkol

[divider]6 Aprile 2013 [/divider] L’ufficio del Procuratore di Lice ha stabilito la mancanza di fondamento per un’azione legale nel caso contro alcuni ufficiali di gendarmeria che hanno negato l’accesso alla scena dell’uccisione della quattordicenne Ceylan Önkol, avvenuta in seguito ad un’esplosione il 28 Settembre 2009.  Ceylan stava facendo pascolare le pecore nel villaggio di Şenlik, nel distretto di Lice a Diyarbakır, quando è stata uccisa, presumibilmente da un colpo di mortaio. In seguito all’omicidio della Önkol, che resta di autore non identificato, l’ufficio del Procuratore di Lice ha avviato un’indagine penale contro numerosi ufficiali di gendarmeria per “non aver compiuto il loro dovere”, poiché non avevano lasciato che il Procuratore di Lice Mustafa Kamil Çolak si recasse al villaggio in seguito all’esplosione per motivi di sicurezza. Ad ogni modo, l’ufficio del Procuratore ha annunciato giovedì di aver respinto l’indagine a causa della mancanza di fondamento per un’azione legale in merito all’uccisione della Önkol.

Rehşan Bataray, un avvocato della famiglia Önkol, ha affermato che il non aver avviato nessun processo giudiziario contro i responsabili ha costretto la famiglia a non aspettarsi niente di positivo nel caso a questo punto.

Raif Önkol, padre di Ceylan, ha fortemente criticato la cessazione dell’indagine dicendo: “Non riesco a capire che cosa stavano cercando ma non sono riusciti a trovare in quattro anni. Tutto ciò che vogliamo è la punizione dei responsabili. Non metteremo fine alla nostra lotta legale per la giustizia”.

Almeno 609 decessi di bambini sono stati causati nel 2012 in Turchia dall’inosservanza del dovere o dalla negliglenza degli ufficiali statali, dice il rapporto del 2012 “Il diritto alla vita dei bambini”, recentemente pubblicato dall’Associazione Agenda Child. L’associazione ha concluso che gli stenti, la privazione, la discriminazione ed il razzismo sono i fattori principali che conducono alla violazione del diritto alla vita dei bambini; questi fattori conducono anche ad un incremento del numero delle spose bambine e dei bambini che lavorano, mentre d’altra parte sempre più minorenni sono sottoposti ad un clima di violenza armata e non.

Celal Musaoğlu, Presidente dell’Associazione, ha detto che i bambini in Turchia subiscono violazioni del diritto alla vita ed anche di quello alla loro salute, all’educazione, ad un ambiente sicuro, alla lingua e alla cultura, alla partecipazione ed alla conduzione di una vita sicura e dignitosa.

Secondo il rapporto, 46 bambini sono morti nel 2012 a causa di ferite subite dalle forze di sicurezza durante le manifestazioni, a causa di esplosioni di mine terrestri e munizioni militari, di scontri armati, di esecuzioni extragiudiziarie e negligenza da parte dei pubblici ufficiali responsabili per i servizi sanitari ed educativi.

Il rapporto afferma che 563 bambini sono stati uccisi in seguito al mancato compimento, da parte degli ufficiali statali, del loro dovere di fornire un ambiente sicuro per i minori in caso di scontri a fuoco individuali, suicidio e disastri naturali.

Un totale di 38 bambini è morto in incidenti sul luogo di lavoro, mentre almeno altri 20 hanno perso la vita in strutture educative.

40 bambini di altre nazionalità sono morti all’interno dei confini turchi per diverse ragioni.

ANF Istanbul

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