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Opinioni e analisi

PKK nega responsabilità

Il governo dopo l’attentato mortale in Iraq del nord presenta il presunto responsabiledi Nick Brauns

Mercoledì notte il comandante della guerriglia Bahoz Erdal attraverso l’emittente satellitare Sterk TV ha rilasciato una dichiarazione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan sull’uccisione di un diplomatico turco una settimana fa a Erbil attesa con ansia. In un ristorante di lusso della capitale della regione autonoma curda nel nord dell’Iraq, il 17 luglio erano stati uccisi Osman Köse, definito nei media turchi come viceconsole, nonché altre due persone. Secondo Erdal, dalle indagini del PKK sarebbe risultato che il presunto diplomatico Köse era il responsabile dei servizi segreti turchi MIT per il Kurdistan del sud. Sarebbe responsabile di attentati contro dirigenti del movimento di liberazione curdo. Köse sarebbe responsabile della morte di Diyar Xerib, ucciso in un attacco aereo mirato il 5 luglio nel Iraq del nord. Il PKK dopo l’assassinio del componente del suo Comitato Centrale, avvenuto in base a informazioni di intelligence, aveva giurato vendetta.

»L’assassino di Diyar Xerib è stato punito«, ha dichiarato Erdal ora a Sterk TV. Ma non ne sarebbe responsabile la guerriglia. Si tratterebbe piuttosto di un’azione di un »gruppo di persone giovani che si sono dedicate al movimento con anima e corpo«. Ma l’azione non è stata affatto tanto »dilettantesca« quanto sostiene Erdal. Così gli attentatori disponevano palesemente di informazioni sulla vera identità di Köse, così come sulla sua presenza nel locale. Dopo, nonostante la presenza di forze operative turche e curde, sono riusciti a fuggire. Le dichiarazione di Erdal mira evidentemente a far apparire dal un lato la vendetta per la morte di Xerib come opera del movimento di liberazione, e dall’altro, a sottrarre il PKK alla responsabilità diretta, per non continuare a urtare il Partito Democratico del Kurdistan (KDP) al governo.

Su video delle telecamere di sorveglianza del ristorante, gli attentatori non sono chiaramente riconoscibili. Nonostante questo, le forze di sicurezza del KDP quattro giorni dopo i fatti presentano il 27enne curdo originario di Diyarbakir, Mazlum Dag, come presunto responsabile dell’attacco. È il fratello del deputato del partito filo-curdo e di sinistra HDP in Turchia, la cui presidenza ha condannato l’attentato a Köse e negato ogni coinvolgimento. Secondo informazioni dell’agenzia stampa ANF sia lui sia altri due fermati sono stati pesantemente torturati dai servizi segreti del KDP e da agenti turchi. Gli arrestati tuttavia avrebbero rifiutato di firmare una confessione preconfezionata.

Come reazione all’uccisione di Köse i peshmerga del KDP hanno sigillato il campo profughi di Maxmur che si trova al di fuori della regione autonoma, nel quale vivono oltre 10.000 curdi provenienti dalla Turchia. A Erbil, Dohuk e Sacho, si sono svolte retate preso dozzine di famiglie curde provenienti dalla Turchia, che sono state anche invitate a lasciare la regione autonoma. A Erbil nel frattempo membri di un’unità speciale della polizia turca in uniformi delle forze operative curde, controllano veicoli e dati personali, fa sapere ANF.

Il governo regionale sotto il Presidente Marsur Barzani, dipendente economicamente e politicamente dalla Turchia, tace sull’operazione di occupazione dell’esercito turco in corso da maggio nel nord dell’Iraq. Migliaia di soldati sono impegnati nella regione, costantemente si svolgono attacchi aerei che sono già costati la vita a diversi civili. Il governo Barzani invece invita il PKK a lasciare le zone di ritirata nel nord dell’Iraq.

Da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/359554.t%C3%BCrkei-nordirak-pkk-dementiert-t%C3%A4terschaft.html

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