Connect with us

Hi, what are you looking for?

Retekurdistan.it
Retekurdistan.itRetekurdistan.it

Iniziative

Uno sciopero della fame in nome dei migranti rinchiusi a Restinco e dei detenuti kurdi

Il salentino Pati Luceri al 5° giorno di sciopero della fame per denunciare “le condizioni disumane dei migranti nel CIE di  Restinco (Br) e la detenzione illegale dei detenuti politici in Turchia e Israele”Uno sciopero della fame per accendere un faro sulle condizioni dei migranti richiusi nel Cie di Restinco e la detenzione illegale dei detenuti politici in Turchia e Israele. Pati Luceri, attivista politico di lungo corso, sceglie la strada più difficile per dare voce a chi normalmente non ce l’ha. Al 5° giorno di sciopero della fame, racconta la sua esperienza a Paolo Rausa, giornalista, scrittore e regista teatrale spiegandone le motivazioni.

“Sono contro per principio (allo sciopero della fame, ndr) ma ora sono costretto a richiamare l’attenzione sui fatti di casa nostra e sulla detenzione illegale di molti attivisti politici in Turchia, Ocalan e i curdi, e in Israele, dove centinaia di detenuti giacciono rinchiusi nelle carceri senza incriminazioni e senza processi”.

In particolare Pati ricorda il detenuto palestinese Bilal Kayed, in sciopero della fame a sua volta da 50 giorni:“A metà giugno sarebbe dovuto tornare a casa ad Asira al-Shamaliya, in Cisgiordania, dopo aver passato quasi 15 anni nelle prigioni israeliane, e quando le autorità di occupazione gli rifiutarono il rilascio e lo misero in detenzione amministrativa, diede inizio allo sciopero della fame” racconta Pati.

La sua azione è accompagnata dal contemporaneo sciopero di numerosi militanti di Hamas e del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Ricorda l’attività instancabile della Rete Kurdistan di Lecce per la libertà e l’autodeterminazione del popolo kurdo e del suo leader Ocalan, tuttora detenuto e relegato nell’isola di Imrali. Ma la denuncia di Pati va oltre, non si ferma e si indirizza contro il CIE di Restinco (Br), un luogo dove vengono reclusi i migranti, rei di scappare da condizioni di guerra nei paesi di origine. “La mia battaglia è per mettere a fuoco l’attenzione e la tensione sul CIE di Restinco e contribuire al dibattito per allargare il confronto ed ampliare la solidarietà riguardo i fratelli e le sorelle migranti trattenuti nel CIE e dei prigionieri politici che lottano per l’autodeterminazione della loro terra. Pur con tante contraddizioni” conclude, “cerco di dare il mio contributo all’abbattimento di ogni violenza contro il proprio simile e di tutti i senza voce, a partire da quelli reclusi nel CIE di Restinco”.

 

Leccesette

 

 

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

5X1000 a UIKI Onlus

5 x Mille a
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
Codice Fiscale: 97165690583

IBAN: IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
BIC/ SWIFT:UNCRITM1710

Potrebbero interessarti anche:

Opinioni e analisi

«Il contratto è il prodotto della partecipazione di tutta la società civile» Si chiama “Claw-Sword“, l’operazione delle forze militari turche colpevoli degli attacchi aerei...

Diritti umani

Lo sciopero della fame iniziato dai detenuti nelle carceri che chiedono “la libertà per Abdullah Öcalan e una soluzione politica al problema curdo” prosegue...

Diritti umani

I prigionieri politici in Turchia sono in sciopero della fame chiedendo una soluzione democratica alla questione curda. Esra Saçaklıdır dell’IHD di Amed ha parlato...

Iniziative

L’evento ospiterà un dibattito tra Zilan Diyar, giornalista e attivista del movimento delle donne curde e Francesca Patrizi ufficio informazioni del Kurdistan in Italia....