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Kurdistan

Calma ingannevole

In Turchia dopo la proclamazione dello stato di emergenza si ostenta tranquillità. Ma la tensione è molta.In vista di una manifestazione di seguaci del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan annunciata per domenica a Colonia, le associazioni giovanili hanno fatto appello per una contromanifestazione. I gruppi dei giovani socialisti e liberali di Colonia, i giovani verdi e della Linke hanno pubblicato un appello »Fermare la follia di Erdogan«. La polizia di Colonia a seguito della notizia data da Kölnische Rundschau lunedì ha confermato la presentazione della richiesta. L’ora e il luogo dell’appuntamento erano ancora da determinare.

L’appello delle associazioni giovanili recita: »Chiediamo all‘AKP e ai suoi seguaci di riconoscersi nella democrazia e nei diritti umani e di fermare le epurazioni dell’apparato statale. Non tutte le voci critiche hanno necessariamente a che fare con il colpo di stato. Questo modo di procedere si aggiunge a una serie di sviluppi in Turchia che osserviamo criticamente già da tempo.

Anche il partito di estrema destra »Pro NRW« ha fatto appello per una contromanifestazione, rispetto alla quale le associazioni prendono le distanze in modo netto. »La condanniamo come primariamente xenofoba e razzista«, si legge su Facebook. La sfilata di »Pro NRW« avrebbe l’obiettivo di aizzare contro una parte della popolazione e persone religiose.

La Union Europäisch-Türkischer Demokraten (UETD) [N.d.T.: Unione die Democratici Turco-Europei] ha annunciato una manifestazione per domenica. Gli organizzatori secondo la polizia si aspettano fino a 15.000 partecipanti, dei quali probabilmente faranno parte anche sostenitori dei »Lupi Grigi« neofascisti. La UETD sostiene il partito di governo islamico conservatore AKP di Erdogan. Dopo un colpo di stato fallito nel Paese vige lo stato di emergenza, il governo avviene in prevalenza tramite decreti. (dpa/jW)

Vedi anche http://erdowahn.de/

Nei primi due giorni dopo il tentativo di golpe il proprietario del Bakkal, il negozietto nella nostra via, mi salutava sempre scherzando: »E questo sarebbe stato un golpe? È così che si fa un colpo di stato?« Da quando è partito il contro-golpe del Presidente Recep Tayyip Erdogan è gentile come sempre, ma non fa più battute politiche.

Dalla proclamazione dello stato di emergenza fino ad ora a un primo sguardo è cambiato poco. Il governo sembra impegnato affinché per ora gli effetti sulla popolazione restino limitati. Sa di avere bisogno del sostegno della piazza. Perfino quelli di sinistra fino ad ora sembrano essere poco– oltre la misura »consueta« – colpiti. Contemporaneamente viene completamente rivoltato l’apparato dello Stato. Ma l’attenzione del governo è rivolta quasi totalmente alla comunità di Gülen.

Ma la tensione psicologica è molta, anche se nessuno lo mostra volentieri. Ankara, capitale e sede delle istituzioni dello Stato, nonché di molte università, è piena di impiegati. Dal palazzo di giustizia fino alla piccola stazione di polizia si percepisce nervosismo. Nessuno sa chi sarà il prossimo a essere colpito. La gentilezza esagerata e la tranquillità recitata non riescono ingannare su questo.

Amici accademici e insegnanti ogni giorno si aspettano cattive notizie. Ogni mattina controllano se l’ondata di licenziamenti ora è arrivata anche al loro sindacato o se il rettorato ha fatto qualche annuncio particolare. Tutti riflettono su come potranno cavarsela dopo un loro possibile licenziamento.

Quelli che sono collegati in qualche modo con il movimento Gülen sono completamente abbattuti. Si arriva fino al punto che bambini le cui famiglie sono collegate con il predicare Fethullah Gülen che dal 1997 vive in esilio negli USA e il cui curriculum in qualche modo mostra la frequenza di scuole di Gülen, hanno rinunciato a ogni speranza di avere una carriera in Turchia.

Intanto continuano gli appelli permanenti dei principali politici del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) al governo, di festeggiare nelle pubbliche piazze la »vittoria della democrazia«. Sulla centrale Piazza Kizilay ad Ankara ogni giorno ci sono concerti, il trasporto pubblico è gratuito e le metropolitane viaggiano tutta la notte. Domenica sera bisognava passare un controllo di polizia per raggiungere Piazza Kizilay. Dagli altoparlanti risuonava la canzone che loda la jihad. La folla non è piccola, ma non è neanche particolarmente impressionante.

La situazione a Istanbul è simile. Durante una manifestazione del Partito Popolare Repubblicano (CHP) kemalista contro il golpe e lo stato di emergenza domenica, Piazza Taksim a Istanbul è piena, pare ci siano circa 200.000 persone. Anche la maggior parte delle organizzazioni di sinistra e dei sindacati hanno fatto appello di non lasciare le piazze all‘AKP e di far sentire una posizione di sinistra. È la prima manifestazione a Piazza Taksim dopo le proteste di Gezi che può svolgersi senza essere attaccata dalla polizia – ovviamente con l’eccezione delle regolari manifestazioni dell’AKP da dopo il golpe. A quelle però vanno molte meno persone. In compenso manifestazioni die seguaci di Erdogan si svolgono anche in altre parti di Istanbul.

Delle manifestazioni quotidiane ad Ankara molti non sono contenti, in particolare i gestori di bar e ristoranti nella zona di Kizilay. Lì si incontrano le persone di sinistra e gli studenti. È soprattutto la popolazione non religiosa che qui mangia, beve e si incontra con gli amici. Gli affari qui andavano già male comunque dopo che quest’anno sono esplose già due autobombe nelle immediate vicinanze. Da quando qui quotidianamente si incontra una folla di conservatori, tra cui si trovano anche seguaci di gruppi islamisti radicali, c’è ancora meno vita. Molti caffè aprono solo alcune ore al giorno. Anche se gli attacchi della folla contro persone di sinistra, aleviti e laici sono diminuiti, la paura resta grande.

Il caos degli ultimi mesi che è culminato nel tentativo di golpe e nel contro-golpe, ha lasciato le sue tracce. Ognuno si sforza di far sembrare tutto normale. Ma se il recente passato ha dimostrato qualcosa, è che normalità e calma simulate sono ingannevoli.Il caos degli ultimi mesi che è culminato nel tentativo di golpe e nel contro-golpe, ha lasciato le sue tracce. Ognuno si sforza di far sembrare tutto normale. Ma se il recente passato ha dimostrato qualcosa, è che normalità e calma simulate sono ingannevoli.

di Max Zirngast, Ankara

Junge Welt

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