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Siria

Da sei anni la Turchia usa l’acqua come arma contro i civili nel nord-est della Siria

A causa del taglio dell’acqua da parte dello Stato turco alla stazione di Alouk, che rifornisce le città di Hesekê e Til Temir e le loro aree rurali, più di un milione e mezzo di persone non hanno accesso all’acqua potabile.

Dopo aver occupato la città di Serêkaniyê nel 2019, le forze armate turche e i mercenari alleati hanno interrotto l’approvvigionamento idrico ai pozzi collegati alla stazione di Alouk in città. I ​​cittadini delle di Hesekê e Til Temir, che fanno parte del cantone di Cizîr, nella Siria settentrionale e orientale, e che dipendono da questa stazione per l’acqua potabile, sopportano da sei anni grandi sofferenze e difficoltà per garantirsi l’acqua potabile.

Con l’arrivo dell’estate e l’aumento delle temperature, i cittadini si trovano ad affrontare crescenti difficoltà e disagi a causa della scarsità di acqua potabile. Sono costretti a utilizzare l’acqua salata dei pozzi, ma poiché quest’acqua non è potabile, viene utilizzata solo per le faccende domestiche. Di conseguenza sono costretti ad acquistare acqua dalle cisterne a prezzi elevati.

Parlando all’agenzia stampa ANHA, Asim Hemê, un cittadino di Til Temir ha dichiarato: “Per circa sei anni, il territorio che si estende per 130 km di lunghezza e 50 km di larghezza da Til Temir a Shaddadi è diventato arido e deserto. Dopo l’occupazione di Serêkaniyê, lo “Status turco ha interrotto l’approvvigionamento idrico ai bozzi collegati alla stazione di Alouk”.

Asim Hemê ha sottolineato che le parti interessate devono assumersi le proprie responsabilità in merito a questa situazione terribile che, a suo dire, mette in pericolo la vita di circa un milione e mezzo di persone.

Xidir Hac Eyûb, un cittadino di Til Temir, ha dichiarato: “Per sei anni siamo stati costretti a usare acqua salata non potabile proveniente dai pozzi. Compriamo acqua potabile dalle cisterne, il che è molto costoso. Un barile d’acqua costa 35.000 lire siriane, che non bastano per due giorni. Questo è un grave fardello per le famiglie”.

Hac Eyûb ha proseguito: “Chiediamo all’Amministrazione Autonoma di trovare alternative adeguate ai pozzi di Alouk, poiché la situazione è disastrosa. È necessaria la cooperazione regionale e internazionale per alleviare le sofferenze e le difficoltà della popolazione”.

Il Comune di Til Temir trasporta l’acqua dai pozzi del villaggio di Tel Erebûşê, a sud della città, per fornire acqua potabile. Tuttavia, a causa del calo delle capacità tecniche e logistiche e dei guasti ai veicoli verificatisi negli ultimi sei anni, le operazioni sono state interrotte e l’acqua non può essere distribuita ai cittadini secondo le necessità. Di conseguenza, la crisi idrica in città e nei villaggi si aggrava di giorno in giorno.

Hemdiye Kûtî, responsabile del Dipartimento idrico del consiglio comunale di Til Temir, ha dichiarato: “Tutti i cittadini sanno che le falde acquifere di Til Temir non sono potabili, motivo per cui stiamo prelevando acqua da Til Erebûşê. A causa delle risorse limitate e dell’aumento della domanda idrica durante i mesi estivi, non siamo in grado di soddisfare il fabbisogno di tutti”.

Hemdiye Kûtî ha aggiunto: “Invitiamo la comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani a non rimanere in silenzio, ma ad adottare misure urgenti contro le violazioni commesse dallo Stato turco occupante e l’interruzione dell’acqua potabile”.

Nonostante gli interventi di organizzazioni internazionali come l’UNICEF negli ultimi quattro anni, lo stato turco occupante e i suoi mercenari hanno interrotto per 28 volte l’erogazione idrica ai pozzi della stazione di Alouk, che rifornisce le città di Til Temir e Hesekê. L’acqua è stata interrotta da giugno 2023.

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