Il politico curdo veterano Ahmet Türk afferma che le recenti riforme legislative sono state al di sotto delle aspettative e potrebbero indebolire lo slancio politico dopo la decisione del PKK di disarmo. Chiede che a ottobre vengano rinnovati gli sforzi per salvare le prospettive di pace.
Ahmet Türk ha avvertito che la Turchia rischia di sprecare un’opportunità storica di riconciliazione con la popolazione curda dopo che l’ultima legge di amnistia carceraria del Paese non è riuscita a rispondere alle richieste chiave di giustizia e riforme democratiche.
Intervenendo domenica ad un seminario intitolato “Il diritto alla speranza e alla pace” nella città di Mardin (Mêrdîn), Ahmet Türk – membro di spicco della delegazione di İmralı e politico filo-curdo di lungo corso – ha definito la riforma penale appena introdotta una “delusione” e ha chiesto la ripresa dei colloqui a ottobre per soddisfare le aspettative curde di lunga data. “Abbiamo visto una certa sincerità, ma l’esito attuale ha accentuato le nostre preoccupazioni. Questa legge non soddisfa le nostre aspettative”, ha affermato.
Nonostante le pressanti richieste provenienti da tutto lo spettro politico per un ruolo parlamentare nei colloqui di pace curdi, il parlamento turco sarà inattivo durante la pausa dell’Eid (6-9 giugno) e sarà formalmente in pausa dal 1° luglio al 1° ottobre, ritardando gli sforzi di riconciliazione per mesi.
Il seminario ha visto la partecipazione di importanti personalità curde impegnate nella difesa dei diritti umani, tra cui Eren Keskin, co-presidente dell’Associazione per i diritti umani (İHD), e Abdulkadir Güleç, presidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakır (Amed). L’evento è stato ospitato dalla sezione di Mardin dell’Associazione degli avvocati per la libertà (ÖHD).
Ahmet Türk ha anche trasmesso i recenti messaggi di Abdullah Öcalan, il leader curdo detenuto sull’isola di Imralı, in cui ha ricordato una conversazione sui falliti tentativi di pace del 1993 e sulla necessità di un nuovo quadro democratico. Citando Abdullah Öcalan, Ahmet Türk ha affermato: “Abbiamo bisogno di una repubblica democratica e di una nazione democratica. Solo la democrazia può portare al successo”.
Citando esempi tratti dalla storia mediorientale e globale, Ahmet Türk ha osservato che i movimenti privi di fondamenti democratici finiscono per crollare. “Anche l’Unione Sovietica e la Cina hanno fallito perché mancavano di cultura democratica”, ha affermato.
Ahmet Türk ha affermato che i recenti colloqui con i leader politici, tra cui il leader di estrema destra del Partito del movimento nazionale (MHP), Devlet Bahçeli, hanno rivelato aperture sorprendenti. Ha citato Devlet Bahçeli, che ha affermato: “Se avessi avuto ambizioni politiche, non avrei fatto questa chiamata. Ma quando guardiamo alla Turchia e al mondo di oggi, dobbiamo realizzare la fratellanza curdo-turca”.
Tuttavia, Ahmet Türk ha espresso delusione per il fatto che la recente riforma dell’amnistia, introdotta prima dell’Eid, non contenesse “nulla” a sostegno del processo di pace. Nonostante ciò, ha insistito, “non c’è potere che possa distruggere la nostra speranza”.
Riferendosi al recente annuncio del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) di sciogliersi formalmente e cessare le attività armate, Ahmet Türk ha affermato che questo passo storico ha dato “nuova forza” agli sforzi curdi. Ha tuttavia avvertito che se la Turchia non risponde, “sarà la Turchia a perdere, non i curdi”.
Il seminario ha anche affrontato i dibattiti in corso sull’autodifesa curda nel nord-est della Siria (comunemente noto come Rojava), in particolare per quanto riguarda il vuoto di sicurezza nelle aree che ospitano campi profughi come Al-Hawl (Hol), che ospita decine di migliaia di ex affiliati allo Stato Islamico (ISIS). Ahmet Türk ha criticato le richieste di disarmo delle forze curde in tali condizioni, chiedendo: “Come si può garantire la sicurezza quando non c’è Stato, né polizia, né esercito?”
La copresidente di IHD, Eren Keskin, ha sottolineato che le richieste di pace curde non dovrebbero dipendere da quale partito politico detenga il potere. “Il nostro obiettivo non è rafforzare i governi”, ha affermato, “ma risolvere la questione curda”. Ha inoltre sottolineato il ricorso di lunga data a sistemi legali razzialmente discriminatori nelle regioni curde, sottolineando che il recente abbandono della lotta armata segna un momento rivoluzionario.
In precedenti dichiarazioni, Eren Keskin ha affermato che il disegno di legge “non offre alcun barlume di speranza per la pace”, criticandolo per aver radicato le ingiustizie esistenti anziché riformarle. “La questione non è una riforma giuridica, ma una questione di volontà politica”, ha aggiunto, avvertendo che l’esclusione dei prigionieri politici dai limitati benefici del disegno di legge mina qualsiasi seria prospettiva di riconciliazione curda.
Sia Türk che Keskin hanno concluso con cauto ottimismo, esprimendo la speranza che un processo più significativo possa iniziare a ottobre.
