Da oltre vent’anni potenze internazionali tramano per eliminare il movimento di liberazione del Kurdistan. Un complotto ordito a partire dal 9 Ottobre del 1998, culminato con il rapimento di Abdullah Öcalan, il leader del PKK sotto sequestro dal 1999 nel carcere turco di Imrali.
Oggi quel complotto internazionale attraversa una nuova fase: dal 9 ottobre 2019 lo stato turco e le sue milizie jihadiste hanno invaso il Rojava con il benestare della NATO.
Una manovra diabolica che continua a dimostrarsi fallimentare. Il cuore del movimento batte sulle montagne del Kurdistan, in Bakur, a Şengal, in Iraq nel campo profughi di Maxmur e in Rojava. Territori liberati dove viene applicato il Confederalismo Democratico. Quelle montagne da cui i guerriglieri del PKK sono scesi per salvare Şengal sono sotto attacco da parte dello stato turco.
Sempre il 9 ottobre, ma del 2020, è stato firmato un accordo che prevede lo scioglimento dell’amministrazione autonoma di Şengal da parte di Iraq e KDP, le stesse forze politiche e militari che nel 2014 hanno abbandonato gli ezidi e permesso il genocidio perpetrato dall’ISIS.
Questa subdola trama ha un solo obiettivo: mettere fine al progetto del Confederalismo Democratico, eliminando fisicamente i popoli che lo applicano e sostengono. Un piano che non avrà successo finché esisteranno le montagne, uniche vere amiche del popolo curdo.
Nell’estate del 2021, Zerocalcare, assieme a un gruppo di scrittori, giornalisti, videomaker e organizzazioni umanitarie, ha raggiunto Şengal. Gli ezidi, di cui Şengal è la città simbolo, si autogovernano secondo il paradigma del Confederalismo Democratico da quando, nel 2014, sono stati vittima di un genocidio da parte di ISIS sventato dall’arrivo del PKK e delle YPG/YPJ.
La prima parte di questo viaggio è stata raccontata in “Se Cadono le montagne”, dove veniva spiegata l’importanza delle montagne del Kurdistan nella difesa delle esperienze di autogoverno nate in questi 40 anni di lotta, con particolare attenzione all’esperienza che resiste da più tempo, il campo profughi di Maxmour, in Iraq.
Ora, ad un anno di distanza, esce “No Sleep Till Shengal”, libro a fumetti edito da Bao Publishing in cui Zerocalcare racconta la parte più impegnativa e rischiosa del viaggio: l’incontro con gli ezidi di Şengal e la strada per raggiungere la montagna che abitano, circondata da nemici.
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Sabato 8 Ottobre al Centro Socio-Culturale Ararat, a partire dalle ore 16:00, Zerocalcare, Chiara Cruciati, Rojbin, Manolo Luppichini e Maria Edgarda “Eddi” Marcucci ci racconteranno questo e altri viaggi compiuti a Şengal, in Rojava e nel resto del Kurdistan. Un dialogo animato che aiuterà a capire il passato, la situazione corrente e i progetti futuri.
All’iniziativa parteciperanno anche Roberto Mapelli, della casa editrice “Punto Rosso” e una rappresentanza de comitato italiano “Il Tempo è Arrivato, Libertà per Öcalan”. I loro interventi saranno focalizzati sul paradigma politico che ha ispirato queste esperienze: il Confederalismo Democratico teorizzato da Abdullah Öcalan.
Un approfondimento che sottolinea come la libertà di Öcalan sia un presupposto essenziale per ripristinare la pace in Kurdistan e nell’area Mediorientale.
Ad arricchire la serata è previsto un intervento di Enrico Maria La Forgia, caporedattore MENA de Lo Spiegone. Inoltre verrà presentato il libro “La Civiltà Capitalista – L’era degli Dei senza maschera e dei Re nudi”, secondo volume del manifesto della civiltà democratica scritto da Abdullah Öcalan e recentemente edito in Italia da Edizioni Punto Rosso.
Gli originali contributi live del musicista Mübin Dunen e un gustoso buffet con le specialità culinarie curde, completano un appuntamento politico, culturale e artistico da non perdere.
Vi aspettiamo!
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