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Appello in favore di Maria Edgarda Marcucci, ex combattente delle Ypj

Il 12 novembre si svolgerà a Torino l’appello richiesto dai legali di Maria Edgarda Marcucci, che tutti conosciamo come Eddi, ma anche come heval Shilan. Maria Edgarda è stata in Kurdistan nel 2018 e ha preso parte alle attività civili in Rojava, ed alla resistenza di Afrin nelle file delle Ypj.

Il 17 marzo 2020 la sezione per le Misure di prevenzione del Tribunale di Torino ha applicato soltanto a lei la misura della Sorveglianza speciale, che era stata proposta anche per altri quattro volontari italiani in Rojava. Mentre ci rallegriamo per la decisione riguardante gli altri quattro, non possiamo nascondere la nostra amarezza in relazione all’esito che questa vicenda ha finora avuto per Eddi. Questa misura le impedisce di partecipare a riunioni pubbliche e le impone di rientrare a casa tra le 21 e le 7, di non sostare nei pressi di locali pubblici dopo le 18, di comunicare i suoi spostamenti alle autorità di polizia. Essa ha anche motivato il sequestro del passaporto e della patente e il diniego della validità per l’espatrio dei suoi documenti di identità.

Crediamo che Eddi non meriti questa misura. Le sue attività in Kurdistan sono state rivolte alla costruzione della pace e del rispetto delle donne e dei diritti umani di tutti i popoli. Le Ypj di cui Eddi ha fatto parte hanno guidato la lotta contro l’Isis e sconfitto il califfato, e si sono opposte e si oppongono a tutti i gruppi fondamentalisti che mettono in pericolo le popolazioni del Kurdistan, del Medio oriente e dell’Europa.

Ci auguriamo che i giudici del Tribunale di Torino vogliano rivedere questa decisione, ascoltando gli argomenti dei legali di Maria Edgarda. Eddi non può essere in alcun modo un pericolo per la società italiana, e proprio il suo contributo nella società curda sta a dimostrarlo.

cordiali saluti

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