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Rassegna Stampa

Sotto assedio

Iraq del nord: campo profughi di Maxmur sigillato da nove mesi A fronte della pandemia da Coronavirus che anche in Iraq causa sempre più vittime, Bedran Pirani, il sindaco del campo profughi di Maxmur nel nord del Paese poco tempo fa la inviato un grido d’aiuto alle Nazioni Unite. Il campo, ufficialmente sotto la tutela dell’UNHCR, la fonazione per i profughi dell’ONU, dove vivono 13.000 profughi curdi provenienti dalla Turchia, da nove mesi soffre sotto un embargo.

Peshmerga del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) al governo a Erbil bloccano le vie d’accesso al campo situato all’esterno della regione autonoma tra Mossul e Kirkuk. »Nel nostro ospedale non ci sono più medicine e il nostro personale sanitario non può lasciare il campo nemmeno per comprare medicinali all’esterno. L’embargo viene inasprito di giorno in giorno«, ha lamentato Pirani parlando con l’agenzia stampa Mezopotamya. Anche parte del governo centrale iracheno finora non sarebbe arrivato sostegno. »Abbiamo bisogno di viveri, acqua e medicinali.«

Per ora non sono noti casi di infezione da coronavirus nel campo, ma il blocco ha già causato vittime perché gli abitanti non possono andare all’ospedale a Erbil. »In questo periodo diverse donne incinta hanno perso i loro bambini. Alcune persone hanno perso la vita perché non sono state curate«, riferisce Berivan Unver della Commissione Salute del campo a Mezopotamya. Abitanti del campo che lavorano all’esterno hanno perso il reddito.

Il blocco evidentemente è una reazione all’uccisione di un agente dei servizi segreti turchi da parte di simpatizzanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) in un ristorante a Erbil nel luglio dello scorso anno. Due attentatori che intanto sono stati condannati a morte da un tribunale a Erbil, non provengono affatto da Maxmur, ma il governo turco che da molto tempo la chiusura del campo che esiste dal 1998 che definisce »zona rifugio« del PKK. Per due volte si sono verificati attacchi aerei contro le forze di autodifesa che sono state costituite per la protezione del campo dalle cosiddette cellule dormienti della milizia jihadista »Stato Islamico« (IS).

Maxmur non è un campo della guerriglia, come suggerisce Ankara. Ma le e gli abitanti non fanno mistero delle loro simpatie per il precursore del PKK Abdullah Öcalan incarcerato in Turchia. L’amministrazione autonoma basata su consigli del popolo e delle donne oggi pratica su larga scala in Siria del nord, è stata sperimentata dal movimento curdo per la prima volta a Maxmur. Come alternativa di democrazia consiliare e femminista rispetto al dominio autoritario e feudale del KDP a Erbil, Maxmur quindi è una provocazione costante per il clan Barzani che governa la regione autonoma in Iraq del nord.

Sei anni fa invece Maxmur è diventato simbolo dell’unità curda, quando combattenti del PKK lì insieme ai peshmerga hanno fermato l’avanza degli jihadisti di IS verso Erbil. L’allora Presidente della Regione Autonoma Kurdistan in Iraq del nord, Masud Barzani, ringraziò personalmente la guerriglia. Per fare in modo che il KDP strettamente legato alla Turchia, in futuro non avesse più bisogno di simili aiuti dal PKK, nell’autunno del 2014 l’esercito tedesco [insieme a altri esercito occidentali, NdT] avviò un sostegno nell’addestramento e forniture di armi ai peshmerga.

Ma di un embargo dei suoi alleati contro il campo profughi il governo tedesco non vuole saperne niente. Gli abitanti del campo possono »trattenersi senza limitazioni nel governatorato di Ninewa dove si trova il campo, così come nei governatorati di Kirkuk e Sulaymaniya«, ha sostenuto il governo tedesco nella risposta presentata a fine marzo a un’interrogazione della portavoce per i diritti umani del gruppo parlamentare di Die Linke, Zaklin Nastic, facendo riferimento all’Alto Commissariato per i Profughi UNHCR. Quest’ultimo secondo proprie dichiarazioni non avrebbe interrotto i suoi aiuti umanitari. Per Nastic, che nello scorso autunno aveva visitato Maxmur, questa è una »affermazione inaudita«, perché dall’estate del 2015 non sarebbero più stato forniti aiuti dell’UNHCR. »Le persone che vivono a Maxmur non devono più essere lasciate sole per logore affermazioni del governo turco senza alcuna prova«, chiede la deputata.

di Nick Brauns

da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/376215.kurdistan-nordirak-t%C3%BCrkei-unter-blockade.html

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