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Donne

25 gennaio-Finalmente..’La Casa delle donne’: un progetto di tutte per tutti in difesa dei diritti civili

Il progetto della Casa delle donne verrà presentato nell’ambito dell’iniziativa ‘Un mondo di donne in lotta’, una serata in sostegno delle lotte femminili in Rojava e Cile che si terrà sabato 25 gennaio al circolo Arci Colombofili di via dei Mercati 15/D (ore 18.30-3.00)

Elisabetta Salvini dell’associazione L’otto anche domani spiega così  il progetto:
”La Casa delle donne di Parma
porta con sé un percorso nato quasi un anno fa, da un piccolo gruppo di donne e di amiche che ha cominciato a chiedersi per cosa valesse la pena impegnarsi in questo mondo così annichilito e intriso di sessismo, dove poter convogliare il tempo e le energie faticosamente strappate a lavoro e famiglia.

Un percorso nuovo, ma che viene da lontano.

Iniziato dalle donne che ci hanno precedute e che prima di noi hanno saputo aprire gli usci delle loro case, trasformandole da spazi di cura e accudimento a luoghi di lotta e di nuova consapevolezza. Da camere intime e private a luoghi dove il nostro agire ha assunto una connotazione pubblica e politica.

Già trentacinque anni fa, donne più grandi di noi, avevano provato ad immaginare Parma come una città dove i tempi, i saperi e le competenze delle donne potessero essere liberati per generare una diversa e più elevata qualità della vita.

E noi vorremmo ripartire anche da lì. Da un passato che ci appartiene e che rivendichiamo e che deve essere la base per il nostro progetto politico di oggi e del futuro.

L’idea di una Casa delle donne ci è parsa una risposta straordinaria: un impegno capace di lasciare sedimenti concreti nel tempo e che può essere portato avanti da donne anche molto diverse tra loro, per età, per storia personale, per cultura, per tempo, capacità, saperi, energie, formazione.

Un luogo femminista e transfemminista che può essere tante cose insieme: incontro, solidarietà, aiuto, divertimento, riconoscimento, complicità, condivisione, leggerezza, profondità, confronto, ascolto, consapevolezza, liberazione e in cui ogni donna possa esprimere le proprie competenze o il proprio desiderio di creare uno spazio a propria misura.

Sappiamo che c’è un gran bisogno di un luogo così, perché in tante sentiamo la necessità di (ri)cucire reti e relazioni sul nostro territorio e siamo alla ricerca di uno spazio che ci identifichi e in cui riconoscerci.

Un luogo cioè che sia delle donne, etero, lesbiche, trans, transgender, precarie, antirazziste, dissidenti e per le donne, pensato in una società che invece è ancora palesemente degli uomini e per gli uomini.

La nostra Casa non escluderà gli uomini. Sarà aperta e inclusiva, con spazi femminili protetti, ma anche con attività e iniziative rivolte a tutte le persone, di qualunque genere esse siano. Perché, per noi, il femminismo non è la lotta delle donne contro gli uomini, ma la lotta contro una cultura – quella patriarcale – che ci ingabbia tutti e tutte, contro il sessismo, contro le discriminazioni di genere. Una lotta che, o diventerà tale anche per gli uomini, o non sarà mai vinta. Una lotta che è trasversale e intersezionale e che racchiude in sé tutte le altre, non a caso l’otto marzo scorso, così come a Verona, siamo scese in piazza con lo striscione: “La libertà delle donne liberta tutti”.

Dal sogno alla realtà: il cammino di questo anno ci ha trasformate da gruppo di amiche ad un’assemblea sempre più vivace e frequentata, all’interno della quale sono nati gruppi autonomi di lavoro che hanno generato eventi, incontri e serate di riflessione e confronto, aperte alla cittadinanza.

Ci siamo costituite in associazione per poter dialogare con enti che potrebbero metterci a disposizione uno spazio e ora abbiamo un obiettivo prioritario: tesserare quante più persone possibili e raccogliere l’adesione ideale del mondo associativo, per dimostrare che una Casa delle donne non è un luogo per poche, ma uno spazio fortemente voluto da un bel pezzo di città che ne sente la necessità e l’urgenza.

In poco meno di anno siamo arrivate qui.

Ora il nostro impegno sarà quella di aprire la nostra Casa e di trasformarla in un luogo di lotta, di complicità e di bellezza, perché come Rupi Kaur nella sua bellissima poesia vogliamo lasciare alle altre donne un approdo e un’opportunità.

(Mi reggo in piedi/sui sacrifici/di milioni di donne prima di me/pensando/cosa posso fare/per rendere più alta questa montagna/in modo che le donne dopo di me/vedano più lontano).

La serata del 25 gennaio sarà l’occasione per ascoltare la buona musica dei tanti  artisti che gratuitamente ci hanno offerto la loro arte, di gustare cibo curdo e cileno e, soprattutto, di conoscere meglio il nostro progetto.”

Fonte: ILCAFFEQUOTIDIANO

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