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Opinioni e analisi

Battaglia per Istanbul

Domenica si ripetono le elezioni del sindaco nella metropoli. I curdi ago della bilanciadi Nick Brauns

Per la seconda volta nel giro di tre mesi, domenica a Istanbul gli elettori sono chiamati a votare per il sindaco della città più grande della Turchia. Il 31 marzo Ekrem Imamoglu del CHP kemalista aveva stentatamente deciso la corsa a suo favore per poche migliaia di voti di vantaggio rispetto all’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Binali Yildirim, candidato del partito di governo AKP religioso-nazionalista. Ma su pressione del capo dello Stato Recep Tayyip Erdogan, l’Alta Commissione Elettorale (YSK) dopo un mese ha annullato il risultato elettorale per presunte irregolarità. La perdita della metropoli da 15 milioni di abitanti e del suo budget miliardario significherebbe sensibili perdite per l’AKP, strettamente legato al settore edilizio.

Yildirim, come a marzo è sostenuto dai Lupi Grigi fascisti dell’MHP, mentre Imamoglu sa di avere dalla sua la scissione dell’MHP, IYI. Campagna elettorale questa volta non si è fatta solo a Istanbul, ma anche nei luoghi di origine di molti abitanti della città. Così Yildirim ha cercato sostegno nella metropoli curda Diyarbakir, mentre Imamoglu è andato a caccia di voti nella sua regione di originale sul Mar Nero. Siccome lì fino alla loro espulsione all’inizio degli anni ‘20 del novecento vivevano molti greci, il candidato del CHP si è visto confrontato con l’accusa della stampa vicina al governo di essere lui stesso etnicamente greco, e con questo dal punto di vista nazionalista inaffidabile. Una novità nella storia della Turchia è stato inoltre domenica scorsa un duello televisivo tra Yildirim e Imamoglu. Dato che il moderatore ha rinunciato a domande critiche, lo scambio di battute si è sostanzialmente limitato alla reciproca lettura di liste dei desideri. Istituti di demoscopia a metà della settimana vedevano per Imamoglu un vantaggio tra i cinque e gli otto punti.

L’almeno 15 percento di elettori di origine curda a Istanbul, sono considerati ago della bilancia in queste elezioni e vengono corteggiati da entrambi gli schieramenti. L’HDP di sinistra, radicato soprattutto tra i curdi, rinuncia a una propria candidatura per rafforzare il campo dell’opposizione. »Chi sia candidato per noi non è importante. Per noi si tratta di respingere il fascismo«, così il Presidente dell’HDP, Sezai Temelli, ha motivato questo sostegno per Imamoglu. Ma molti curdi hanno riserve nei confronti del CHP che in Parlamento ha votato per la revoca dell’immunità di deputati HDP e la guerra contro il cantone curdo di Afrin nel nord della Siria. Negli ultimi giorni gli esponenti HDP impegnati nella campagna elettorale, hanno cercato di muovere elettori indecisi a dare il voto a Imamoglu.

Come sostegno alla campagna elettorale, Erdogan venerdì ha inviato da lui a Istanbul il Presidente conservatore della regione autonoma curda in Iraq del nord, Nechirvan Barzani. Sorprendentemente inoltre, giovedì l’agenzia stampa ufficiale Anadolu ha presentato una lettera del fondatore del Partito dei Lavoratori del Kuridistan (PKK) Abdullah Öcalan, influente tra i curdi nonostante la sua carcerazione che dura da venti anni. In uno scritto Öcalan invitava l’HDP alla neutralità nelle elezioni a Istanbul sia di fronte allo schieramento governativo sia davanti a quello dell’opposizione. Erdogan ha interpretato le righe stralciate dal contesto come scontro di potere tra PKK e HDP, nonché come appello al boicottaggio delle elezioni. In una lettera, la cui autenticità è stata confermata venerdì dai suoi avvocati, Öcalan aveva sottolineato che l’HDP deve »continuare a percorrere la sua strada e prendere le proprie decisioni«. Öcalan con questo non ha in alcun modo messo in discussione la decisione tattica di dare sostegno elettorale al candidato del CHP, sostenuta anche dai vertici del PKK nelle montagne di Qandil nel nord dell’Iraq. Tuttavia ha sottolineato l’importanza strategica per l’HDP di salvaguardare la propria indipendenza e di prendere una terza via autonoma. Intanto il Partito Comunista della Turchia (TKP), in una presa di posizione ha dichiarato di non sostenere nessuno dei due candidati in quanto favorevoli a una politica reazionaria e orientata ai mercati.

Da junge Welt

https://www.jungewelt.de/artikel/357271.t%C3%BCrkei-kampf-um-istanbul.html

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