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Turchia

I non morti di Erdogan

Turchia: Alla vigilia delle elezioni comunali l’opposizione lamenta manipolazioni nella registrazione elettorale- La »Legenda del soldato morto« di Bertolt Brecht tratta di un guerriero caduto che viene disseppellito e mandato nuovamente in guerra. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan a fronte delle imminenti elezioni comunali in Turchia avrà preso questa ballata come modello – solo che nel Paese non soldati, ma elettori morti, vengono mandati nuovamente alle urne per esprimere il voto.

A ben 164 anni di vita arriverebbe Ayse Ekici, nata nel 1854 a Kayseri nel centro dell’Anatolia, 149 anni li avrebbe tale Zülfü registrato a Urfa nel sud dell’Anatolia, seguito da una donna di 148 anni nella provincia di Aydin sull’Egeo. Complessivamente 6.389 elettori della veneranda età di oltre 100 anni sono stati scoperti a metà gennaio da Onursal Adigüzel del CHP kemalista di opposizione in un’analisi delle liste elettorali. Tolta una manciata di anziani che sono effettivamente ancora vivi, secondo quanto riferito dalla suprema Commissione Elettorale YSK, ormai gli ultracentenari sono stati cancellati dalle liste.

Intanto i non morti hanno rappresentato solo la vistosa punta di un iceberg di manipolazioni con le quali il partito di governo si vuole assicurare le cariche di sindaco nelle elezioni a livello nazionale del 31 marzo, a fronte del calo dei dati sulla popolarità a seguito della crisi economica. La maggior parte degli »elettori fantasma« – come ormai vengono chiamati in Turchia – effettivamente esistono. Ma non vivono nei luoghi dove ora sono registrati come elettori. Che siano ancora registrate nei loro villaggi di origine persone che ormai da tempo hanno la vita incentrata su Istanbul, appare ancora comprensibile. Che però in base al calcoli del Presidente della Federazione dei podestà, Ahmet Adigüzel, almeno sulla carta un milione di persone si siano trasferite da Istanbul nell’Anatolia rurale, fa sussultare.

Titoli della stampa di opposizione li ha conquistati in questo modo la cittadina di Ulukisla nel centro dell’Anatolia. La città governata da un sindaco dell’AKP improvvisamente contava 1.700 aventi diritto il voto in più delle elezioni parlamentari di sei mesi fa – e con questo 100 elettori in più degli abitanti finora registrati. Nella notte i dati sul cartello della località, che come d’uso in Turchia indica il numero degli abitanti, è stato modificato da 5.800 in 7.300. Ulukisla non è un caso isolato, ormai i partiti di opposizione hanno comunicato migliaia di casi di presunte registrazioni false di elettori.

Sono colpiti in particolare i comuni nei quali il risultato elettorale nelle ultime elezioni comunali di cinque anni fa sono risultate a favore dell’AKP solo di misura, e località nelle zone curde del Paese che dopo la destituzione dei sindaci di sinistra, si trovano attualmente sotto amministrazione forzata statale. Il deputato Mithat Sancar dell’HDP di sinistra, finora sa di almeno 50 comuni nei quali sono stati registrati così tanti »elettori fantasma« da cambiare il rapporto dei voti. Si tratta di funzionari, militari di professione e poliziotti della Turchia occidentale, o di abitanti provenienti da regioni che si trovano saldamente nelle mani dell’AKP. Come luogo di residenza dei nuovi elettori sono stati indicati oltre a caserme della polizia anche edifici in costruzione, rovine, stalle, piani inesistenti e perfino uno stadio calcistico.

Oltre alle manipolazioni alla vigilia, l’opposizione teme anche »gatti« nella notte elettorale. Durante lo scrutinio delle elezioni comunali del 2014 nella capitale Ankara mancò improvvisamente la corrente. Quando tornò la luce, il sindaco dell’AKP che fino a quel momento risultava battuto era avanti di misura. Un gatto sarebbe penetrato un una cabina dell’elettricità e avrebbe causato un corto circuito, dichiarò poi il governo.

di Nick Brauns
https://www.jungewelt.de/artikel/347869.türkei-erdogans-untote.html 

 

 

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