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Rassegna Stampa

Attentato a un critico di Erdogan

Nella tarda serata di domenica c’è stato un attentato contro il giocatore curdo-tedesco Deniz Naki. Sull’autostrada A 4 nei pressi di Düren, da una macchina in corsa sono stati sparati diversi colpi contro la vettura di Naki. Almeno due proiettili hanno trapassato la fiancata della sua macchina, ha dichiarato il 28enne, che è rimasto illeso. La procura di Aachen ha avviato indagini contro ignoti per tentato omicidio.

Naki è un critico del Presidente Recep Tayyip Erdogan. Sospetta che dietro l’attacco ci siano i servizi segreti turchi o i nazionalisti. L’ex-giocatore del club calcistico di Amburgo St. Pauli e attuale capitano del club di terza lega Amed Spror Diyarbakir nel sudest della Turchia, ha detto a Spiegel online di non sapere se si è trattato di un attentato omicida o di un avvertimento. Afferma di essere dell’idea che si tratti di una motivazione politica: »In Turchia sono un bersaglio costante perché mi pronuncio a favore della causa curda.« Nella scorsa primavera Naki per via delle sue critiche pubbliche sulla guerra contro i curdi in Turchia era stato condannato a una pena detentiva di 18 mesi con la condizionale per »propaganda terroristica«. Durante le partite è continuamente oggetto di attacchi razzisti da parte di tifosi nazionalisti di altre squadre.

L’attentato omicida mostra che oppositori della Turchia in Germania non sono al sicuro, ha dichiarato la deputata del Parlamento di Amburgo Cansu Özdemir (Die Linke) lunedì a jW. Anche lei sarebbe già entrata nel mirino dei servizi segreti turchi come sarebbe stato dimostrato da registrazioni di un presunto agente che le sono state recapitate a luglio, ha affermato Özdemir. La donna politica chiede misure di protezione da parte delle autorità tedesche per la sicurezza. Teme che »i commando omicidi di Erdogan daranno la caccia agli oppositori fino a quando qualcuno morirà«.

La federazione delle associazioni curde in Germania, Nav-Dem (»Centro Sociale Democratico delle Curde e dei Curdi in Germania«) ha criticato il governo federale. Non prende abbastanza sul serio il pericolo proveniente »dai servizi segreti turchi MIT e dai suoi sicari« in Germania, ha dichiarato Ayten Kaplan, Co-Presidente dell’associazione lunedì. Il passato recente mostra, »che né la giustizia tedesca né la politica in questo Paese sono interessate a procedere seriamente contro questo pericolo«. Le indagini contro Imam della federazione delle comunità delle moschee turche DITIB per spionaggio sono state abbandonate, i progetti omicidi dell’agente Mehmet Fatih S. contro attivisti curdi non interessano la procura. Contro altri agenti del MIT non –muove nemmeno un’accusa, »anche se noi comunichiamo sempre quello che scopriamo«, ha ammonito Kaplan. Critica inoltre il fatto che il Ministro degli Esteri Sigmar Gabriel (SPD) abbia parlato di »forniture di armi in cambio del rilascio del giornalista turco tedesco Deniz Yücel«.

Il deputato del Partito Democratico dei Popoli (HDP) di sinistra e filo curdo Garo Paylan recentemente aveva dichiarato nel Parlamento turco di avere informazioni su progetti di attentati contro oppositori e giornalisti di origine turca che vivono in Europa. La trasmissione del canale televisivo ZDF »Frontal 21« già a dicembre aveva rivelato che una persona vicina al Presidente Erdogan ha fornito denaro per l’acquisto di armi al gruppo rock attivo nella Repubblica Federale »Osmanen Germania«. In un decreto dello stato di emergenza emanato da Erdogan il 24 dicembre c’è inoltre un passaggio che garantisce impunità a civili dopo l’uccisione di presunti terroristi.

Editorialisti di giornali vicini al governo turco hanno chiesto ripetutamente l’uccisione di noti critici di Erdogan rifugiati in Europa. Lo scorso fine settimana Ahmet Kekec ha annunciato sul quotidiano turco Star che i servizi segreti sequestreranno il giornalista Can Dündar per portarlo in Turchia. L’ex caporedattore del quotidiano di opposizione Cumhuriyet vive da due anni in esilio a Berlino. In Turchia rischia una lunga pena detentiva.

 

di Nick Brauns

 

Junge Welt

 

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