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Interviste

Kalkan del PKK: La dittatura Erdoğan-Bahçeli fallirà

Il componente dell’esecutivo del PKK Duran Kalkan ha sottolineato che il 2017 sarà l’anno in cui la dittatura Tayyip Erdoğan-Devlet Bahçeli in Turchia cadrà.Duran Kalkan del PKK ha affermato che la resistenza aumenterà, si diffonderà in tutta la Turchia e diventerà più forte nel prossimo periodo, dicendo; “Il 2017 sarà l’anno della caduta della dittatura di Tayyip Erdoğan-Devlet Bahçeli. Nessuno può impedirlo. Né la crudeltà fascista di Erdoğan né il suo pregare che Europa e Russia lo aiutino a restare in piedi.”

Il componente del Consiglio Esecutivo del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) Duran Kalkan ha parlato a News Channel TV della situazione attuale e degli ultimi sviluppi in Turchia e in Kurdistan.

Prima selezione di punti salienti dell’intervista di Kalkan:

Nell’ultima settimana sono state sviluppate intense azioni di guerriglia in Turchia e in Kurdistan. Il vostro movimento ha lanciato una nuova iniziativa con l’arrivo della primavera mentre continuano gli attacchi genocidi dello Stato turco. A Sur viene messo in atto un progetto di demolizione, una delle aree guida dell’autogoverno. Come valuta lo stato attuale della lotta che state conducendo nel Kurdistan del nord?

La resistenza contro il fascismo sta crescendo. In tutte le aree del Kurdistan, sulle montagne e in ogni città della Turchia, l’intera società della Turchia sta resistendo alla dittatura fascista e all’aggressione di Tayyip Erdoğan e Devlet Bahçeli. Questo movimento popolare antifascista e democratico è iniziato con il referendum del 16 aprile. La società ha manifestato una reazione dopo che il ‘Si’ ha trionfato nel referendum grazie alle frodi. La società con questo ha detto ‘No, non è ancora finita, la lotta continua’. Durante quest’ultimo mese e messo, la lotta è stata condotta nelle strade e seguita in molti modi. Questa lotta contro il fascismo sta crescendo.

Donne, giovani, lavoratori, curdi, aleviti, tutti i gruppi religiosi, intellettuali, artisti e abitanti dei villaggi stanno opponendo resistenza mentre il fascismo attacca l’intera società. Per sua natura il fascismo aliena tutte le aree sociali e cerca di piegarle. Il fascismo attacca tutti quelli che non gli appartengono, che non obbediscono e si arrendono. In risposta la società con tutte le sue componenti sta rispondendo al fascismo con la resistenza. Nonostante arresti su ampia scala, il governo dell’AKP non è riuscito a indurre una sola persona alla sottomissione. La resistenza cui abbiamo assistito durante il processo referendario continua e oggi cresce ancora di più.

C’è stato un notevole aumento delle azioni di guerriglia a partire da maggio. Senza dubbio queste continueranno ancora nel processo in arrivo. Nella situazione attuale, con l’aumento delle azioni di guerriglia in atto in tutto il Kurdistan del nord, da Botan ad Amed, da Dersim a Serhat, si vede molto chiaramente che la dittatura Tayyip Erdoğan-Devlet Bahçeli cadrà. Come si vede la lotta contro il fascismo viene condotta con diversi mezzi.

Ad Ankara hanno resistito accademici licenziati. Le azioni limitate a dare volantini e esprimere il voto durante il processo referendario ora si stanno diffondendo in forma di varie pratiche. Giovani formano gruppi e sviluppano resistenza contro bande fasciste. A Sur, donne, bambini, giovani e anziani del quartiere di Alipaşa stanno resistendo. Giustamente vogliono proteggere le loro case e le aree dove sono nati e cresciuti. Il fascismo è un nemico del popolo, della gente, della vita libera e democratica e soprattutto di tutto ciò che ha a che fare con i curdi. È nemico dei centri di resistenza in Kurdistan, di Sur, Cizre, Botan, e di Colomêrg, Serhat, Dersim e Mardin.

C’è un’aggressione fascista genocida totale che mira a spezzare i curdi e ad annichilire la loro esistenza, libertà e valori di vita. Tuttavia la popolazione, giovani e anziani allo stesso modo, stanno resistendo con coraggio. Durante il prossimo periodo questa resistenza crescerà, si diffonderà in tutta la Turchia e diventerà più forte. Il 2017 sarà l’anno della caduta della dittatura di Tayyip Erdoğan-Devlet Bahçeli. Nessuno può impedirlo. Né la crudeltà fascista di Erdoğan né il suo pregare l’Europa e la Russia che lo aiutino a rimanere in piedi. Non può esserci prosperità attraverso la crudeltà e coloro che sono responsabili di questa atrocità verranno decisamente chiamati a risponderne. Qui i guerriglieri hanno lanciato azioni ovunque per punire il fascismo.

La demolizione di Sur non manifesta la disperazione dell’AKP? Non è in questione un’AKP che cerca di sfogare la sua rabbia su muri di cemento e muri dopo aver fallito nell’ottenere quello che voleva a Sur?

Vero, si tratta di isteria totale ed è diventato ostile nei confronti di tutto. Questo dipende dal fatto che quattro battaglioni di soldati sono stati annichiliti durante la resistenza a Sur. Sur e Nusaybin sono diventati una sindrome per lo Stato. Tayyip Erdoğan ha sperimentato una grande paura di un crollo. Questa paura si è trasformata in inimicizia nei confronti di Sur. Questa inimicizia è inimicizia contro Amed, un’inimicizia contro Amed è inimicizia contro i curdi. È emerso chiaramente che Erdoğan è il nemico e assassino di punta dei curdi, è questa che persegue è una mentalità e politica fascista, genocida e colonialista.

Lasciate che Erdoğan attacchi quanto vuole. Gli eroi di Sur, i Çiyager, sono eroi di Sur anche oggi. I bambini, giovani e donne di Sur non finiranno mai. Sono figli di una città vecchia di cinquemila anni. Non sono come Erdoğan il cui passato è incerto. Quelle mura della città ad Amed sono state costruite cinquemila anni fa. C’è una cultura sociale di stanza in quella città e i suoi residenti l’hanno interiorizzata, l’hanno respirata e si sono formati con lei. Nessuno può cacciarli da lì né sconfiggerli. Il senso di comunità a Sur non può essere cancellato.

La popolazione, i giovani e le donne devono conoscere questa verità e continuare a resistere. Nessuno deve lasciare che le sue case e strade vengano abbattute. Devono proteggere la storia lì e la resistenza a Sur deve essere sostenuta. Invito tutti gli intellettuali, artisti, difensori dei diritti umani e aree politiche a unirsi alla popolazione si Sur.

Sur è stato iscritto nel Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Perché restano in silenzio?

Decisioni del genere vengono prese, ma quando è all’ordine del giorno il fascismo turco, non si applica alcuna legge o convenzione internazionale. È stato creato un fastidio davvero viziato, tutti vogliono allontanarsene. C’una paura nel mondo esterno. Ma non ci si può liberare del fascismo scappando. Come nel classico slogan, “Non correre, se corri arriverà il tuo turno!”

In ogni caso, Tayyip Erdoğan ha minacciato tutti. Ha detto: “Se non fate quello che dico io, nessuno sarà al sicuro in nessuna parte del mondo.” Ha apertamente “messo in guardia” l’Europa. Prima di andare in Europa, ha colpito il Regno Unito. Vuole che tutti si inginocchino di fronte a lui. Come Hitler, Mussolini e ISIS. Di fronte a questo che l’ONU prenda una decisione, ma che non la sostenga significa che l’ONU diventa la vergogna dell’era e dell’umanità. Come farà l’ONU a farsi ascoltare dai curdi in questo modo? Come potrà l’ONU essere accettabile per i popoli? So chiedendo all’ONU un dovere e di assumersi le sue responsabilità. Le loro decisioni vengono calpestate. Il fascismo di Tayyip Erdoğan sta calpestando decisioni dell’ONU. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Non si può permettere che l’umanità venga spezzata dal fascismo. Tutti devono unirsi nella resistenza contro il fascismo.

Mentre si avvicina l’anniversario del 7 giugno vediamo che l’HDP sta mettendo in atto una vivace e energica opposizione nonostante tutte le pressioni e gli arresti. Le politiche democratiche hanno fatto quello dovevano nella lotta contro il fascismo dopo il 7 giugno?

L’arena delle politiche democratiche resiste. Non si sono piegati di fronte al fascismo, hanno scelto la resistenza. In parlamento, nelle strade, in tutto il Kurdistan e in tutta la Turchia le politiche democratiche resistono. Persone vengono gettate in galera e stanno mostrando una seria resistenza lì. Questo è importante. Dobbiamo guardare indietro a questi ultimi due anni. Il periodo post-7 giugno non è stato usato bene. Allora non è stato possibile mostrare l’attuale posizione politica e livello di attività. Con i risultati del 7 giugno è arrivata un’inerzia. Le politiche democratiche hanno ottenuto una grande vittoria, ma hanno pensato che avevano una mentalità democratica e atmosfera nel Paese che lo avrebbero accettato e affrontato. Si è mancato nel vedere le caratteristiche di Tayyip Erdoğan-Devlet Bahçeli, non sono stati capiti. Così ci sono state debolezze e carenze.

C’è stato un certo stupore quando l’aggressione fascista è rimbalzata e ha lanciato attacchi politici, militari e ideologici dopo il 7 giugno. Pensavano che non sarebbe successo. C’erano dubbi su “se fosse il PKK che lo stava facendo succedere”. Alcune persone all’inizio hanno pensato questo. Ne hanno parlato apertamente o in segreto, alcuni hanno parlato con la stampa. Questi sono stati gli errori e le carenze. Per questa parte serve sempre un’autocritica. Coloro che non lo fanno non saranno in grado di comprendere il presente o il futuro del fascismo e quindi come deve essere la resistenza contro di esso e come va sviluppata.

ANF

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