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Biciclettata Romana per il Kurdistan – Una breve foto-cronaca

L’idea di fare una biciclettata pro Kurdistan è partita due settimane prima della Manifestazione nazionale e dopo che all’Associazione Giornalisti Italiani, come in precedenza agli Avvocati ed a chiunque altro, è stato impedito di manifestare vicino all’ambasciata turca. Ci è sembrato l’ennesimo gesto di un governo succube agli interessi turchi e pilatesco persino nei confronti della grave situazione umanitaria che si è generata in Siria ed in Turchia. Gesto non condivisibile ed a cui occorreva dare una risposta.

Inoltre, fra una Roma impegnata a seguire da una parte le vicende dell’impossibile governo della città e dall’altra quelle del terremoto, con la biciclettata si voleva contribuire a dare visibilità cittadina alla Manifestazione nazionale del 24.

La comunicazione gira esclusivamente via mail a firma di “Ciclisti NonPerCaso in appoggio alla Rete Kurdistan Roma” chiamando a raccolta per il 18 settembre (15.30) sia i ciclisti impegnati nelle tante ciclofficine romane sia quanti avevano la bici appesa ad un chiodo.

Arrivano diverse conferme alla partecipazione e l’Associazione “Pedala Roma” aderisce alla biciclettata con una comunicazione su Rete Kurdistan, ma…

Capiamo presto che il clima è incerto, molto incerto e la mattina della nostra iniziativa “Pedala Roma” ha indetto una biciclettata con appuntamento a via dei Fori. Decidiamo di partecipare all’iniziativa di Pedala Roma e di promuovere la biciclettata del pomeriggio e scopriamo che molti sono già informati e interessati a partecipare.

L’appuntamento è alla 15.30 al Centro Ararat di Roma con un primo percorso che dovrebbe passare per il Colosseo, via dei Fori, P.za Montecitorio, Via IV Novembre (parlamento europeo), P.zza Indipendenza (ambasciata turca).

Alle 15 il tempo comincia a peggiorare, alle 15.30 siamo pochissimi e ci arrivano notizie di “bombe d’acqua” in diverse zone di Roma, motivo per cui in molti ci comunicano che non parteciperanno. Alle 16 siamo un piccolo gruppo e stiamo ancora decidendo se partire o meno, alcuni sembrano ripensarci quando, finalmente, arriva un bel gruppo di ciclisti che nella mattinata ha partecipato a “Pedala Roma”.

Incoraggiati dal numero, facciamo una breve riunione per condividere il percorso e gli obiettivi per concludere con un molto democratico e progressivo “poi vediamo”.

Alle 16.30, quindi in sincronia con il “fuso orario” romano”, ci mettiamo in marcia (nelle foto sotto la partenza dal Centro Ararat).

La prima tappa è il Colosseo, dove la stazione della metro ha già visto molti presidi della Rete Romana. Arriviamo, con le bici addobbate con le bandiere curde, fra turisti e persone che devono prendere la metro e naturalmente arrivano le foto. Apriamo uno striscione e ci facciamo sentire con slogan e scampanellii delle bici. Passano diverse auto delle “forze dell’ordine” che probabilmente non capiscono cosa sta succedendo.

Ripartiamo per via dei Fori per fermarci vicino P.zza Venezia dove questa scena si ripete. Si deve poi discutere del percorso e di fronte al cielo sempre più grigio, si decide di puntare per piazza Indipendenza.

Ancora un po’ di chilometri durante i quali i ciclo-attivisti avviano discussioni che incrociano la qualità dei copertoni con un commento su Erdogan e sul Rojava, la dotazione contro la pioggia con la critica al ruolo dell’Italia nella questione migranti.

Quando si arriva a piazza Indipendenza, nessuno ha dubbi sulla necessità di arrivare sotto l’ambasciata turca. Là oltre alle bici con le bandiere si apre un altro grande striscione e si fa l’ennesimo flash mob. Anche in questo caso le “forze dell’ordine” ci mettono un po’ a capire cosa succede e quando lo capiscono si mettono a telefonare per chiedere cosa fare. Non si sa quali ordini abbiano ricevuto ma continuiamo il flash mob e riusciamo persino a girare un piccolo video per poi chiudere l’appuntamento con un arrivederci alla prossima biciclettata.

In conclusione, questa piccola storia si iscrive nelle iniziative, tipo “I tuffi invernali” della Rete Toscana, che cercano di inventare e praticare nuove modalità per percorrere le città, per essere visibili e comunicativi. E’ importante e possibile coinvolgere altre Reti (come le ciclofficine e Pedala Roma) se si hanno obiettivi concreti che incrociano le nostre istanze con le pratiche di queste Reti: nel caso specifico una buona ragione per pedalare e protestare.

p.s. la sigla “Ciclisti Non PerCaso in appoggio alla Rete Kurdistan Roma” è stata prontamente dismessa ed ora non sappiamo come “firmare” questa breve bici-cronaca.

Alla prossima BijiClettata pro-Kurdistan



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