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Il presidente Garau incontra gli attivisti della resistenza curda

Cagliari, Presidenza del Consiglio regionale – Cancellazione dalla black list internazionale del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan,  oggi ingiustamente equiparato ai terroristi, e la liberazione immediata di Abdullah Öcalan, il fondatore e leader storico dei guerriglieri curdi.

Oggi le storiche rivendicazioni di un popolo senza Stato assumono un valore differente e la loro battaglia maggiore vigore  anche e soprattutto per ciò che sta accadendo in Medio Oriente e per il ruolo che il PKK sta svolgendo in difesa delle popolazioni civili dell’Iraq e della Siria dalle armate dell’ISIS.

Ecco perché questa mattina il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau ha incontrato Havin Guneser, ingegnere, giornalista e attivista per i diritti delle donne, presidente dell’ Iniziativa Europea Libertà per Ocalan, e Yilmaz Orhan, membro del KNK, il Congresso Nazionale Kurdo che raggruppa tutte le componenti della resistenza nei quattro stati dove vivono le popolazioni curde, Turchia, Iran, Iraq e Siria, nonché animatore dell’UIKI, Ufficio di Informazioni del Kurdistan in Italia.

A promuovere l’incontro nel palazzo di via Roma Antonello Pabis e Salvatore Drago rispettivamente presidente e attivista dell’ACSE, l’associazione sarda contro l’emarginazione.

La richiesta da parte dei rappresentanti della resistenza curda al presidente Ganau e al vicepresidente Eugenio Lai – presente questa mattina all’incontro –  è stata semplice quanto necessaria oggi per fermare la tragedia umanitaria in Medio Oriente  e sostenere così l’impegno dei curdi in difesa della democrazia e della pace.

L’appello è rivolto ai democratici italiani, alle associazioni e alle organizzazioni politiche, ai  sindacati e alla società civile affinché sollecitino il Governo italiano ad inviare gli aiuti umanitari già annunciati, insieme al sostegno logistico e di armi confermato dalla stessa Ministra Mogherini per le quali anche la Sardegna ha svolto un ruolo decisivo, considerato che i primi kalashnikov e munizioni che l’Italia ha spedito ai curdi erano custoditi in un bunker nell’Arcipelago di La Maddalena.

«Conosco molto bene la storia del popolo curdo e la sua lotta per il riconoscimento di uno Stato libero ed indipendente – ha dichiarato il presidente Ganau. Da Sindaco di Sassari firmai insieme ad altri primi cittadini dell’isola la petizione per la liberazione di Ocalan, e a   sostegno della causa curda qualche hanno fa abbiamo scelto di invitare come ospite alla Cavalcata Sarda un gruppo folk del Kurdistan turco, impegnato nella salvaguardia della cultura, delle arti, della storia e delle tradizioni di questo antichissimo popolo.

Ritengo quindi doveroso oggi, sia per il ruolo che ricopro e soprattutto per offrire un contributo fattivo all’emergenza umanitaria in Iraq e Siria, impegnarmi con il Presidente Renzi, affinché l’Italia –  forte del semestre italiano in Europa –  svolga un ruolo decisivo per fermare l’ISIS anche attraverso l’invio immediato di aiuti umanitari in soccorso delle popolazioni colpite e per incentivare i processi di democratizzazione e autodeterminazione del popolo curdo».

Nei prossimi giorni il presidente Ganau invierà una lettera al primo Ministro Renzi sulla crisi in Medio Oriente e sul ruolo svolto oggi dal popolo curdo.

 
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