Connect with us

Hi, what are you looking for?

Retekurdistan.it
Retekurdistan.itRetekurdistan.it

Iniziative

Kurdistan: resistenza e democrazia curda contro l’assedio -Bolzano

La situazione dei diritti umani nelle regioni curde in Turchia è peggiorata negli ultimi mesi. Dal settembre 2015 il governo dell’AKP di Recep Tayyip Erdoğan, ha decretato lo stato d’assedio in diverse città in risposta alla “dichiarazione di autonomia” che questi municipi hanno esercitato. Questa dichiarazione è la conseguenza della stretta repressiva non solo contro la comunità curda e le forze politiche che la rappresentano ma più in generale della società turca che il governo dell’AKP sta portando avanti. Le conseguenze dello stato d’assedio sono drammatiche.

Secondo le dichiarazioni dello stesso vicepremier e portavoce del governo turco Numan Kurtulmus nove mesi (s’iniziò il 4 settembre 2015) d’assedio continuato, interrotto solo a tratti, a varie città kurde del sudest anatolico, da Diyarbakir a Cizre, passando per Silopi, Idil, Yukeskova e in queste ultime settimane Nusaybin, hanno prodotto la distruzione di 6.320 edifici. E’ la guerra condotta dalle Forze Armate di Ankara contro la popolazione locale accusata tutta, indiscriminatamente d’essere un supporto alla guerriglia del Partito Kurdo dei Lavoratori (PKK). Così son stati distrutti 11.000 appartamenti e case e oltre 90.000 persone risultano sfollate. Molte di loro restano accampate perché non sanno dove andare. Non hanno parenti visto che i congiunti sono rimasti vittime delle incursioni distruttive. Sono state registrate centinaia di vittime civili tra cui 80 giovani. Numerose anche le vittime tra i membri dei gruppi di autodifesa curdi e i militari dell’esercito turco.

In questo contesto vi sono tentativi di modificare l’assetto demografico delle città con progetti di insediamento di popolazioni provenienti da altre regioni della Turchia. Sono stati emessi decreti governativi di esproprio di terreni comunali per “motivi di sicurezza”. Secondo i principi della legalità internazionale gli attacchi e le distruzioni dell’esercito turco, con il pretesto della lotta al terrorismo, sono azioni contro città e cittadini “turchi”. Erdogan nell’aprile 2016 lanciò la proposta di togliere la cittadinanza turca, e tutti i diritti ad essa connessi, a chi è sospettato di appoggiare il PKK. Nel maggio 2016 il Parlamento ha approvato una legge che toglie l’immunità parlamentare. La rimozione dell’immunità riguarda almeno 138 (su 550) membri dell’assemblea, per cui sono state presentate richieste di autorizzazione a procedere. Allo stesso tempo è in discussione una legge per l’immunità dei militari dell’ esercito turco che combattono nelle città curde.

La decisione del Governo dell’AKP di imprimere questa svolta autoritaria s’inserisce nel contesto della drammatica situazione in Medioriente e soprattutto della guerra civile siriana. Il Governo turco fin dall’inizio aveva osteggiato il sostegno alla coalizione internazionale contro l’ISIS, poiché i propri obiettivi sono sempre stati dichiaratamente l’abbattimento del regime siriano e impedire l’autonomia curda costituitasi in Siria a partire dal 2012. Dal luglio 2015 il governo turco è intervenuto militarmente sia contro il movimento curdo in Turchia sia in Siria. Con questo intervento ha di fatto rotto la tregua che il PKK, organizzazione politico militare curda, aveva dichiarato unilateralmente dal marzo del 2013 sulla spinta del suo leader Ocalan detenuto in isolamento nel carcere dell’isola di Imrali dal 1999. Le proposte inclusive del movimento curdo attuate anche dal partito HDP nei municipi da esso governato, che si basano sulla partecipazione di tutte le componenti etniche e religiose della società attraverso forme di democrazia rappresentativa partecipata, ecologica, con il fondamentale protagonismo delle donne, sono l’unica strada percorribile per una soluzione pacifica e democratica. La comunità internazionale ha l’obbligo morale di sostenere un progetto in cui il dialogo tra le parti viene considerato prioritario per la soluzione del conflitto così come il rispetto dei diritti umani, civili e politici.

Incontro con Özlem Tanrikulu, Presidente dell’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Lunedì 20 giugno, ore 20.30, Kolpinghaus (Josefsaal) – Bolzano

Per interviste e contatti: Giovanni Giacopuzzi, 333.1836785

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

5X1000 a UIKI Onlus

5 x Mille a
Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus
Codice Fiscale: 97165690583

IBAN: IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599
BIC/ SWIFT:UNCRITM1710

Potrebbero interessarti anche:

Iniziative

L’evento ospiterà un dibattito tra Zilan Diyar, giornalista e attivista del movimento delle donne curde e Francesca Patrizi ufficio informazioni del Kurdistan in Italia....

Iniziative

A dieci anni di distanza dalla storica resistenza di Kobane, che ha reso visibile la decennale lotta per la libertà del popolo curdo, la...

Iniziative

La presenza permanente della questione curda in un mondo diviso e ingiusto. Il Kurdistan e i curdi oggi. Partecipano: Antonio Olivieri (Associazione Verso il...

Iniziative

Cammini da percorrere in cerca di nuove strade. Un racconto collettivo, Mercoledì 7 febbraio 2024- Roma