Attivisti e artisti internazionali chiedono la liberazione della cantante curda Nudem Durak, imprigionata in Turchia dall’aprile 2015 per aver eseguito canzoni nella sua lingua madre, il curdo.
Dieci anni dopo il suo arresto crescono le richieste globali per il rilascio della cantante curda Nudem Durak, condannata a 19 anni di carcere dalle autorità turche per accuse ampiamente di matrice politica. Nudem soffre di gravi problemi di salute e la sua famiglia afferma che la sua salute sta peggiorando seriamente. Ha denunciato maltrattamenti in carcere, tra cui isolamento e abusi da parte delle guardie carcerarie.
In occasione dell’anniversario, artisti e attivisti di spicco hanno unito le forze nell’ambito della campagna #FreeNudemDurak per chiedere il suo rilascio immediato e la liberazione di tutti i prigionieri politici in Turchia.
Un video congiunto della campagna, condiviso su X il 29 aprile, presenta artisti famosi tra cui Serj Tankian dei System of a Down, Robert Del Naja dei Massive Attack, Thurston Moore dei Sonic Youth, Tom Morello dei Rage Against the Machine, oltre ai musicisti britannici Brian Eno e Peter Gabriel, il cantante americano Tunde Adebimpe e il cantante nigeriano Seun Kuti.
Nel video, gli artisti sottolineano che la Turchia sta attraversando un momento storico, con colloqui in corso tra il governo e l’opposizione democratica curda. Esprimono la speranza che Ankara “risponda favorevolmente a questo appello pacifico”.
“Oggi, più che mai, mostriamo solidarietà a tutti i prigionieri politici in Turchia”, esortano, indicando Nûdem Durak come simbolo della lotta. “Nûdem è nata in un villaggio distrutto dalla guerra. È dietro le sbarre da dieci anni”.
L’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, la musicista franco-cilena Ana Tijoux e la cantante tunisina Emel Mathlouthi hanno già prestato la loro voce alla campagna.
Nudem Durak è stata condannata nell’aprile 2015 a 10 anni e 6 mesi di carcere con l’accusa di “promozione di propaganda” per aver cantato nella sua lingua madre, il curdo. Nonostante non vi siano nuove accuse, la sua condanna è stata estesa a 19 anni nel luglio 2016. Attualmente è detenuta nel carcere femminile chiuso di tipo M di Bayburt, nella Turchia nordorientale.
