Parte oggi la marcia di cinque giorni verso Ankara organizzata dall’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, il partito turco di sinistra pro-curdo. A lanciarla con un messaggio su Twitter, dal carcere di Edirne dove è detenuto dal 4 novembre 2016, è stato l’ex co-presidente Selahattin Demirtas. Due le città di partenza: Edirne e Hakkari, nel sud est a maggioranza curda.
Una marcia “contro il golpe”, così è stata ribattezzata, per protestare contro il commissariamento di 45 dei 65 comuni amministrati dall’Hdp dopo le vittorie alle elezioni del 31 marzo 2019 e quello di 95 dei 102 ottenuti dopo il voto del 2014. Almeno 23 i sindaci arrestati. Al loro posto commissari nominati dal ministero degli Interni guidato da Suleiman Soylu. Le accuse mosse sono sempre le stesse: appartenenza a gruppo terroristico (il Pkk), propaganda terroristica.
A ciò si aggiunge il ritiro dell’immunità parlamentare, legge voluta dal presidente Erdogan quattro anni fa, e che ha permesso di arrestare una decina di parlamentari dell’Hdp. Una misura che continua a essere utilizzata: il 4 giugno lo status di parlamentare è stato tolto al deputato del Partito Repubblicano Chp Enis Berberoglu e a quelli dell’Hdp, Musa Farisoğulları and Leyla Güven, protagonista lo scorso anno di un lungo sciopero della fame contro l’isolamento del leader del Pkk, Abdullah Ocalan. I tre sono stati arrestati per spionaggio, Güven e Berberoglu sono stati rilasciati poco dopo.
Il governo ha già imposto un divieto temporaneo di assemblea, ritrovo pubblico e spostamento nelle città attraversate, nel chiaro tentativo di impedire la marcia, che transiterà per otto province, Edirne, Tekirdağ, Kocaeli, Van, Kırklareli, Hakkari, Bitlis e Şırnak. Secondo i governatori, la marcia provocherà tensioni e proteste violente e minaccerà l’ordine pubblico, oltre a indebolire la lotta all’epidemia di Covid-19. Da cui la minaccia di azioni legali e multe per chi violerà il divieto di manifestazione.
Intanto a Istanbul la polizia ha circondato l’ufficio provinciale dell’Hdp a Beyoglu con veicoli, agenti anti-sommossa e cannoni ad acqua. Il Partito Democratico dei Popoli non si fa intimidire. Il vice co-presidente Alican Onlu ieri ha ribadito l’intenzione di marciare e di non modificare il percorso: “Il governo ha paura che la marcia per la democrazia che abbiamo lanciato si allargherà a tutta la Turchia, sta cercando di manipolarla con scuse senza senso. E’ un diritto costituzionale dei cittadini svolgere una marcia non violenta”. Onlu ha poi annunciato il lancio di una seconda fase della protesta dopo la marcia.
Roma, 15 giugno 2020, Nena News