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Kurdistan

Ieri bassista, oggi terrorista

Musicista della bande turca Grup Yorum con uno sciopero della fame in lotta contro il divieto di esibizione spiega le sue ragioni in una lettera

Lettera aperta pubblicata su jungewelt.de

»In un quartiere di baracche di Istanbul guardo fuori da una finestra con vista sul giardino. Se uscissi potrei vedere un po’ di Bosforo. Ma sono in un letto. Ora peso 40 chili. Nelle mie gambe non c’è più abbastanza forza per sostenere il mio corpo …« – inizia così la lettera del musicista Ibrahim Gökcek, che ha raggiunto junge Welt tramite il giornalista Can Dündar che vive in esilio a Berlino.

Gökcek, che da 15 suona il basso nella popolare band di sinistra Grup Yorum, ha dovuto dettare queste righe. Perché per scrivere, al musicista che si trova visibilmente alla soglia della morte, dopo quasi un anno di sciopero della fame manca la forza. »La storia ci ha portati a questo giorno in cui cui rischiamo la morte per poter fare dei concerti«, dichiara il bassista che chiede la fine del divieto di eseguire concerti e la liberazione dei componenti della band in carcere.

Dalla sua fondazione nell’anno 1985 Grup Yorum ha prodotto 23 album di cui sono stati stampati oltre due milioni di esemplari, ai »concerti popolari« gratuiti da ultimo nel 2015 sono arrivati fino a un milione di visitatori. Nelle loro canzoni la band lega la cultura popolare a pensieri socialisti. »Abbiamo cantato le canzoni degli oppressi in Anatolia e nel mondo«, scrive Gökcek. Questo in Turchia è già considerato »terrorismo«. Sotto lo stato di emergenza proclamato nell’estate 2016 dal governo AKP, i nomi dei componenti della bando si trovavano in una lista di terroristi. Sono accusati di appartenenza al »Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo« (DHKP-C) militante. »Il chitarrista che cinque anni fa faceva un concerto per un milione di persone, improvvisamente si è trasformato in un ›terrorista ricercato sul quale è stata messa una taglia‹«, scrive Gökcek, che nel febbraio 2019 insieme alla cantante Helin Bölek è stato arrestato nell’ambito di una retata nel centro culturale Idil a Istanbul. Il loro sciopero della fame in carcere, i due musicisti dopo il loro rilascio nel febbraio 2020 lo hanno trasformato in un »digiuno fino alla morte« per il quale la 28enne Bölek è morta il 4 aprile scorso. In quello che viene chiamato digiuno fino alla morte(turco: Ölüm Orucu) i partecipanti assumono solo acqua con zucchero e sale e in alcuni casi preparati a base di vitamina B per poter continuare a pensare lucidamente. »Ho preso in consegna la bandiera«, scrive ancora Gökcek. »Attaccato alla vita continuerò la mia marcia verso la morte fino a quando le nostre richieste saranno accettate«.

ANF Images

Riceve sostegno da deputati dell’HDP di sinistra e dall’associazione giovanile del CHP kemalista. Ma fuori dai quartieri dei poveri di impronta alevita, attualmente gli scioperi della fame per via della crescente pandemia da coronavirus che tiene in pugno la popolazione, trovano poca attenzione. Così venerdì è morto il prigioniero politico Mustafa Kocak dopo 296 giorni di sciopero della fame nel carcere di Sakran a Izmir. Il 28enne, condannato all’ergastolo solo sulla base della dichiarazione di un pentito perché come presunto membro del DHKP-C avrebbe procurato armi per un sequestro, aveva lottato in vano per un nuovo processo.

Ma appelli del genere in un governo che ha esplicitamente escluso i prigionieri politici da un’amnistia decisa la scorsa settimana a causa del coronavirus, non trovano ascolto.

di Nick Brauns
da junge Welt
https://www.jungewelt.de/artikel/377134.repression-in-der-t%C3%BCrkei-gestern-bassist-heute-terrorist.html
 

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