La richiesta di visita dei famigliari di Abdullah Öcalan e degli altri prigionieri del PKK a Imrali è stata respinta. Da agosto da loro non ci sono più segni di vita.
Una richiesta di visita dei famigliari di Abdullah Öcalan, Hayri Konar, Hamili Yıldırım e Veysi Aktaş sull’isola carcere di Imrali è stata respinta dalla procura di Bursa. Come motivazione viene fatto riferimento a una punizione disciplinare. Questa ominosa sanzione viene regolarmente prolungata di tre mesi poco prima della sua scadenza.
Abdullah Öcalan è stato sequestrato 21 anni fa in violazione del diritto internazionale, consegnato alla Turchia e da allora è recluso in isolamento nel carcere di massima sicurezza di Imrali. Dal 7 agosto 2019 non ha più parlato con i suoi legali, a suo fratello Mehmet Öcalan l’ultima visita al fondatore del PKK è stata concessa il 12 agosto. Successivamente qualsiasi richiesta di visita è stata o respinta o non ha ricevuto risposta. Öcalan è di nuovo esposto a un rigido isolamento.
Accanto all’aspetto relativo ai diritti umani, la politica di isolamento dello Stato turco ha soprattutto una dimensione politica e significa la prosecuzione della crociata di annientamento nei confronti del popolo curdo. Öcalan nei suoi ultimi contatti con il mondo esterno ha di nuovo invitato alla pace e al dialogo. Il movimento curdo, dopo lo sciopero della fame dello scorso anno durato mesi, chiede di nuovo al Comitato Europeo contro la Tortura del Consiglio d’Europa (CPT) di agire. Il CPT deve attenersi alle promesse fatte all’epoca, hanno chiesto giovedì scorso gli ex scioperanti a Strasburgo.
Fonte: ANF