Nel 110° anniversario delle stragi di Assiri del 1915, note come Seyfo, il partito filo-curdo DEM ha chiesto un riconoscimento formale e giustizia, esortando la Turchia ad affrontare le conseguenze di quella violenza.
Le stragi di Assiri del 1915, note ai sopravvissuti e ai discendenti come Seyfo o “la spada”, sono state ricordate in tutta la Turchia e nella diaspora assira nel 110° anniversario degli eventi. Il Partito filo curdo DEM per l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (DEM) ha rilasciato una dichiarazione chiedendo il riconoscimento ufficiale, la giustizia e la riconciliazione.
In una dichiarazione rilasciata domenica, Yüksel Mutlu, vicepresidente responsabile della Commissione per i popoli e le credenze del partito, ha affermato che le sofferenze patite dal popolo assiro non sono ancora state riconosciute dallo Stato turco. “Sebbene siano trascorsi 110 anni da questa tragica storia, il popolo assiro attende ancora giustizia e riconoscimento”, ha affermato.
A partire dal 1915 e fino ai primi anni ’20, centinaia di migliaia di Assiri – un popolo cristiano indigeno della Mesopotamia – furono uccisi, sfollati o assimilati forzatamente nell’ambito di una più ampia campagna di violenza da parte dell’Impero Ottomano. Chiese e monasteri furono distrutti, le scuole chiuse e i toponimi alterati nel tentativo di cancellare la presenza culturale della comunità.
Il termine Seyfo, che in siriaco significa “spada”, racchiude la memoria collettiva di questi eventi all’interno della comunità assira. Mentre l’attenzione internazionale si è concentrata principalmente sul genocidio armeno, molti assiri considerano Seyfo un capitolo parallelo dello stesso periodo storico.
Yüksel Mutlu ha affermato che la richiesta di giustizia non riguarda solo il popolo assiro, ma anche la costruzione della pace per tutte le comunità turche. “Il riconoscimento e il confronto con queste sofferenze non sono solo vitali per il popolo assiro, ma anche un passo fondamentale verso la giustizia, la convivenza e la pace sociale per tutti i popoli della Turchia”, ha affermato.
Il partito DEM, impegnato nella lotta per i diritti dei curdi e per una più ampia riforma democratica, ha spesso criticato la negazione da parte dello stato turco delle atrocità storiche commesse contro le minoranze. I governi successivi hanno resistito ai tentativi di etichettare gli eventi del 1915 come genocidio, definendoli invece come vittime di guerra nel contesto di un impero al collasso.
Nonostante questa posizione ufficiale, gruppi della società civile, storici e membri delle comunità colpite continuano a chiedere il riconoscimento pubblico. Negli ultimi anni, le organizzazioni della diaspora hanno chiesto alla Turchia di confrontarsi con il proprio passato e di sostenere iniziative culturali ed educative volte a preservare il patrimonio assiro.
Un tempo composta da centinaia di migliaia di persone, la popolazione assira in Turchia è diminuita drasticamente. Oggi ne rimangono meno di 20.000, principalmente nella regione sud-orientale del Tur Abdin, a lungo considerata il cuore storico del cristianesimo assiro.
Nel suo messaggio, Mutlu ha sottolineato l’importanza del ricordo e della solidarietà: “Condividiamo il dolore del popolo assiro e ricordiamo rispettosamente coloro che sono periti”, ha affermato.
