Il leader curdo Abdullah Ocalan è detenuto sull’isola-carcere di Imrali, in totale isolamento, dal 15 febbraio 1999. Da oltre tre anni non si hanno notizie sulle sue condizioni detentive e sul suo stato di salute. Non gli è concesso di comunicare neanche con parenti e avvocati. In carcere, Ocalan ha scritto numerosi libri in cui teorizza una soluzione pacifica della questione curda e per la pace in Medio Oriente.
Le sue idee, fondate sulla democrazia radicale, l’ecologia sociale, la convivenza pacifica tra diverse culture e l’autonomia delle donne, hanno ispirato il modello del Confederalismo democratico che viene oggi applicato dall’Amministrazione autonoma della Siria del nord-est, Maxmur e Shengal in nord Iraq.
Il regime autoritario di Erdogan vuole porre fine a queste esperienze di autogoverno.
Ogni giorno l’esercito turco bombarda le montagne del Kurdistan, utilizzando armi chimiche vietate dalle convenzioni internazionali, e le città del Rojava, con l’utilizzo quotidiano di droni militari anche su obiettivi civili. All’interno dei confini turchi, sono decine di migliaia i detenuti politici. Si tratta di militanti o sostenitori delle organizzazioni politiche curde e della sinistra turca, giornalisti, avvocati, intellettuali, artisti, musicisti, spesso sottoposti a isolamento e tortura.
Mentre la Turchia attraversa una crisi economica senza precedenti, Erdogan mantiene il potere con la repressione più feroce, violando tutti i diritti umani fondamentali. Vogliamo quindi agire in questo momento e raccogliere l’invito ad organizzare iniziative di visibilità che continuino a mantenere alta l’attenzione su questa ennesima tragedia contemporanea e che soprattutto veicolino gli importanti messaggi e pratiche del confederalismo democratico e della jineoloji: Autodeterminazione, autodifesa, eguaglianza, emancipazione e partecipazione.